Perdita dell’erezione durante il rapporto: che cosa significa?

La perdita dell'erezione durante il rapporto può suscitare preoccupazione, ma comprendere le sue cause psicologiche e fisiche è il primo passo verso una soluzione efficace.

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Perdita dell'erezione durante il rapporto

Le disfunzioni sessuali sono spesso accompagnati da vergogna e difficoltà nel parlarne, anche se possono avere un impatto significativo sia sul piano personale, compromettendo l’autostima o generando frustrazione, sia nella relazione di coppia. 

Buona parte del silenzio e della scarsa comunicazione su questi temi si deve alla mancanza di consapevolezza che queste condizioni non sono qualcosa per cui ci si debba imbarazzare, ma delle problematiche che possono essere affrontate e che riguardano molti uomini e donne.

Nel nostro articolo ci concentreremo su un particolare fenomeno, ovvero la perdita dell’erezione durante il rapporto: che cosa significa, come riconoscere quando è un problema e a cosa è dovuta? Ancora, esistono delle soluzioni?

Nel nostro articolo potrai trovare un approfondimento completo sul tema del disturbo erettile. Analizzeremo i sintomi di un’erezione debole o incompleta e troverai anche alcune indicazioni per riconoscere il disturbo vero e proprio, che merita un’attenzione clinica e una diagnosi, dalle condizioni transitorie che tendono a risolversi spontaneamente. Proveremo anche a identificare le possibili cause che determinano questa condizione.

La perdita dell’erezione durante il rapporto: che cos’è il disturbo erettile

Solitamente l'erezione dura per un tempo che va da pochi minuti a diverse ore a seconda di età, salute, stress e consumo di sostanze.  Studi indicano che la durata media del coito va da 5 a 7 minuti. (Waldinger et al. 2005). La durata dell’erezione può essere molto più lunga e variabile. Vediamo cosa accade invece quando c'è una disfunzione erettile. 

Le disfunzioni sessuali maschili possono interessare vari aspetti della sessualità come:

Il disturbo erettile è l'incapacità persistente o ricorrente di ottenere o mantenere un'erezione sufficiente per portare a termine un'attività sessuale soddisfacente.

La difficoltà può manifestarsi, perciò, sia dall’inizio dell’approccio sessuale, sia nel mantenimento dell’erezione durante o dopo la penetrazione. Ma la sola definizione non è sufficiente per capire cosa significa la perdita dell’erezione durante il rapporto cosa significa e per saper riconoscere questo disturbo.

Passiamo allora ad approfondire la sintomatologia che caratterizza la perdita dell’erezione durante il rapporto oppure l’impossibilità del suo raggiungimento.

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Quali sono i sintomi del disturbo erettile?

Il DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) riconosce il disturbo erettile all’interno della categoria dei disturbi sessuali e afferma che si può diagnosticare quando la difficoltà si presenta nel 75-100% delle attività sessuali, come uno o più tra i seguenti sintomi:

  • difficoltà a mantenere l’erezione fino al completamento del coito;
  • notevole diminuzione della rigidità del pene;
  • difficoltà a portare a termine la penetrazione;
  • marcata difficoltà a ottenere l’erezione durante il rapporto sessuale.

Di solito però, durante la masturbazione o nelle fasi che seguono il risveglio, l’individuo non riscontra alcuna difficoltà. In pratica, è possibile che l’erezione si presenti con la sola masturbazione, anche se può capitare che le disfunzioni erettili si manifestino anche in questo caso, ma si tratta di casi molto meno comuni.

Tuttavia, questi problemi possono assumere sfumature molto diverse e presentarsi in momenti della vita differenti. In base anche a questo fattore, possiamo distinguere diverse tipologie di disturbo erettile:

  • disturbo erettile primario o permanente: una condizione che si palesa sin dai primi rapporti sessuali e che può essere legata a patologie latenti;
  • disturbo erettile secondario o acquisito: si verifica quando l’esordio è successivo a periodi di attività sessuale normativa e soddisfacente. Questo tipo è più diffuso rispetto a quello primario, e non è raro che sia legato a tematiche di carattere psicologico.

Possiamo distinguere anche tra disturbo erettile situazionale o generalizzato e, secondo e recenti stime, questo problema potrebbe affliggere circa 3 milioni di italiani. 

La difficoltà a mantenere l’erezione prima della penetrazione può essere un indicatore precoce di disfunzione erettile, Questa può derivare anche da fenomeni più generali (come ad esempio un periodo di forte stress o uno squilibrio ormonale) oppure da problematiche localizzate come la congestione infiammatoria pelvico-prostatica o squilibri vascolari locali.

Qualsiasi sia la causa scatenante di queste problematiche è essenziale, se i sintomi perdurano, rivolgersi ad un urologo. 

Ma a che età iniziano a presentarsi i primi problemi di erezione? Sempre in base ai dati raccolti, le disfunzioni giovanili riguardano solamente il 2% degli uomini con età compresa tra i 18 e i 30 anni, mentre si sale al 48% nel caso degli anziani con più di 70 anni.

Sintomi del disturbo erettile.

Quanto dura il disturbo erettile?

Secondo il DSM-5, il disturbo erettile può essere diagnosticato solo se i criteri si presentano in modo costante per un periodo di almeno 6 mesi. Il suo decorso, però, dipende molto dall’età di chi ne soffre: abbiamo visto come colpisca pi facilmente gli uomini più avanti con gli anni, ma ci sono anche altri fattori che condizionano la prognosi, e sono legati alle possibili cause da cui origina il disagio, alle quali ci dedicheremo nel paragrafo successivo.

La perdita dell’erezione durante il rapporto può essere dovuta a diverse motivazioni: in questi casi, non è altro che un sintomo di un malessere più generalizzato o di altra origine. In quanto tale, non ha senso contrastarla direttamente, ma piuttosto è ragionevole cercare di risolverla occupandosi del problema che la crea. A questo scopo, possono essere indicate delle specifiche terapie mediche o, se la difficoltà è emotiva, un percorso di psicoterapia o con un esperto in sessuologia.

Perdita dell’erezione durante il rapporto: quali sono le cause?

Ma quindi, la perdita dell’erezione durante un rapporto, che cosa significa?

La perdita di un'erezione durante il sesso è spesso legata a fattori psicologici, come stress e ansia da prestazione. Queste situazioni influiscono fortemente sull'autostima di un uomo, ma affrontarle può trasformarsi in un'opportunità per rafforzare la propria relazione.

Per rispondere in maniera più completa però, dobbiamo considerare il disturbo erettile come una problematica multidimensionale, che può dipendere da diversi fattori. Per semplificare, distingueremo tra:

  • cause organiche o neurologiche;
  • cause relazionali e psicologiche.

Cause organiche del disturbo erettile

Le cause organiche più comuni che possono condurre al disturbo erettile sono il diabete, le disfunzioni ormonali, le insufficienze renali, la sclerosi multipla e le lesioni chirurgiche legate a interventi in area pelvica.

A questi elementi si aggiungono l’obesità, un’eccessiva sedentarietà, l’abuso di alcol o di farmaci, problemi cardiocircolatori che spesso causano una disfunzione sessuale dai 50 anni in su.

Cause psicologiche del disturbo erettile

Ma perché un uomo può bloccarsi a livello sessuale? Per rispondere a questa domanda dobbiamo considerare le cause psicologiche del disturbo erettile, che devono sempre essere prese in considerazione prima di porre una diagnosi.

Un esempio lampante di causa psicologica è la depressione: dalla letteratura scientifica emergono prove di una correlazione tra gli stati di umore patologicamente basso e problemi di erezione. Fondamentali sono anche i fattori che possono pregiudicare le relazioni significative nella vita del paziente. Tra questi rientrano la paura dell’insuccesso, legata a traumi pregressi o a una scarsa attenzione al proprio piacere, che viene messo da parte per concentrarsi sulla performance, in modo da rispondere a delle presunte aspettative di virilità.

Infine, è importante sottolineare come tra le cause psicologiche di queste disfunzioni sussista anche la correlazione con lo stress, specialmente se i problemi si manifestano tra i 20 e i 40 anni.

Se riconosci queste cause psicologiche e soffri di perdita dell'erezione durante il rapporto sessuale, puoi pensare di rivolgerti al nostro centro medico. I nostri terapeuti hanno in media 13 anni di esperienza e puoi accedere ad un primo colloquio gratuito per chiarire i tuoi dubbi e decidere insieme al tuo terapeuta di iniziare un percorso di psicoterapia. 

Cause psicologiche del disturbo erettile

Quali sono i rimedi per la perdita di erezione durante il rapporto?

Il trattamento per il disturbo erettile richiede una diagnosi attenta e un approccio multidisciplinare. Per questo motivo, sono diversi gli esperti che potranno aiutare il paziente prescrivendo gli esami più idonei, dando un senso ai sintomi e alle cause che hanno portato al disagio.

  1. Se le cause sono di tipo psicologico, un percorso di psicoterapia o di sessuologia può aiutare a risolvere le difficoltà legate all'ansia, allo stress, all'idea di performance. Anche gli approcci di terza generazione, come quelli che si servono di tecniche di meditazione e mindfulness possono essere strumenti validi per riacquisire il controllo sulle proprie sensazioni e sui propri processi mentali.
  2. Se le cause si possono identificare nel rapporto con il proprio partner, seguire un percorso di terapia di coppia e parlare apertamente del problema può essere utile.
  3. Concentrarsi sul perdere peso o praticare sport può essere invece essenziale nel caso di pazienti molto sedentari.
  4. Provare ad allenare il pavimento pelvico con gli esercizi di Kegel.
  5. Quando il disagio persiste nel tempo, è importante fare accertamenti più approfonditi da medici e urologi.
  6. L'assunzione di psicofarmaci o di integratori può essere una soluzione, ma è importante farlo sotto controllo medico.

G., 34 anni, si presenta in studio per una difficoltà sessuale che definisce “umiliante”. Racconta che da qualche mese fatica a mantenere l’erezione durante i rapporti con la partner, pur riuscendo ad avere erezioni spontanee al risveglio o durante la masturbazione. Il disagio ha minato profondamente la sua autostima, alimentando un circolo vizioso di ansia anticipatoria e frustrazione.

Durante i primi incontri, attraverso una psicoeducazione mirata, G. viene aiutato a comprendere il funzionamento dell’erezione in chiave biopsicosociale: si esplora il ruolo dell’ansia da prestazione, della pressione legata alle aspettative e del confronto con modelli irrealistici. Si chiarisce che la disfunzione erettile non è sinonimo di virilità compromessa, ma può essere un sintomo transitorio e trattabile.

Il trattamento cognitivo-comportamentale si focalizza inizialmente sulla riduzione dell’ansia da prestazione e sulla ristrutturazione di credenze disfunzionali (“Devo sempre essere all’altezza”, “Se fallisco una volta, fallirò sempre”). Successivamente vengono introdotte tecniche di mindfulness e esercizi focalizzati sul piacere piuttosto che sulla performance, coinvolgendo anche la partner in alcune fasi. Vengono introdotti anche gli esercizi di Kegel, utili per aumentare il controllo muscolare e favorire il mantenimento dell’erezione.

Dopo circa 10 incontri, G. riferisce un netto miglioramento: la pressione diminuisce, l’intimità torna ad essere vissuta con naturalezza, e la sintomatologia si riduce in frequenza e intensità. Conclude il percorso con maggiore consapevolezza dei propri schemi interni e con strumenti concreti per gestire eventuali ricadute.

Fonti:

Waldinger, M. D., Quinn, P., Dilleen, M., Mundayat, R., Schweitzer, D. H., & Boolell, M. (2005). A multinational population survey of intravaginal ejaculation latency time. The journal of sexual medicine, 2(4), 492–497. https://doi.org/10.1111/j.1743-6109.2005.00070.x

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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott. Rosario Urbani
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Appassionato psicoterapeuta laureato a Napoli, con un cuore dedicato al benessere. Iscritto all'ordine n°6653, specializzato in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale mi occupo di ansia, depressione, attacchi di panico e fobie con un approccio umano e attento.
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