Demofobia: che cos’è la paura della folla

La demofobia può influenzare significativamente la vita quotidiana della persona, portando a evitare luoghi affollati o situazioni sociali dense di persone. Scopri come superarla.

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Demofobia

Punti chiave

  • Cos'è la demofobia: la demofobia è la paura intensa e irrazionale della folla. Può manifestarsi da sola o in associazione ad altri disturbi d’ansia come agorafobia o disturbo ossessivo-compulsivo.
  • Sintomi: chi soffre di demofobia può sperimentare tachicardia, tremori, nausea, attacchi di panico e forte disagio emotivo nelle situazioni affollate o anche solo al pensiero di affrontarle.
  • Trattamento: il trattamento più efficace è la terapia cognitivo comportamentale, che combina esposizione graduale, tecniche di rilassamento e ristrutturazione dei pensieri disfunzionali.

Cos'è la demofobia?

La demofobia, o la paura di stare in mezzo alla gente, è la fobia o il timore ossessivo della folla che può essere associata a agorafobia, claustrofobia e centrofobia. Questa condizione può causare ansia e panico in situazioni affollate.

Spesso, chi soffre di demofobia prova anche disagio in mezzo alla gente e può sperimentare forme di agorafobia. Questa è la paura o il disagio degli ampi spazi all'aperto o affollati, legata al timore di non riuscire a controllare la situazione (da ἀγορά "piazza", "mercato" e φοβία "paura", etimologicamente "paura della piazza").

Tra le cause della demofobia ci sono:

Cos'è la demofobia

Differenza tra demofobia e agorafobia

La demofobia è la paura della folla. L’agorafobia è la paura di trovarsi in situazioni dalle quali è difficile allontanarsi o ricevere aiuto in caso di ansia.

A differenza della demofobia, nell’agorafobia il timore non è legato alla folla in sé, ma all’idea di perdere il controllo in un contesto dal quale non si può uscire facilmente.

Sintomi della demofobia

La demofobia può emergere in modo improvviso o svilupparsi gradualmente nel tempo. I sintomi compaiono quando la persona si trova o immagina di trovarsi in mezzo a una folla. La reazione ansiosa può essere intensa e condizionare la qualità della vita, portando a evitare luoghi affollati anche quando non vi è un reale pericolo.

  • Attacchi di panico improvvisi
  • Nausea, vertigini, senso di svenimento
  • Tachicardia, tensione muscolare, tremori
  • Mal di stomaco, sudorazione eccessiva
  • Tristezza, irritabilità, paura di perdere il controllo
  • Timore intenso di morire

Come per altre fobie, la persona demofobica tende a evitare le situazioni percepite come minacciose. L’evitamento è una risposta difensiva che può limitare in modo significativo la libertà personale e la vita sociale. In situazioni estreme, la persona può arrivare addirittura a isolarsi completamente e a non uscire più di casa per diversi mesi, se non anni, per timore di stare tra la folla.

Se soffri di questi sintomi e ti stai chiedendo se soffri di demofobia, puoi parlarne direttamente con un terapeuta del nostro centro medico. Puoi prenotare un primo colloquio gratuito in cui esporre le tue preoccupazioni e capire insieme ad un nostro professionista se è necessario un percorso di cura.

Demofobia, enoclofobia e oclofobia

La demofobia, l'enoclofobia e l'oclofobia sono condizioni legate alla paura delle folle, ma hanno sfumature diverse.

  • La demofobia è la paura generale delle folle.
  • L'enoclofobia, invece, si concentra specificamente sulla paura delle folle dense e affollate.
  • L'oclofobia, simile all'enoclofobia, si riferisce alla paura delle folle disordinate o caotiche.

Queste fobie possono sovrapporsi, ma ciascuna ha un focus leggermente diverso sulla natura o sul contesto della folla che provoca l'ansia.

La demofobia può essere collegata poi ad altre fobie più comuni in vari modi:

  • agorafobia (paura degli spazi aperti);
  • claustrofobia (paura degli spazi chiusi). Sebbene sia la paura di spazi chiusi, può sovrapporsi con la demofobia in situazioni come folle in ambienti confinati;
  • acrofobia (paura dell'altezza). Può essere collegata alla demofobia nelle situazioni dove le folle si trovano in luoghi elevati o su piattaforme rialzate;
  • glossofobia (paura di parlare in pubblico). Può essere aggravata dalla presenza di una folla.
Demofobia, enoclofobia e oclofobia

Quali sono le cause della paura della folla?

Le cause della demofobia possono essere diverse e interconnesse:

  1. Esperienze traumatiche: un evento traumatico vissuto in una situazione affollata può scatenare la demofobia, dove il cervello associa folle a pericolo o disagio.
  2. Disturbi d’ansia: la demofobia può essere un sintomo o un'estensione di un disturbo d'ansia generale (come il disturbo d'ansia generalizzato), dove le folle diventano uno stimolo ansioso specifico.
  3. Ansia da COVID: la pandemia di COVID-19 ha creato nuove forme di ansia sociale e paura dei contagi, rendendo alcune persone particolarmente ansiose in spazi affollati.
  4. Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC): nei casi di DOC, la paura delle folle può essere collegata a compulsioni o pensieri ossessivi riguardanti la contaminazione, il disordine e il controllo.

Per rispondere indagare le cause generali delle fobie, dobbiamo prima descrivere l’eziologia dei disturbi fobici in generale: 

  • un soggetto X sale in un tram particolarmente affollato;
  • quando si trova in questa situazione, il soggetto X collega lo stimolo esterno neutro (il tram è affollato) ad una risposta interna di natura biologica (per esempio un’emozione o l’indifferenza);
  • se il soggetto non ha disturbi fobici relativi alla folla, collegherà allo stimolo neutro una risposta neutra o quantomeno non patologica;
  • se il soggetto è demofobico, collegherà allo stimolo neutro (il tram è affollato) una risposta interna di natura patologica (se il tram è pieno sono in pericolo);
  • percependo il pericolo, il soggetto fobico viene poi colto dagli attacchi di panico.
Le fobie non passano da sole

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Terapie per la demofobia

La demofobia può essere affrontata con un percorso psicologico mirato. Purtroppo, se non trattata, la demofobia può diventare un limite serio. Può portare all’isolamento, in particolare nei bambini e negli adolescenti, che potrebbero evitare ambienti sociali come scuole, parchi o attività sportive.

Tra gli approcci più efficaci c’è la terapia cognitivo comportamentale. Questo trattamento lavora su tre aree principali:

  • Esposizione graduale alla folla, per ridurre la paura e il comportamento di evitamento.
  • Tecniche di rilassamento, come la respirazione diaframmatica o il rilassamento muscolare progressivo.
  • Ristrutturazione cognitiva, per cambiare i pensieri irrazionali legati al pericolo percepito.

L’obiettivo del trattamento è ridurre l’evitamento e aumentare la sicurezza personale, permettendo alla persona di tornare a vivere contesti sociali e spazi condivisi senza disagio.

M. è una studentessa universitaria fuori sede di 27 anni, che decide di iniziare un percorso terapeutico in quanto, circa un anno fa, ha avuto un episodio di svenimento in mezzo alla folla mentre rientrava a casa da una lezione. Da allora vive con il terrore che la situazione si possa ripetere, vive in uno stato di ansia costante (sfociata in alcuni momenti in attacco di panico), per cui da circa 12 mesi è rinchiusa in casa, evita in ogni modo situazioni sociali e di uscire per paura di stare male nuovamente. Ha smesso di andare a lezione, e tutte le commissioni che richiedono di uscire di casa vengono sbrigate dal suo compagno, con cui convive. M. ha di fatto interrotto la sua vita per timore di trovarsi nuovamente in contesti affollati e avvertire sintomi di malessere, che non saprebbe come gestire. La terapia svolta con M. ha avuto come obiettivo quello di ristrutturare le sue convinzioni sul problema adottando in particolare le tecniche della Terapia Breve Strategica: paura dell’evitamento, la peggiore fantasia e la tecnica della bussola, che prevede un’esposizione graduale al mondo esterno. Grazie all’uso di queste tecniche, combinato anche ad un lavoro sul suo corpo e sul riconoscimento dei suoi segnali fisiologici da quelli patologici, M. ha iniziato pian piano a uscire, dapprima sostando vicino casa sua (vive nel centro di una città universitaria, spesso quindi molto affollato) e successivamente esponendosi in luoghi più affollati (negozi, supermercati, fino ad arrivare a prendere il tram e l’aereo per tornare dai suoi genitori)

Fonti:

  • Frankie. (2024, January 4). Demophobia - the fear of crowds. Daily Phobia. https://dailyphobia.com/demophobia-the-fear-of-crowds/
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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Monica CelestePsicologa e Psicoterapeuta
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Dopo la laurea in Psicologia, ho frequentato diverse specializzazioni: mi sono formata in Psiconcologia e specializzata in Psicoterapia Gestalt Analitica. Il mio lavoro ha un focus principale: offrire la possibilità di vivere autenticamente, di compiere delle scelte responsabilmente e in linea con i propri bisogni e desideri e soprattutto aiutare a comprendere che un cambiamento e una scelta diversa sono sempre possibili, anche quando non sembrano esserci alternative.
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