Dipendenza da cibo: cos’è e come affrontarla

La dipendenza da cibo è un disturbo caratterizzato da un'incapacità di controllare l'assunzione alimentare in modo sano. Questo comporta gravi conseguenze fisiche e psicologiche, richiedendo un trattamento che comprenda sia l'aspetto fisico che quello emotivo del problema.

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Dipendenza da cibo

Quando pensiamo al cibo, spesso ci concentriamo sulla sua funzione primaria: nutrire il nostro corpo e mantenerci in salute. Tuttavia, c'è un aspetto più complesso che va oltre il semplice soddisfare il nostro appetito: quello legato alla ricerca del piacere sensoriale e gustativo che il cibo può offrire. Purtroppo, in alcuni casi, questo rapporto può sbilanciarsi e prendere una piega pericolosa, come nel caso della dipendenza da cibo.

I disturbi dell'alimentazione ci mettono di fronte a una realtà complicata e spesso sottovalutata. In questo articolo parleremo delle cause, dei possibili trattamenti della dipendenza da cibo e dei percorsi che possono aiutare a costruire un rapporto più equilibrato con l’alimentazione.

Dipendenza da cibo: cos'è? 

A livello comportamentale, la dipendenza da cibo può essere descritta come un comportamento patologico caratterizzato dall'incapacità di resistere a determinati alimenti, che attivano percorsi neurali simili a quelli delle droghe d'abuso. Cibi ad alto contenuto di sodio, aromatizzanti artificiali, carboidrati e grassi saturi sono considerati fattori scatenanti per questo tipo di dipendenza. La Yale Food Addiction Severity Scale (YFAS) è uno strumento utilizzato per valutare la gravità della dipendenza alimentare, e le stime suggeriscono che essa possa interessare fino al 20% della popolazione generale. 
Sebbene la patogenesi di questa condizione non sia ancora completamente compresa, si ritiene che disfunzioni della ricompensa, impulsività e disregolazione emotiva svolgano un ruolo chiave nei suoi meccanismi sottostanti.

Quali sono i sintomi della dipendenza da cibo?

Come per le più note dipendenze da sostanze, anche la dipendenza da cibo può classificarsi come risposta a un insieme di fattori. Si tratta di un modello di comportamento alimentare caratterizzato da un desiderio incontrollabile e ricorrente di consumare grandi quantità di cibo, spesso con una sensazione di perdita di controllo. Questa condizione è strettamente associata a una serie di disturbi, tra cui l'obesità, la sindrome metabolica, il disturbo da alimentazione incontrollata e la bulimia nervosa.

Sintomi della dipendenza da cibo

Cause della dipendenza da cibo: quali sono?

Le cause psicologiche della dipendenza da cibo rappresentano spesso il nucleo più profondo del problema. Accanto a queste, tuttavia, esistono anche cause biologiche, sociali e familiari che contribuiscono a rinforzare la dipendenza, rendendola un fenomeno complesso e multifattoriale. 

Cause della dipendenza da ciboDescrizione
Uso del cibo come mezzo di copingIl cibo viene utilizzato come modo per affrontare disagi emotivi come stress, ansia, solitudine o tristezza, fungendo da forma di automedicazione temporanea per alleviare il dolore interiore.
Eventi traumatici o situazioni difficiliEventi traumatici o esperienze difficili possono portare a comportamenti alimentari problematici, con il cibo che diventa un rifugio per proteggersi dall'angoscia e dalla sofferenza.
Ideali di bellezza imposti dalla societàLa società impone spesso degli standard di bellezza irrealistici che possono influenzare negativamente l'autostima, portando alcuni individui a sviluppare una dipendenza da cibo come risultato.
Influenza dei genitori e degli adultiI comportamenti alimentari dei genitori e le loro credenze sulla dieta e sull'immagine corporea possono influenzare profondamente i bambini, condizionando la loro percezione del cibo e dei comportamenti alimentari.
Fattori sociali e ambientali
 
Accesso facile a alimenti ad alto contenuto di zucchero, grassi e sale, uso del cibo in occasioni sociali.
Disturbi alimentariComportamenti alimentari disfunzionali come la restrizione calorica seguita da abbuffate, uso del cibo per affrontare situazioni stressanti o noiose.
 
Abitudini errate in famigliaAbitudini e comportamenti errati di gestione delle emozioni che si sono consolidati durante l'infanzia.

Differenza tra fame nervosa e dipendenza da cibo

È importante sottolineare la differenza tra dipendenza da cibo e fame nervosa: la prima è legata a un problema biologico e comportamentale con il cervello (in particolare l’ipotalamo, che regola appetito e sazietà) e porta a cercare cibo in modo compulsivo. La fame nervosa, invece, è una risposta a emozioni come stress, noia o tristezza. In questi momenti possiamo sentire il bisogno di mangiare rapidamente e in grandi quantità, anche se non siamo affamati. Dopo, ci si sente spesso troppo pieni e magari anche in colpa o imbarazzati per aver mangiato così tanto.

Dipendenza da cibo e Binge Eating: cosa cambia?

La dipendenza da cibo può essere descritta come una relazione problematica con il cibo in cui si sperimentano perdita di controllo e un forte impulso a mangiare, anche in assenza di fame reale. Potrebbe essere confusa con il Binge Eating Disorder (BED): questo, tuttavia, è a tutti gli effetti un disturbo alimentare ufficialmente riconosciuto dal DSM-5, caratterizzato da abbuffate regolari e incontrollabili.

In entrambi i casi il cibo diventa un meccanismo di sfogo emotivo, perdendo la sua funzione primaria di nutrimento. Questo crea un ciclo di sofferenza per coloro che affrontano questo problema: il cibo, analogamente alle droghe, attiva il sistema dopaminergico nel cervello, creando una sorta di dipendenza difficile da spezzare. Inoltre, il meccanismo è rafforzato dalla memoria anticipatoria del piacere legato al cibo: questo processo aumenta la vulnerabilità psicologica e rende la tentazione quotidiana più intensa. 

Bulimia nervosa, picacismo e iporessia

Nel caso della bulimia si possono riscontrare comportamenti simili a quelli della dipendenza da cibo, ma questo disturbo include anche episodi di compensazione, come il vomito autoindotto o l’attività fisica eccessiva per ridurre le calorie ingerite. 

Diverso è il picacismo: si tratta di un disturbo alimentare in cui la persona che ne soffre ingerisce sostanze non nutritive, come terra, gesso sabbia e cotone.

L'iporessia, invece, rappresenta l’opposto della dipendenza da cibo: è un disturbo alimentare caratterizzato da perdita di appetito e dalla mancanza di interesse per il cibo.

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Dipendenze e connessioni neurologiche

La ricerca neuroscientifica oggi offre uno sguardo più profondo sulla nostra relazione con il cibo, rivelando interessanti connessioni neurologiche. Studi di neuroimaging funzionale hanno rivelato che odore, aspetto e gusto del cibo attivano regioni cerebrali coinvolte nei meccanismi di gratificazione e ricompensa. Questo avviene in modo simile a quanto osservato con le sostanze d'abuso.

Immagina di entrare in una cucina e percepire l'irresistibile profumo di una torta appena sfornata. La sua presentazione estetica, con i suoi colori vivaci, ti cattura immediatamente. Questa esperienza sensoriale va oltre il semplice piacere culinario: mostra come il cibo agisca come potente stimolo per il sistema nervoso, capace di attivare emozioni e desiderio, non solo per via del suo ruolo di nutrimento.

Nel contesto della dipendenza da sostanze e della dipendenza da cibo si innescano processi simili: l'esposizione ripetuta e precoce a determinati stimoli, come il cibo appetitoso, può generare un desiderio persistente e una gratificazione successiva. Questo ciclo comportamentale può causare uno sbilanciamento nei centri cerebrali che regolano la fame e la ricompensa, aumentando la tendenza ad assumere eccessivamente cibo e riducendo la percezione di sazietà

Con il tempo, questo squilibrio può portare a comportamenti alimentari disfunzionali e contribuire alla dipendenza da cibo.

Dipendenza da cibo spazzatura

Bliss point, dopamina e dipendenza da cibo

Il concetto di "cibo spazzatura", il cui termine stesso evoca immagini di alimenti poco salutari e ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale, è diventato una realtà onnipresente nel mondo moderno. Questi prodotti sono studiati per raggiungere quello che gli esperti definiscono Bliss Point, ovvero il punto di equilibrio perfetto tra ingredienti in grado di massimizzare il piacere gustativo. Le grandi industrie alimentari sfruttano questo meccanismo per rendere i loro prodotti irresistibili e, di conseguenza, aumentare i loro consumi e profitti.

Questi alimenti sono progettati per essere appetitosi, ma spesso mancano di sostanze nutrienti essenziali e possono contribuire a gravi problemi di salute come obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Il cosiddetto "mercato della dopamina" descrive il modo in cui le aziende manipolano i nostri gusti e le nostre abitudini alimentari per stimolare la produzione di dopamina nel cervello, il neurotrasmettitore associato al piacere e alla gratificazione.

Con ciò non si vuole suggerire l'astinenza da questo tipo di cibo, ma piuttosto ma piuttosto di consumarlo nelle quantità raccomandate dalle linee guida dietetiche. Riconosciamo quanto possa essere difficile distinguere tra il piacere di nutrirsi in modo sano e l’ansia legata a ciò che mangiamo, specialmente in condizioni come l'ortoressia

Il nostro obiettivo è promuovere un approccio equilibrato all’alimentazione, che incoraggi la consapevolezza e il benessere complessivo. 

Conseguenze della dipendenza da cibo

La dipendenza da cibo può avere conseguenze significative sulla salute fisica, mentale e sociale di chi ne soffre. Di seguito le principali conseguenze associate a questo comportamento alimentare:

Conseguenze della dipendenza da ciboDescrizione
Aumento di peso e obesitàL'assunzione eccessiva di cibo porta all'aumento di peso e all'insorgenza dell'obesità.
Problemi di salute fisicaLa dipendenza da cibo può causare disturbi fisici come diabete, ipertensione e malattie cardiache.
Disturbi alimentariLa dipendenza da cibo può manifestarsi attraverso disturbi alimentari come binge eating disorder (BED) o bulimia nervosa.
Problemi di salute mentaleAnsia, depressione e bassa autostima possono essere causati dalla dipendenza da cibo, influenzando la salute mentale complessiva.
Problemi di autostima e relazioniLa dipendenza da cibo può influenzare negativamente l'autostima e le relazioni interpersonali a causa di sentimenti di vergogna e isolamento.
Isolamento socialeLa persona potrebbe evitare situazioni sociali che coinvolgono il cibo per nascondere o indulgere nella propria dipendenza, portando all'isolamento sociale.
Disturbi del sonnoI disturbi alimentari possono causare insonnia o altri disturbi del sonno, influenzando negativamente la qualità del riposo.
Rischi per la salute dentaleL'eccessivo consumo di cibo può aumentare il rischio di carie e altri problemi dentali.
Ridotta qualità della vitaLa dipendenza da cibo può compromettere la capacità di godere delle attività quotidiane e dei rapporti interpersonali, riducendo la qualità della vita.
Dipendenza finanziariaL'aumento delle spese alimentari può portare a una dipendenza finanziaria con ripercussioni sulla stabilità economica della persona.

Dipendenza da cibo: come uscirne

Dipendenza da cibo: come uscirne

Affrontare la dipendenza da cibo è una sfida complessa che va oltre la forza di volontà o il semplice controllo fisico. È un viaggio che richiede profonda introspezione e impegno emotivo: per guarire, serve il coraggio di esplorare le radici psicologiche di questa dipendenza. Si tratta di un intreccio di emozioni, abitudini e vissuti personali che vanno compresi e rielaborati, passo dopo passo. 

Di conseguenza, è fondamentale cercare sostegno professionale sia per riconoscere i meccanismi che alimentano il comportamento compulsivo, che per ristabilire un rapporto più equilibrato con il cibo. Non è un percorso semplice, ma può essere profondamente gratificante: con pazienza, gentilezza verso se stessi e determinazione, è possibile liberarsi dal dominio del cibo e riscoprire una relazione equilibrata anche con il proprio corpo e le proprie emozioni.

Puoi rivolgerti ai centri per disturbi alimentari, o iniziare un percorso di psicoterapia. In questo caso, Serenis potrebbe aiutarti con il supporto di uno psicologo online altamente qualificato. 

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Sensibilizzazione: cos'è la Giornata del Fiocchetto Lilla?

Il 15 marzo si ricorda la "Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla", dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare. Queste patologie rappresentano una sfida per la salute pubblica e richiedono un'attenzione particolare sia dal punto di vista sanitario che sociale, data la loro diffusione crescente e l'insorgenza sempre più precoce. 

Fonti:

Bibliografia

La dipendenza da cibo. — La costruzione della salute nel welfare socio-sanitario, pp. 117

Pagano, Umberto (2016)

La dipendenza da cibo: il binge eating disorder. — MEDICINA DELLE DIPENDENZE 20.5 , pp. 5-5

Agabio, Roberta (2015)

La passione del gusto. Quando il cibo diventa piacere. — Il mulino

Cavalieri, Rosalia (2016)

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Milano n° 51304, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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