L'identikit del manipolatore affettivo: riconoscerlo per difendersi
Il manipolatore affettivo mira a instaurare una relazione di dipendenza con la sua vittima, nascondendo le sue fragilità più profonde. Scopri come riconoscerlo e come uscine.

Le relazioni con un manipolatore affettivo possono essere molto dannose e determinare delle conseguenze a lungo termine. Uscire da una relazione disfunzionale non è mai semplice, ma imparare a riconoscere un manipolatore affettivo può essere il primo passo nella direzione giusta.
Vediamo quindi i segnali d’allarme che ci permettono di comprendere se ci troviamo di fronte ad un manipolatore affettivo per poterci tutelare.
Chi è il manipolatore affettivo?
I manipolatori affettivi sono persone che usano i ricatti emotivi per far sentire in colpa gli altri e spingerli a fare quello che vogliono, come se li comandassero. Quando capiscono che l’altra persona dipende da loro, sfruttano questa situazione per ottenere ogni cosa che desiderano.
L'obiettivo del manipolatore è il controllo. Secondo lo psicoterapeuta A. Lowen, il controllo serve come il potere: proteggere da una possibile umiliazione. Il manipolatore è quindi un "maniaco del controllo" e, di solito, inizia controllando se stesso, negando i propri sentimenti.
Le caratteristiche del manipolatore affettivo
Le persone manipolatrici non esitano a calpestare i sentimenti degli altri per raggiungere i propri obiettivi. Individuano il punto debole della vittima e lo sfruttano a loro vantaggio, finché non sarà la vittima stessa a giustificare il loro comportamento e a rinunciare ai propri bisogni.
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Egoismo
Dietro questa mancanza di rispetto c’è un forte egoismo che spinge il manipolatore a chiedere sempre di più, fino a ottenere il controllo completo sulla vittima, funzionale a mantenere un’apparenza di superiorità su una persona ritenuta più fragile e facile da dominare. Può manifestarsi come bisogno costante di attenzione e conferma, sfruttamento emotivo, mancanza di empatia, pretesa di decidere per entrambi, priorità dei propri interessi personali.
Naturalmente si tratta di un castello di carte, costruito per non scoprire e avere a che fare con le proprie debolezze.
Bassa autostima
La scarsa autostima del manipolatore affettivo lo rende incapace di essere assertivo, cioè di esprimere i propri bisogni in modo chiaro, educato e non prevaricatore. Nonostante le apparenze, dove mostrano atteggiamenti controllanti e dominanti, ostentazioni di superiorità e di perfezione, spesso i manipolatori affettivi fanno fatica ad amare se stessi: lo stile di comunicazione sottilmente aggressivo e la manipolazione sono mezzi per raggiungere un fine senza esporsi in maniera sana.
Per lo stesso motivo, il manipolatore affettivo medio è intollerante alla frustrazione: ogni "no" è una possibile minaccia alla sua posizione di superiorità in quanto lo mette a contatto con le proprie fragilità e fatiche. A questo punto possono entrare in gioco due fattori: il vittimismo e la violenza verbale e psicologica.

Vittimismo
Un manipolatore che adotta il ruolo della vittima cerca di ottenere simpatia, comprensione e supporto dagli altri trasformandosi in una figura innocente e vulnerabile. Usando l'auto-pietismo e la manipolazione emotiva può tentare di controllare gli altri, spingerli a sentirsi colpevoli o a fare in modo che cedano alle sue richieste.
Assenza di scrupoli
Il manipolatore non si farà scrupoli, una volta individuati i punti deboli della vittima, ad usarli a suo favore per ottenere ciò che desidera senza preoccuparsi delle conseguenze sull’altra persona. Per questa persona è prioritario salvaguardare il proprio benessere.
Mancanza di assertività
Il manipolatore comunica attraverso uno stile aggressivo, convinto che sia l’unico modo per ottenere ciò che desidera.
Come si comporta un manipolatore affettivo
Il manipolatore usa metodi subdoli per controllare e influenzare gli altri. Può sfruttare le tue vulnerabilità, farti pressioni con ultimatum nei momenti di stress e cercare di farti sentire in colpa per i suoi problemi, che non ti riguardano.
I manipolatori affettivi sono persone che usano il ricatto emotivo per ottenere ciò che desiderano, trattando gli altri come se fossero strumenti. Una volta che creano una dipendenza, la sfruttano per ottenere tutto ciò che vogliono.
Frasi tipiche del manipolatore affettivo
Questi comportamenti sono spesso espressi attraverso un lessico colpevolizzante e possessivo. Ecco alcune frasi che un ipotetico manipolatore affettivo potrebbe usare per ottenere il controllo della relazione:
- "Solo io ti capisco bene"
- "È tutta colpa tua"
- "Lo faccio per te e per il tuo bene"
- "Sei troppo sensibile"
- “Se mi volessi bene, lo faresti”
- “Con tutto quello che ho fatto per te…”
Il manipolatore usa queste affermazioni per esercitare controllo sulla vittima e influenzare il suo comportamento attraverso un ciclo di conferme e negazioni, creando instabilità e dipendenza emotiva.
Alcune di queste frasi possono essere utilizzate anche nel contesto del breadcrumbing (letteralmente "lasciare briciole di pane"): una forma di manipolazione emotiva che consiste nel dare alla vittima delle attenzioni sporadiche e superficiali, per mantenere il suo interesse ma senza impegnarsi in una relazione significativa. Un altro fenomeno manipolatorio è il famoso ghosting: quando una persona sparisce all'improvviso dalla nostra vita, senza più farsi vedere o sentire (esiste anche la variante del ghosting in amicizia).
Naturalmente, dire o pensare una delle frasi dell'elenco non ci trasforma automaticamente in manipolatori affettivi: considerale come dei segnali, delle spie che vale la pena analizzare da vicino.
Cosa c’è dietro: perché il manipolatore affettivo lo diventa
Non si può dare una risposta generale a questa domanda. A volte il manipolatore affettivo potrebbe essere a sua volta vittima di un disturbo di personalità, come il disturbo di personalità narcisista, o il disturbo antisociale. Sono patologie che comportano un totale disinteresse dell’impatto che le nostre azioni possono avere sulle altre persone.
Come detto, il manipolatore affettivo può anche soffrire di un’autostima molto fragile, e necessitare di continue conferme da parte degli altri. Nella coppia questo bisogno di appagamento si traduce in una manipolazione costante: il manipolatore affettivo richiede continue prove d’amore, con cui può sentirsi importante e indispensabile.

Le tecniche del manipolatore affettivo
Come abbiamo detto, il manipolatore affettivo può essere un narcisista che ricorre a tutto pur di mantenere alta la sua autostima, sfruttando chi gli sta accanto.
Molti manipolatori affettivi fanno leva sulla seduzione e sull'attrazione sessuale per abbassare le difese della vittima e indurla a fidarsi di loro. Inizialmente si dimostrano quindi altruisti, sensibili e generosi: è una strategia per ottenere approvazione, riconoscimento e fiducia.
Dopo questa prima fase arrivano le bugie e il sabotaggio dell’autostima: la persona manipolata può essere indotta a mettere in dubbio la realtà in cui crede. Il manipolatore affettivo nega l'evidenza in modo molto convincente, o ricorre alla tecnica del silenzio, un modo passivo di essere aggressivi che punta a fare sentire la vittima invisibile e senza valore.
Il passaggio finale è condurre verso un progressivo isolamento, distruggendo il mondo della persona manipolata e tagliando tutti i ponti con l'esterno, finché la relazione tossica con il manipolatore non rimane l'unica ancora a cui potersi appigliare.
Le tecniche della manipolazione secondo Simon
Lo psicologo George K. Simon ha individuato alcuni metodi d’azione tipici del manipolatore:
- Mentire per soddisfare il proprio interesse;
- Omettere informazioni rilevanti;
- Negare i propri errori e modificare la realtà a proprio vantaggio;
- Razionalizzare i comportamenti inappropriati;
- Minimizzare i propri atteggiamenti sbagliati;
- Scegliere a cosa prestare o non prestare attenzione;
- Spostare i discorsi dove vuole;
- Rispondere in maniera evasiva;
- Minacciare la propria vittima;
- Instillare sensi di colpa nella vittima;
- Mettere in imbarazzo e far vergognare la propria vittima;
- Fingere di essere la vittima;
- Denigrare la vittima;
- Fare il servile;
- Sedurre la vittima per spingerla ad abbassare le proprie difese;
- Spostare la colpa da se stesso sugli altri;
- Fingere di essere innocente;
- Fingere di non capire o non sapere quando la vittima esprime la propria opinione sui suoi comportamenti;
- Manifestare rabbia per creare uno shock emotivo nella vittima.
Come difendersi da un manipolatore affettivo
Per proteggersi dalla possessività in amore e dalle persone manipolatrici il modo migliore è la prevenzione. Se pensi di essere vittima di una manipolazione mentale, devi concentrarti sullo spezzare la dipendenza che ti lega a lui o a lei.
Per prima cosa devi comprendere a fondo come funziona questa dinamica: anche se hai la percezione di avere assolutamente bisogno di questa persona, cerca di metterla in discussione. È il manipolatore affettivo che ha davvero bisogno della tua approvazione, non il contrario. Ed è per questo che impiega tante energie per distruggere la tua autostima.
Per trovare la forza di allontanarti da lei o da lui, pensa a tutte le libertà che hai perso: ad esempio, quella di esprimere apertamente bisogni e sentimenti senza doverti sacrificare, quella di fare valere le tue priorità, quella di poter rifiutare una proposta senza doverti difendere dai sensi di colpa o dalle aggressioni emotive.
È una cosa facile da leggere e difficilissima da mettere in pratica. Ma ricorda: puoi sempre chiedere aiuto.

Assertività
Sii assertivo. Comunica apertamente con il manipolatore per evitare qualsiasi ambiguità.
Allontanarsi
Soprattutto all’inizio è molto difficile ma è essenziale prendere le distanze dal manipolatore. Non solo, una volta che ci si è allontanati è fondamentale non rispondere ai suoi tentativi di riavvicinamento.
Prendersi cura di se stessi/ascoltare i propri bisogni
Riprenditi gli spazi, interni ed esterni, che ti erano stati portati via dal manipolatore.
Non fidarsi o fare affidamento su di lui/lei
Ora che sei consapevole di trovarti davanti un manipolatore, non fidarti di nulla di ciò che ti dice.
Sono vittima di un manipolatore affettivo: a chi posso rivolgermi?
Se hai ritrovato un po' di te in quello che hai letto, parlarne con una persona a cui vuoi bene e di cui senti di poterti fidare è un ottimo modo per esprimere i tuoi dubbi ad alta voce e per avere un punto di vista diverso da quello della persona manipolatrice.
Anche quando si è riusciti ad allontanare il manipolatore, le conseguenze psicologiche possono avere strascichi nel tempo. Per affrontare le conseguenze ed elaborare quanto successo, può essere utile anche rivolgersi a un professionista della salute mentale. Nel caso, puoi prendere in considerazione Serenis: siamo un centro medico privato, specializzato in supporto psicologico e psicoterapia. Il nostro servizio si svolge completamente online, grazie a una rete di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè psicologi specializzati) che puoi incontrare in videochiamata.
R. inizia un percorso di psicoterapia perché vuole cambiare alcuni aspetti di sé che causano conflittualità nella relazione di coppia. Emerge dai suoi racconti come E. alterni seduzione e sicurezza di sé a svalutazioni sottili verso R. e comportamenti di vittimismo che portano R. a mettere in discussione il proprio punto di vista e dubitare di sé, sentendosi responsabile del malessere dell’altro e della coppia. Il lavoro clinico si centra sul restituire a R. fiducia nelle proprie percezioni e sul legittimare i propri bisogni, per poi focalizzarsi sulla ridefinizione delle dinamiche relazionali.
Fonti:
- Simon, George K, In Sheep's Clothing: Understanding and Dealing with Manipulative People, 1996.
- Potter, N. N. (2006). What is manipulative behavior, anyway?. Journal of personality disorders, 20(2), 139-156.
- Hepworth, D. H. (1993). Managing manipulative behavior in the helping relationship. Social Work, 38(6), 674-682.
