Workhaolism: cos'è la dipendenza da lavoro
Il workaholism, o dipendenza dal lavoro, è caratterizzato da un eccessivo coinvolgimento nel lavoro, spesso a discapito della vita personale e del benessere individuale. Questo comportamento può portare a gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica.

Punti chiave
- Cos’è il workaholism: il workaholism è una dipendenza comportamentale che spinge a lavorare in modo ossessivo, trascurando salute e vita personale. Non si tratta solo di lavorare tanto, ma di un bisogno compulsivo e continuo.
- Sintomi: chi soffre di workaholism pensa costantemente al lavoro, fatica a fermarsi e prova emozioni intense legate al lavoro. Il tempo dedicato al lavoro aumenta progressivamente, mentre le relazioni personali soffrono.
- Trattamento: la psicoterapia permette di riconoscere e modificare i pensieri e i comportamenti che mantengono la dipendenza, supportando la gestione di ansia e stress senza affidarsi al lavoro e insegnando a stabilire limiti chiari tra lavoro e vita privata.
Cos'è il workhaolism?
La dipendenza dal lavoro, chiamata anche workaholism, è un disturbo comportamentale caratterizzato da un bisogno continuo e ossessivo di lavorare. Chi ne soffre dedica al lavoro più tempo e energia rispetto a quanto servirebbe, trascurando la propria salute e vita personale. Questa condizione è diversa dal semplice fatto di lavorare tanto o con impegno.
Il termine “workaholism” nasce dal paragone con l’alcolismo, per indicare una dipendenza simile, ma legata al lavoro.
Questo comportamento compulsivo ha attirato l’attenzione di medici e psicologi fin dagli anni ’70. Nonostante questo, ancora oggi non esistono abbastanza studi scientifici per definire con certezza questo disturbo. Per questo motivo, la dipendenza dal lavoro non è ancora inserita ufficialmente nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5, APA, 2013).

Caratteristiche della persona dipendente dal lavoro
Alcuni studi mostrano che le donne sono più colpite da questa condizione, per motivi psicologici e culturali (Workaholism: A Fatal Attraction | UniTrento Press Room, n.d.).
Dal punto di vista psicologico, le donne tendono maggiormente al perfezionismo e all'autosabotaggio, che favoriscono comportamenti disfunzionali.
Dal lato culturale, le aspettative sociali giocano un ruolo importante. Le donne sentono di dover lavorare di più e con più impegno rispetto agli uomini per dimostrare il loro valore. Spesso non ricevono il giusto riconoscimento, affrontano differenze salariali e devono lottare contro i pregiudizi. Inoltre, hanno la pressione di riuscire a gestire bene sia il lavoro sia la famiglia.
Sintomi della dipendenza da lavoro
Secondo uno studio condotto da Sussman e Sussman, essere dipendenti dal lavoro comporta alcuni comportamenti simili a quelli di altre dipendenze comportamentali, come ad esempio:
- Impegno eccessivo nel comportamento;
- Pensare costantemente al lavoro e sentirsi ansiosi se non si sta lavorando;
- soddisfazione dopo essersi dedicati al comportamento, seguiti da una rapida ricaduta nell'ansia o nella necessità di lavorare di nuovo;
- Incapacità di controllare il proprio comportamento lavorativo, anche quando si desidera fermarsi;
- problemi derivanti dall'eccessivo coinvolgimento nel lavoro, come sentirsi emotivamente depresso o avere meno tempo per le relazioni sociali.
Infatti, le persone che soffrono di workaholism passano molte ore in ufficio, anche quando non è necessario, giustificando il loro comportamento "utile" per raggiungere il successo. Spesso la cultura dominante occidentale può incentivare questo tipo di atteggiamento. Le persone con dipendenza si mimetizzano in mezzo a tanti lavoratori che cercano l'eccellenza. Tuttavia, l'ambizione e la dipendenza sono due cose molto diverse.
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Criteri diagnostici della dipendenza da lavoro
In assenza di criteri diagnostici ufficiali, si possono riconoscere comportamenti a rischio basandoci su sei segnali indicati da Griffiths (2005; 2011). Questi segnali aiutano sia chi soffre di dipendenza dal lavoro sia i professionisti che li assistono.
- Salienza: il lavoro occupa un ruolo centrale nella vita, influenzando pensieri e azioni anche fuori dall’orario lavorativo.
- Umore variabile: il lavoro provoca emozioni diverse, dalla gioia all’ansia o tristezza.
- Tolleranza: la persona aumenta progressivamente il tempo dedicato al lavoro, sentendo il bisogno di impegnarsi sempre di più.
- Astinenza: se non lavora, prova disagio fisico e psicologico, come irritabilità o cambiamenti d’umore.
- Conflitti: le relazioni con colleghi e familiari si deteriorano a causa della difficoltà a separarsi dal lavoro e delle critiche ricevute.
- Ricaduta: anche dopo un periodo di miglioramento, può tornare a comportamenti di dipendenza.
Questi segnali mostrano come la dipendenza dal lavoro possa influire negativamente su più aspetti della vita personale e professionale.
Cause del workaholism
Non esiste una causa unica per il workaholism, ma più fattori che insieme possono favorire lo sviluppo di questa condizione.
Un fattore importante è la diffusione della tecnologia digitale, che permette di lavorare ovunque e in qualsiasi momento. Questo facilita il rischio di lavorare troppo senza limiti chiari.
Altri fattori possono riguardare aspetti:
- Psicologici: alcune persone hanno tratti di personalità come perfezionismo, bisogno di controllo o tendenze compulsive. Per loro, il lavoro può diventare un modo per gestire ansia, insicurezza o bassa autostima. Inoltre, alcune persone usano il lavoro per evitare problemi personali o difficoltà emotive.
- Culturali e sociali: la cultura aziendale, le pressioni economiche e sociali contribuiscono al fenomeno.
- Biologici e neurologici: dietro questa dipendenza ci sono meccanismi cerebrali simili a quelli delle altre dipendenze compulsive.
- Familiari ed educativi: l’ambiente familiare e l’educazione ricevuta, soprattutto se basati sull’importanza del lavoro duro, influenzano la propensione a diventare workaholic.

Come comportarsi con un workaholic?
Quando interagiamo con un workaholic, è essenziale adottare un approccio compassionevole e collaborativo. Iniziare una conversazione gentile sulle nostre preoccupazioni può incoraggiarlo a trovare un equilibrio più sano tra lavoro e vita personale, promuovendo il benessere di entrambi. Se noti che si distrae costantemente con email o telefonate di lavoro durante il tempo trascorso insieme, è importante comunicare con assertività le tue esigenze. Inoltre, invitarlo apertamente a dedicarsi a hobby o momenti di relax può aiutarlo a comprendere l'importanza di staccare la spina e di non pensare solo al lavoro.
In ogni caso, è importante evitare di cadere nella trappola della codipendenza affettiva, mantenendo un sano equilibrio nella relazione.
Come si cura la dipendenza da lavoro?
La dipendenza da lavoro, o workaholism, può essere trattata efficacemente con la psicoterapia. Gli interventi si concentrano sul significato che il lavoro ha per l'individuo e sulle preoccupazioni che ne derivano.
Attraverso la psicoterapia il paziente impara a riconoscere e modificare i pensieri e i comportamenti che alimentano la dipendenza. Il terapeuta aiuta a individuare le cause profonde, come ansia o bisogno di controllo, e a sviluppare strategie per gestire lo stress senza affidarsi eccessivamente al lavoro.
La psicoterapia favorisce anche il miglioramento dell’equilibrio tra vita professionale e personale, insegnando a stabilire limiti chiari e a valorizzare il tempo libero. Questo percorso supporta la persona nel recuperare il benessere psicologico e nella prevenzione delle ricadute.
Se hai bisogno di un supporto psicologico per la tua dipendenza da lavoro, puoi rivolgerti al nostro centro medico. In Serenis offriamo percorsi di psicoterapia con terapeuti che hanno in media 13 anni di esperienza. Il primo colloquio è gratuito, successivamente le sedute costano 49 € l'una.
Fonti:
- Atroszko, P. A. (2019). Work addiction as a behavioural addiction: Towards a valid identification of problematic behaviour. Australian & New Zealand Journal of Psychiatry, 53(4), 284-285.
- Orosz, G., Dombi, E., Andreassen, C. S., Griffiths, M. D., & Demetrovics, Z. (2016). Analyzing models of work addiction: Single factor and bi-factor models of the Bergen Work Addiction Scale. International Journal of Mental Health and Addiction, 14(5), 662-671.
- Griffiths, M. D. (2011). Workaholism: A 21st century addiction. The Psychologist: Bulletin of the British Psychological Society, 24, 740-744.
- Molino, M., Cortese, C. G., & Ghislieri, C. (2019). Unsustainable Working Conditions: The Association of Destructive Leadership, Use of Technology, and Workload with Workaholism and Exhaustion. Sustainability, 11(2), 446. https://doi.org/10.3390/su11020446
- Akutsu, S., Katsumura, F., & Yamamoto, S. (2022). The Antecedents and Consequences of Workaholism: Findings from the modern Japanese labor Market. Frontiers in Psychology, 13. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2022.812821
- Workaholism: a fatal attraction | UniTrento Press Room. (n.d.). https://pressroom.unitn.it/comunicato-stampa/workaholism-fatal-attraction