Psicofarmaci e aumento di peso

Molti psicofarmaci possono causare aumento di peso, ma non è sempre così. Circa un paziente su tre sperimenta questo effetto collaterale, e la situazione varia molto da farmaco a farmaco.

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Psicofarmaci e aumento di peso

Gli psicofarmaci fanno ingrassare?

La ricerca scientifica degli ultimi anni ha fornito dati precisi su una questione che preoccupa molti pazienti. Molti psicofarmaci possono effettivamente causare aumento di peso, ma l'entità e la frequenza dell’effetto variano significativamente tra le diverse categorie di farmaci e tra i singoli individui.

Studi clinici recenti dimostrano che il 30-49% dei pazienti in terapia con psicofarmaci sperimenta un aumento di peso clinicamente significativo (Pillinger et al. 2020), definito come un incremento superiore al 7% del peso corporeo iniziale entro i primi 12 mesi di trattamento. Inoltre, alcuni farmaci specifici mostrano percentuali ancora più elevate: per esempio, l'olanzapina può causare aumento di peso nel 60-80% dei pazienti, mentre la clozapina raggiunge tassi fino all'80% nei pazienti al primo episodio psicotico. (Pillinger et al. 2020)

È importante sottolineare che l'aumento di peso non è un effetto collaterale universale. Alcuni farmaci come l'aripiprazolo e la ziprasidone sono considerati "peso-neutri", mentre altri come il bupropione possono addirittura favorire la perdita di peso. La variabilità individuale gioca un ruolo cruciale e fattori come età, sesso, predisposizione genetica, peso iniziale e stile di vita influenzano significativamente la probabilità di sperimentare questo effetto collaterale.

L'aumento di peso tende a manifestarsi rapidamente: i primi chili si accumulano spesso nelle prime 4-12 settimane di trattamento, con una media di 2-6 kg nei primi tre mesi per i farmaci ad alto rischio (Kuźbicka et al. 2024). Una tempistica così rapida rende fondamentale un monitoraggio precoce e l'implementazione di strategie preventive fin dall'inizio della terapia.

Gli psicofarmaci fanno ingrassare

Quali farmaci fanno aumentare di peso?

La ricerca clinica ha identificato differenze significative tra i vari psicofarmaci che causano l’aumento del peso. Di seguito una panoramica dettagliata dei farmaci più studiati:

La fluoxetina fa ingrassare? Contrariamente a molti antidepressivi, la fluoxetina presenta un profilo di rischio più favorevole. Nella prime 12 settimane di trattamento, può addirittura causare una lieve perdita di peso (circa 0,4 kg in media). Nel lungo termine, però, alcuni pazienti possono sperimentare un modesto aumento ponderale (3-6 kg dopo 1-2 anni), principalmente dovuto al recupero dell'appetito associato al miglioramento dei sintomi depressivi. La fluoxetina rimane comunque tra gli antidepressivi con il minor rischio di aumento di peso, con solo il 6,8% dei pazienti che sperimenta incrementi significativi. (Petimar et al. 2024)

Una delle domande più frequenti tra i pazienti con disturbi dell'umore è: la lamotrigina fa ingrassare?  La risposta è rassicurante: la lamotrigina è considerata un farmaco "peso-neutro". Studi clinici a lungo termine hanno dimostrato che i pazienti a cui è stata somministrata la lamotrigina mantengono un peso stabile o addirittura perdono peso (-1,2 kg in media). Meno del 5% dei pazienti riporta aumenti di peso significativi, rendendola una scelta preferenziale per chi vuole controllare il peso. (Gomes-da-Costa et al. 2022)

Il litio fa ingrassare? Contrariamente alle credenze passate, studi recenti mostrano che l'aumento di peso con il litio è modesto e non sempre statisticamente significativo. Va detto che, alcuni pazienti, possono sperimentare incrementi più marcati, principalmente dovuti all'aumento dell'assunzione di liquidi e a possibili alterazioni della funzione tiroidea. Il rischio è maggiore nei primi due anni di trattamento e nei pazienti con obesità preesistente. (Gomes-da-Costa et al. 2022)

Il lexotan fa ingrassare? Il bromazepam, conosciuto anche come Lexotan, presenta il profilo di rischio più basso tra i farmaci analizzati. Le benzodiazepine, incluso il lexotan, sono generalmente classificate come "peso-neutri" secondo le revisioni sistematiche più recenti. Gli eventuali aumenti di peso sono indiretti, legati alla sedazione che può ridurre l'attività fisica, piuttosto che a effetti metabolici diretti. L'uso a breve termine raramente causa variazioni di peso significative (Pillinger et al. 2020).

I pazienti particolarmente preoccupati per il controllo del peso possono stare tranquilli, ci sono anche antidepressivi che non fanno ingrassare. Il bupropione ne è un esempio, costantemente associato al dimagrimento. Altri antidepressivi con basso rischio includono l'escitalopram e la venlafaxina. Al contrario, la paroxetina e la mirtazapina presentano i rischi più elevati di aumento di peso (Pillinger et al. 2020).

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A chi puoi rivolgerti per le domande sugli psicofarmaci e l'aumento di peso?

Per quanto riguarda gli psicofarmaci, lo psichiatra è il professionista che si occupa di prescrivere questa tipologia specifica di medicine e di creare un piano farmacologico adatto alla tua situazione e alle tue esigenze.

Se riscontri degli effetti collaterali indesiderati, come ad esempio l'aumento del peso corporeo, puoi parlare direttamente con il tuo psichiatra e chiarire con il suo aiuto i dubbi sugli effetti collaterali ed eventualmente pianificare un cambio di terapia, se necessario.

Se hai bisogno di parlare con uno psichiatra perché credi di avere bisogno di una terapia farmacologica o il tuo psicologo te l'ha consigliata, e hai dei dubbi riguardo gli effetti collaterali, puoi parlarne con un professionista psichiatra del nostro centro medico. Puoi prenotare una prima visita con un nostro psichiatra compilando il nostro questionario. I nostri percorsi di psichiatria online iniziano con una prima visita che costa 89 €, mentre le visite successive costano 77 €.

Meccanismi che favoriscono l'aumento di peso durante la terapia farmacologica

Comprendere perché alcuni farmaci causano aumento di peso può aiutarti a sentirsi meno in colpa e più preparato ad affrontare questo effetto collaterale. Non è una questione di volontà o disciplina: gli psicofarmaci modificano effettivamente il modo in cui il tuo corpo regola l'appetito, il metabolismo e l'accumulo di energia.

  • Il controllo dell'appetito viene alterato direttamente nel cervello. I farmaci interferiscono con i recettori della serotonina nell'ipotalamo, che regola quando senti fame e quando ti senti sazio. Una volta bloccati, potresti notare che hai sempre appetito, soprattutto voglia di dolci, pasta e cibi grassi. Questo non dipende dalla tua forza di volontà ma dai cambiamenti chimici in atto.
  • La sonnolenza e la riduzione dell'energia sono effetti che conosci bene se assumi certi farmaci. Questo accade perché molti psicofarmaci interferiscono con i recettori dell'istamina, gli stessi che vengono bloccati dagli antistaminici per le allergie. Il risultato è che ti senti più stanco, hai meno voglia di muoverti e il tuo corpo brucia meno calorie durante il giorno. Farmaci come la mirtazapina sono particolarmente noti per questo effetto.
  • Il tuo metabolismo può rallentare indipendentemente da quanto mangi. Alcuni farmaci causano resistenza all'insulina, che significa che le tue cellule fanno più fatica a utilizzare gli zuccheri per produrre energia. È come se il tuo corpo fosse meno efficiente nel bruciare i nutrienti, anche se mantieni la stessa dieta di prima. Questo effetto può comparire già nelle prime settimane di trattamento, prima ancora che tu noti cambiamenti di peso significativi.
  • Il modo in cui il tuo corpo accumula i grassi cambia. Alcuni farmaci attivano specifici meccanismi che favoriscono la produzione e l'accumulo di grasso, specialmente nella zona addominale. Questo spiega perché potresti aumentare di peso anche mangiando le stesse quantità di prima, o perché alcuni pazienti sviluppano problemi di colesterolo durante la terapia.
  • Anche i batteri del tuo intestino vengono influenzati. Ricerche recenti hanno scoperto che i psicofarmaci modificano l'equilibrio dei batteri intestinali, riducendo quelli "buoni" che aiutano il metabolismo e favorendo quelli associati all'aumento di peso. Questo è uno dei motivi per cui alcuni pazienti traggono beneficio dall'assumere probiotici durante la terapia farmacologica.
Cosa favorisce l'aumento di peso durante la terapia farmacologica

Come evitare di ingrassare durante la terapia farmacologica

Non devi accettare passivamente l'aumento di peso come una conseguenza inevitabile dei farmaci. Esistono strategie concrete ed efficaci per proteggere il tuo peso corporeo e il consiglio è iniziare subito e non aspettare che i chili si accumulino. Agire preventivamente è molto più facile che cercare di perdere peso dopo.

L’alimentazione può fare la differenza, anche se il farmaco aumenta l'appetito. Non devi fare diete drastiche, concentrati su cambiamenti semplici: mangia più verdure e frutta, scegli cereali integrali invece di quelli raffinati e limita dolci e cibi confezionati. 

Inoltre, l'esercizio fisico non deve essere per forza intenso per essere efficace. Anche se accusi maggiore stanchezza, bastano 20-30 minuti di camminata veloce al giorno per contrastare l’accumulo dei kili di troppo. Se riesci, prova ad aggiungere qualche esercizio di resistenza due volte a settimana.

Piccoli accorgimenti quotidiani possono davvero fare la differenza. Tieni un diario alimentare per qualche settimana per capire le tue abitudini, usa app per contare i passi se ti motiva. Impara a riconoscere quando mangi per noia o stress piuttosto che per fame vera e trova alternative come chiamare un amico o fare una breve passeggiata. Se hai difficoltà a seguire tutti questi consigli da solo, non esitare a chiedere aiuto a un nutrizionista o a uno psicologo.

Fonti:

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  • Carolan, A., Hynes-Ryan, C., Agarwal, S. M., Sengupta, S. M., Chintoh, A., Gerretsen, P., De Luca, V., Graff-Guerrero, A., Remington, G., & Hahn, M. K. (2024). Metformin for the prevention of antipsychotic-induced weight gain: Guideline development and consensus validation. Schizophrenia Bulletin, sbae205.
  • Dalle Grave, R., Sartirana, M., El Ghoch, M., & Calugi, S. (2018). Personalized cognitive behavioral therapy for obesity: Theory, clinical rationale, and practical aspects. Clinical Psychology Review64, 142-156.
  • De, R., Smith, E. C., Navagnanavel, J., Au, E., Foundling, J., Gerretsen, P., De Luca, V., Graff-Guerrero, A., Remington, G., & Hahn, M. K. (2025). Antipsychotic-induced weight gain and medication adherence in patients with severe mental illness: A systematic review and meta-analysis. Acta Psychiatrica Scandinavica151(2), 109-126.
  • Gomes-da-Costa, S., Marx, W., Corponi, F., Anmella, G., Murru, A., Pons-Cabrera, M. T., Samalin, L., Verdolini, N., Garriga, M., Valentí, M., Pacchiarotti, I., Carvalho, A. F., Vieta, E., & Solmi, M. (2022). Lithium therapy and weight change in people with bipolar disorder: A systematic review and meta-analysis. Neuroscience & Biobehavioral Reviews134, 104266.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Milano n° 51304, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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