Il burnout del caregiver: cos'è e come affrontarlo

Il ruolo di caregiver può essere estremamente impegnativo e stressante, specialmente quando si assistono persone anziane affette da demenza. Questi caregiver possono sperimentare burnout a causa dei sintomi stressanti e dei compiti assistenziali richiesti.

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cargiver burnout e demenza

La cura di un individuo gravemente malato può rappresentare un carico emotivo estremamente pesante: lo è in particolar modo per i caregiver, che subiscono ripercussioni significative sul loro benessere. Si parla infatti di burnout del caregiver per intendere l'esaurimento sia fisico che emotivo che deriva dallo stress psicologico ed emotivo di chi deve prendersi cura di altri. 

In questo articolo approfondiremo le intricate dinamiche coinvolte nel burnout del caregiver, i fattori chiave che alimentano questo fenomeno e il suo impatto sulle persone dedite all'assistenza dei propri cari afflitti da gravi patologie. 

Cosa significa caregiver?

Il termine "caregiver" si riferisce a una persona che si assume la responsabilità di fornire assistenza, cure e supporto a individui che necessitano di attenzioni particolari a causa di malattie, disabilità o altre esigenze personali. Questo ruolo può essere ricoperto da vari soggetti, inclusi membri della famiglia, amici, partner e professionisti. Il ruolo del caregiver è cruciale nel garantire il benessere e la dignità delle persone bisognose di cure. Sono veri e propri pilastri di sostegno: offrono amore, empatia, compassione e assistenza pratica in momenti di bisogno.

sostegno per burnout nei caregiver

Ruolo e compiti del caregiver

Il caregiver rappresenta un punto di riferimento fondamentale nel percorso di cura e assistenza di una persona malata, anziana o con disabilità. Si occupa ogni giorno di garantire il benessere e la qualità della vita di chi assiste, svolgendo una vasta gamma di attività.

Tra i principali compiti del caregiver rientrano:

  • assistenza medica: somministrazione di farmaci, gestione di terapie e trattamenti, monitoraggio dei segni vitali e supporto nelle procedure mediche;
  • assistenza nelle attività quotidiane: supporto nelle azioni di ogni giorno come mangiare, vestirsi, fare la doccia o spostarsi;
  • supporto emotivo e psicologico: ascolto, empatia e sostegno psicologico per affrontare stress, paura e ansia legati alla malattia o alla disabilità;
  • gestione di questioni pratiche: pianificazione delle cure, organizzazione delle attività quotidiane, gestione delle finanze e coordinamento con i professionisti sanitari e sociali.
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Cos'è il burnout del caregiver?

Nel contesto dell'assistenza a lungo termine affidata principalmente ai caregiver familiari, un fenomeno sempre più diffuso è quello del burnout del caregiver. Si tratta di una condizione di esaurimento fisico, emotivo e mentale che colpisce chi si dedica in modo continuativo alla cura e all'assistenza di un familiare o di una persona cara. Molto comune è anche il burnout negli infermieri, ma con circa l’80% degli adulti bisognosi che rimangono nella propria casa e il 90% delle cure fornite da caregiver non retribuiti, è evidente quanto questa figura sia fondamentale per il sistema sanitario e sociale.

Tuttavia, la pressione costante e le sfide quotidiane legate all’assistenza possono portare al burnout, compromettendo il benessere e la salute psicologica di chi si prende cura degli altri. Non è raro che, accanto alla stanchezza, emergano emozioni complesse come la rabbia dei caregiver nei confronti dei genitori anziani di cui ci si sta prendendo cura, che può alimentare anche senso di colpa e disagio emotivo. Riconoscere e affrontare il rischio di burnout è quindi essenziale per garantire che i caregiver possano continuare a offrire un sostegno efficace, equilibrato e sostenibile nel tempo.

Sintomi del caregiver burnout

Prendersi cura di un familiare o di una persona cara può essere un’esperienza totalizzante ed estremamente impegnativa. È normale provare una vasta gamma di emozioni e sensazioni fisiche durante il percorso di assistenza familiare: quando il carico diventa eccessivo, però, possono comparire diversi sintomi fisici e psicologici, che variano a seconda delle fasi del burnout

Tra i principali sintomi del caregiver burnout troviamo:
 

Sintomi fisiciSintomi psicologici
Affaticamento persistenteStress emotivo (ansia, irritabilità, tristezza)
Disturbi del sonnoSentimenti di inefficacia
Problemi gastrointestinaliIsolamento sociale
Tensione muscolareDiminuzione dell'interesse per l'attività
Mal di testaSensazione di sopraffazione
Aumento della pressione sanguignaSensazione di colpa
Malattie fisiche ricorrentiEsaurimento nervoso, irritabilità o rabbia
Disturbi del sistema immunitarioDiminuzione dell'autostima
Dolori muscolari e articolariDisperazione o senso di vuoto
Disturbi dell'appetitoDisturbi dell'umore (depressione)


Questi sintomi non sono segni di debolezza, ma piuttosto indicazioni del carico emotivo e fisico che deriva dall'assumersi la responsabilità di prendersi cura di qualcun altro. Riconoscerli è il primo passo per superare il burnout

Quali sono i fattori di rischio per il caregiver burnout?

Esaminando diversi studi, sono stati identificati alcuni fattori di rischio per il carico del caregiver, tra cui:

  • il sesso femminile;
  • il basso livello di istruzione;
  • la residenza con la persona assistita;
  • un maggior numero di ore trascorse nell’assistenza;
  • la depressione;
  • l’isolamento sociale;
  • lo stress finanziario;
  • la mancanza di scelta.

Le sensazioni di affaticamento e stress emotivo tendono a emergere per il caregiver quando si trova a gestire le sfide quotidiane dell’assistenza: dalle preoccupazioni per il benessere del proprio caro alle difficoltà pratiche e organizzative.

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Differenza tra burden e burnout del caregiver

Nel contesto dell’assistenza familiare, è importante distinguere tra burden e burnout del caregiver, due concetti spesso correlati ma con significati e origini differenti.

  • il burnout indica uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale causato da uno stress cronico e prolungato legato al ruolo di assistenza;
  • il burden si riferisce invece al peso emotivo, fisico o finanziario percepito dal caregiver, derivante dal senso di responsabilità e dall’impatto soggettivo del prendersi cura di qualcuno.

In altre parole, il burden riguarda la percezione personale del carico assistenziale, mentre il burnout rappresenta la conseguenza dello stress prolungato e dell’esaurimento che ne deriva.

Esiste anche il burnout autistico, che può cioè manifestarsi in individui autistici che affrontano situazioni di stress continuo e sovraccarico emotivo.

La demenza: una sfida al burnout del caregiver

Accudire una persona affetta da demenza rappresenta una sfida emotiva e fisica per i caregiver, che spesso può portare al burnout. Le demenze sono condizioni complesse caratterizzate da sintomi comportamentali e psicologici che richiedono una costante e impegnativa assistenza. Tra più stressanti per i caregiver ci sono il vagabondaggio (quando il paziente esce di casa senza una meta definita, mettendo in allarme i familiari) e l'incapacità del paziente di riconoscere i propri cari, che può causare nei caregiver disorientamento e dolore. Inoltre, anche gli episodi di aggressività del paziente durante le attività quotidiane rappresentano una delle fonti principali di rabbia e stanchezza emotiva per il caregiver.

affrontare burnout per caregiver

I caregiver si trovano spesso in una posizione complessa: devono gestire la malattia del proprio caro cercando di non trascurare le proprie emozioni e necessità. Il burden del caregiver può incidere profondamente sulla salute fisica e mentale, fino a compromettere la qualità della cura offerta al paziente. Affrontare la demenza richiede non solo competenze pratiche, ma anche una grande resilienza emotiva. Individuare i primi segnali di stress e burnout, e chiedere supporto quando necessario, è fondamentale per affrontare questa sfida in modo più sano e sostenibile.

Psicoterapia per il burnout del caregiver

L'Acceptance and Commitment Therapy (ACT) è una forma di terapia cognitivo-comportamentale che aiuta a sviluppare un atteggiamento più aperto e consapevole verso i propri stati interiori. Invece di combattere o evitare emozioni difficili come stress, rabbia o senso di colpa, l’ACT invita i caregiver ad accoglierle. Questo approccio mira a favorire un rapporto più sano e autentico con il proprio mondo emotivo, permettendo di ritrovare energia e equilibrio interiore. Il percorso si basa su diverse tecniche e strategie, tra cui la mindfulness, la defusione cognitiva, la chiarezza dei valori e l'azione basata sui valori.

Burnout e ACT

Riconoscere e accettare le proprie emozioni e sensazioni fisiche può essere il primo passo per trovare il supporto e le risorse necessarie per gestire il carico dell'assistenza in modo più equilibrato. La gestione del burnout nei caregiver rappresenta un aspetto fondamentale per tutelare il benessere di chi si prende cura di persone affette da gravi malattie.

Vediamo in che modo l’ACT può contribuire al trattamento del burnout nei caregiver:

Caratteristica dell'ACTDefinizione
Accettazioneincoraggia i caregiver ad accettare le proprie emozioni, pensieri e sensazioni fisiche senza giudizio o resistenza;
Defusione cognitivaaiuta i caregiver a distanziarsi dai pensieri negativi e a non identificarsi completamente con essi;
Mindfulnesspromuove la consapevolezza del momento presente, consentendo ai caregiver di gestire lo stress in modo più efficace;
Chiarezza dei valoriguida i caregiver nell'identificare i propri valori fondamentali e nell'agire in coerenza con essi nonostante le difficoltà;
Azione basata sui valorisostiene i caregiver nell'adottare comportamenti che riflettano i propri valori, contribuendo a una vita più significativa;
Equilibrio tra cura di sé e assistenzafavorisce la consapevolezza dell'importanza dell'autocura e dell'istituzione di confini sani tra il ruolo di caregiver e la vita personale.

Come si cura il burnout del caregiver

Investire nella salute mentale e nel benessere dei caregiver significa migliorare non solo la loro qualità di vita, ma anche quella delle persone di cui si prendono cura. Per affrontare il burnout del caregiver è importante adottare strategie che aiutino a ridurre lo stress e a ristabilire un equilibrio psicofisico. Tra le più efficaci troviamo:

  • praticare l'auto-cura, dedicando tempo al riposo, all'esercizio fisico e alle attività che portano gioia;
  • stabilire dei confini precisi, cercare il sostegno sociale e praticare la gestione dello stress;
  • riconoscere i propri limiti e chiedere aiuto quando necessario;
  • pianificare momenti di riposo e prendersi cura di sé stessi.

In alcuni casi un aiuto concreto può arrivare anche dal bonus caregiver, un contributo economico destinato a chi assiste familiari con disabilità gravi. Il beneficio è erogato da Regioni o INPS, su richiesta specifica.

Quando il burnout diventa persistente o difficile da gestire da soli, la psicoterapia può rappresentare un valido supporto: è uno spazio sicuro in cui esplorare emozioni, difficoltà e risorse personali. Serenis è un centro medico autorizzato che mette a disposizione il supporto professionale di uno psicologo online, pronto ad aiutarti a ritrovare equilibrio e serenità nel quotidiano.

Fonti:

Bibliografia

Informal caregiver burnout? Development of a theoretical framework to understand the impact of caregiving. — Frontiers in psychology, 10, 466359.

Gérain, P., Zech, E. (2019)

Caregiver burnout among intimate partners of patients with a severe illness: An equity perspective. — Personal Relationships, 9(1), pp. 73-88

Ybema, J. F., Kuijer, R. G., Hagedoorn, M., Buunk, B. P. (2002)

Caregiver burden and burnout: A guide for primary care physicians. — Postgraduate medicine, 108(7), pp. 119-123

Kasuya, R. T., Polgar-Bailey, P., Takeuchi, R.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Milano n° 51304, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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