ADHD negli adulti: come si manifesta e come riconoscerlo
Questo articolo fornisce informazioni dettagliate sull'ADHD nella vita adulta, offrendo strategie pratiche per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita quotidiana.

Anche se risulta essere più comune nei bambini, l’ADHD può manifestarsi anche in età adulta. Questo accade quando i sintomi di questa condizione continuano a interferire con la quotidianità anche dopo l'infanzia e vengono riconosciuti tardivamente. L'ADHD negli adulti è solitamente accompagnato da altre problematiche come disturbi depressivi o disturbi d'ansia tanto che, come sottolinea uno studio, spesso gli adulti con ADHD scelgono di intraprendere un percorso clinico per il trattamento di questi disturbi e scambiano i sintomi dell'ADHD per quelli di queste problematiche.
In questo articolo puoi scoprire come riconoscere i sintomi dell'ADHD negli adulti e quali possono essere le possibili conseguenze.
Che cos’è l’ADHD?
L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) non è una malattia ma un disturbo del neurosviluppo e si presenta come un modello di comportamento (o pattern) costante e pervasivo, che riguarda più ambiti della vita. Non è dunque corretto chiedersi che tipo di malattia sia l'ADHD, ma provare a comprenderne i meccanismi.
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) viene diagnosticato a soggetti che presentano:
- mancanza di attenzione;
- iperattività e comportamenti impulsivi.
A livello pratico, quindi, possiamo trovarci di fronte a moltissimi quadri diversi, con pazienti che possono presentare difficoltà di vario tipo.
Queste iniziano a emergere solitamente durante i primi anni di scuola elementare, quando le richieste cognitive e di disciplina aumentano considerevolmente. Essendo una condizione cronica, nella maggior parte dei casi l'L'ADHD non si risolve completamente crescendo, ma persiste in forma sintomatica o diagnostica in circa il 50-90% degli individui dall'infanzia all'età adulta, con pattern di fluttuazione tra remissione temporanea e ricadute.
Molti studi hanno osservato come più di due terzi delle persone con ADHD nell'età adulta non ha mai manifestato sintomi di ADHD durante l'infanzia.
Eziologia: quanto è diffuso l’ADHD negli adulti?
Secondo i dati di uno studio del 2020, la prevalenza dell'ADHD persistente nell'adulto (con esordio nell'infanzia) è del 2,58%, mentre quella dell'ADHD sintomatico nell'adulto (indipendentemente dall'esordio nell'infanzia) è del 6,76%.
Questo si traduce in circa 139,84 milioni di adulti affetti dall'ADHD persistente e circa 366,33 milioni di adulti con ADHD sintomatico a livello globale.
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I sintomi dell’ADHD negli adulti
La manifestazione dei sintomi dell’ADHD negli adulti può essere molto varia. Gli adulti con ADHD possono avere problemi a concentrarsi su compiti o attività, essere irrequieti o impazienti, agire senza pensare alle conseguenze, essere disorganizzati, procrastinare spesso, avere difficoltà a completare compiti e influenzare le relazioni personali e professionali. Possono anche sperimentare sintomi fisici come nervosismo o inquietudine.
Per diagnosticare l'ADHD negli adulti, il soggetto deve presentare tre sintomi:
- disattenzione, quindi la difficoltà a concentrarsi e tendenza a distrarsi facilmente;
- iperattività, che rende difficile organizzarsi;
- impulsività, ovvero la mancanza di pazienza.
Di solito, col tempo il deficit di attenzione negli adulti rimane, mentre l’iperattività motoria diventa meno evidente e viene sostituita dall’impulsività nei comportamenti.
La combinazione di questi sintomi, che il pattern sia misto o riguardi solo disattenzione o iperattività, può rappresentare un ostacolo importante nella vita quotidiana e causare diversi problemi sia nella produttività al lavoro che nella vita sociale: la persona, infatti, può sentirsi spesso inadeguata e può avere difficoltà a intrattenere delle relazioni rispettose e adeguate.
Vediamo nel dettaglio i sintomi dell'ADHD negli adulti.
Disattenzione
Per quanto riguarda il deficit di disattenzione negli adulti, per una diagnosi negli adulti devono essere presenti almeno 5 tra i seguenti sintomi:
- incapacità di rivolgere l’attenzione verso i particolari;
- difficoltà a rimanere concentrati su un’attività di svago;
- i doveri lavorativi non vengono portati a termine secondo le istruzioni e le scadenze stabilite;
- difficoltà organizzative nella gestione del materiale, del carico di mansioni e del tempo concesso;
- evitamento, ogni volta che è possibile, di attività che richiedono impegno e sforzo, come la revisione di documenti o la stesura di relazioni;
- spesso la persona perde oggetti necessari alle sue attività, come documenti, occhiali, chiavi di casa;
- è facilmente distratta da stimoli esterni o interni, ovvero pensieri che non hanno nulla a che fare con ciò che sta facendo;
- nello svolgere le attività quotidiane è sbadata e grossolana, ad esempio dimentica un appuntamento o di fare una telefonata.
Iperattività e impulsività
Anche per l’iperattività, che per gli adulti si presenta più spesso come impulsività, nell'individuo devono essere presenti almeno 5 tra questi sintomi:
- incapacità di rimanere fermo sulla sedia, o necessità di muovere i piedi e tamburellare le dita, dimenarsi da seduto;
- irrequietezza, agitazione ed eccesso di energia;
- logorrea;
- fatica a rispettare il proprio turno nella conversazione, parlare in maniera eccessiva e tendenza a sovrastare gli altri e completare le loro frasi;
- si dimostra spesso invadente, ad esempio inserendosi in un gruppo di cui non fa parte.
Comportamenti tipici dell'ADHD in età adulta
Per ricevere una diagnosi dell'ADHD in età adulta bisogna rivolgersi a un professionista, ma ci sono alcuni comportamenti che possono essere sintomo di ADHD e che possono rappresentare dei segnali utili a intraprendere un percorso diagnostico. Vediamoli insieme.




Ricorda: vivere queste situazioni non significa necessariamente avere l’ADHD: soprattutto se manca la diagnosi di un professionista. Possono però rappresentare dei segnali. Se senti il bisogno di approfondire, puoi fare questo test per ADHD gratuito e validato scientificamente che può aiutarti a comprendere la presenza di eventuali sintomi ma non ha valore diagnostico. Per una diagnosi, potrai rivolgerti a un professionista come quelli che collaborano con Serenis.
Il problema della diagnosi
Sebbene i criteri diagnostici dell'ADHD secondo il DSM-IV-TR (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) siano stati sviluppati sulla base di campioni di bambini, si ritiene che i sintomi siano simili negli adulti, con alcune differenze di sviluppo nella presentazione dei sintomi.
Nella versione rivista del manuale (DSM-V), la diagnosi di ADHD include anche un criterio temporale, specificando che i sintomi devono essere presenti da almeno sei mesi in modo costante ed essere stati osservati prima dei 12 anni.
Negli adulti la diagnosi dell’ADHD è un processo complesso che porta a una valutazione clinica dettagliata, attraverso alcuni passaggi tipici coinvolti nel processo diagnostico:
- interviste;
- questionari e scale;
- esclusione di altre condizioni;
- storia dell'infanzia.
La diagnosi dell'ADHD negli adulti può essere un processo sfidante a causa della varietà di sintomi e della loro somiglianza con altri disturbi. Tuttavia, con una valutazione accurata, è possibile ottenere una comprensione chiara delle sfide che un individuo adulto potrà dover affrontare e pianificare un trattamento mirato.
La consulenza con un professionista della salute mentale è fondamentale per ottenere una diagnosi accurata e avviare il percorso di gestione o trattamento dell'ADHD.
Anche per ottenere una diagnosi può essere utile rivolgersi ad uno dei numerosi centri per ADHD presenti in Italia.
Esiste un test per l'ADHD negli adulti?
Attualmente non esiste un singolo test definitivo per diagnosticare l'ADHD negli adulti. I professionisti della salute mentale come psicologi, psicoterapeuti o psichiatri, diagnosticano l'ADHD negli adulti attraverso l'utilizzo di strumenti standardizzati come:
- interviste e questionari come la semi-structured Diagnostic Interview for ADHD in adults (DIVA 2.0) o la Conners' Adult ADHD Diagnostic Interview for DSM-IV (CAADID);
- osservazioni comportamentali;
- Conners Adult ADHD Rating Scales (CAARS);
- l'Adult ADHD Self-Report Scale (ASRS).
Proprio a causa del problema nella diagnosi, alcuni studi hanno dimostrato che l'intervista semi-strutturata DIVA 2.0 fornisce un'accuratezza diagnostica del 100% rispetto alle diagnosi ottenute con l'intervista CAADID. Inoltre, sono emerse buone correlazioni tra DIVA 2.0 e diverse scale di valutazione auto-riferite, inclusa la Wender Utah Rating Scale, la ADHD-Rating Scale e l'Inventario delle Disfunzioni di Sheehan.


Cause dell’ADHD negli adulti
Le cause dell’ADHD sono multifattoriali e comprendono influenze genetiche, prenatali e ambientali. Secondo un recente studio i fattori da considerare possono essere:
- fattori genetici: familiari con ADHD aumentano il rischio che insorga il disturbo;
- fattori prenatali, perinatali, postnatali: nascita prematura, basso peso alla nascita, stress/trauma materno, obesità materna;
- fattori materni in gravidanza: fumo, uso droghe/alcol, farmaci (come corticosteroidi o antidepressivi), problemi di salute mentale, ipertensione, ipertiroidismo;
- fattori ambientali: esposizione a piombo, inquinanti, pesticidi o altre tossine;
- fattori del neurosviluppo: maturazione neuronale anomala, lesioni cerebrali.
Conseguenze dell'ADHD negli adulti
L'adulto con ADHD (soprattutto se mai diagnosticato) sviluppa scarse capacità sociali e poco equilibrio nella sua vita privata, in cui prova una costante sensazione di “noia” che aggrava la situazione e fa saltare i soggetti da un'azione a un'altra, da un lavoro all'altro, da una relazione all'altra.
Oltre alla compromissione a livello lavorativo e sociale, è anche generalmente minore il tasso di scolarizzazione: gli adolescenti con ADHD fanno fatica a mantenere l’attenzione e studiare, quindi solitamente raggiungono l’obbligo scolastico o la maturità e poi raramente proseguono con la carriera universitaria. Questo fattore, a sua volta, impatta le possibilità di trovare un lavoro, senza contare le difficoltà nel mantenerlo.
Inoltre, gli adolescenti con ADHD hanno maggiori probabilità di sviluppare un disturbo antisociale di personalità, di entrare nei circoli di dipendenza da sostanze e, quindi, di poter commettere reati. Si tratta, quindi, di un pattern che, nelle sue forme gravi, può essere molto invalidante.
ADHD e invalidità civile
La diagnosi di ADHD in età adulta può, in alcuni casi, contribuire al riconoscimento dell'invalidità civile, ma questo dipende dalla gravità dei sintomi e dal loro impatto sulle attività quotidiane e lavorative.
La valutazione dell'invalidità non si basa solo sulla presenza di ADHD, ma tiene conto di diversi fattori, compresa la presenza di eventuali condizioni mediche o psichiatriche aggiuntive che possono contribuire al quadro clinico complessivo.
La procedura per ottenere il riconoscimento dell'invalidità civile può variare in base al paese e al sistema di assistenza sociale quindi è sempre consigliabile consultare le autorità o gli esperti locali per comprendere appieno il processo nel contesto specifico e la correlazione tra l'ADHD e la legge 104.

Trattamento dell’ADHD negli adulti
L'ADHD è curabile? Non si può parlare di una vera e propria cura per l'ADHD, ma piuttosto di trattamento e gestione dell'impatto dell’ADHD negli adulti. Ci sono molte testimonianze di adulti con ADHD che raccontano come sono riusciti a migliorare la loro condizione.
La gestione dell'impulsività e dell'iperattività negli adulti con ADHD può essere favorita con dei percorsi di psicoterapia per l'ADHD e praticando discipline meditative come la mindfulness, che possono aiutare il paziente a rafforzare le sue capacità attentive e di autocontrollo.
La terapia cognitivo-comportamentale per l'ADHD negli adulti
Numerose ricerche hanno confermato l’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale (TCC) nel ridurre i sintomi dell’ADHD come inattenzione, iperattività e impulsività e nell’alleviare le difficoltà emotive che questa condizione comporta nella vita quotidiana, con aumento di autostima e qualità della vita.
Questo approccio si rivela particolarmente utile quando è strutturato e prevede interventi mirati che includano:
- interventi psicoeducativi con focus su abilità organizzative, gestione del tempo, regolazione emotiva, problem solving, relazioni sociali e strategie per migliorare l’autocontrollo;
- interventi comportamentali: i pazienti possono così sperimentare nella vita di tutti i giorni le tecniche imparate durante le sessioni terapeutiche;
- strategie cognitive, come il riconoscimento e la gestione dei pensieri automatici negativi, la correzione di schemi di pensiero disfunzionali e l’applicazione di tecniche di ristrutturazione cognitiva.
In alcuni casi, la TCC viene integrata con la terapia farmacologica, piuttosto che utilizzata come unico approccio terapeutico, portando a un beneficio aggiuntivo.
Coaching
Il coaching per l’ADHD è un intervento psicologico mirato in cui lo psicologo supporta la persona nell’individuare strategie personalizzate per raggiungere obiettivi e completare attività. Fondato su tecniche di derivazione cognitivo-comportamentale (CBT), si concentra sul momento presente e sulle esigenze pratiche dell’individuo.
Questo approccio tiene conto delle basi biologiche del disturbo e propone un ampio ventaglio di strumenti utili per affrontare con efficacia le sfide della vita quotidiana, sia in ambito domestico che scolastico, lavorativo, emotivo e relazionale.
Il coaching non si limita a fornire supporto pratico, ma incoraggia una maggiore consapevolezza delle proprie caratteristiche personali, favorendo lo sviluppo e il consolidamento dell’autonomia e di una gestione più efficace delle sfide di ogni giorno.

Terapia farmacologica per l’ADHD negli adulti
Come già accennato, il trattamento del disturbo da deficit dell'attenzione negli adulti può includere l'uso di farmaci per l'ADHD. I farmaci stimolanti e non stimolanti sono comunemente prescritti per gestire i sintomi.
Il trattamento elettivo è uno psicostimolante che si chiama metilfenidato, mentre nei casi in cui questo non si riveli adatto o efficace si procede con la somministrazione di atomoxetina, un principio attivo che, invece, non è psicostimolante.
Finora, per trattare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), si sono usati principalmente farmaci stimolanti. Tuttavia, in certi casi (come la presenza di una dipendenza da sostanze o un disturbo d'ansia) vengono adottate alternative non stimolanti che agiscono sulle sostanze chimiche nel cervello come la noradrenalina e la dopamina, perché tendono ad avere meno effetti collaterali e sono spesso preferite dai pazienti.
Tra queste opzioni c'è la viloxazina, un farmaco non stimolante recentemente approvato per il trattamento dell’ADHD negli adulti che agisce principalmente aumentando la noradrenalina nel cervello e modulando il sistema serotoninergico. È considerata sicura ed efficace, con potenziali benefici anche in condizioni come depressione e ansia.
Psicoterapia e psichiatria per l’ADHD negli adulti
Se pensi di avere l'ADHD e vuoi affrontare i sintomi correlati del disturbo da deficit di attenzione e iperattività, il primo passo può essere quello di rivolgerti al nostro centro medico autorizzato. Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute con in media circa 10 anni di esperienza.
Inoltre, se stai cercando una valutazione e un possibile trattamento, puoi consultare anche i nostri psichiatri online specializzati in disturbi dell'attenzione e dell'iperattività.
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