Il bullismo tra gli adolescenti e i giovani adulti

Il bullismo tra adolescenti e giovani adulti è un fenomeno serio che può avere gravi conseguenze. Include comportamenti come l'intimidazione, il cyberbullismo e l'esclusione sociale. È importante educare sui rischi, promuovere l'inclusione e fornire sostegno agli individui coinvolti.

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Tra le forme più comuni di aggressività in età adolescenziale rientra sicuramente il bullismo, calco dell’inglese “bullying”, in italiano ha assunto il significato di “prepotenze”. Secondo Olweus (1993), una persona subisce prepotenze quando viene esposta ripetutamente e per lungo tempo ad azioni negative.

Per parlare di bullismo è necessario che l'azione aggressiva sia intenzionale, ingiustificata, mirata a far del male, frequente e continuata nel tempo. Deve anche esserci una disparità, un dislivello a livello di potere e di forza tra il bullo e la vittima.

Le azioni aggressive possono essere di tipo diretto (fisico o verbale) o indiretto (bullismo psicologico e relazionale). Il picco degli episodi di bullismo si registra a partire dagli 11 anni, con il passaggio dalla scuola elementare alla scuola media, specie in quei luoghi e in quei momenti in cui la supervisione adulta o la presenza dell’autorità risulta minima.

Gli attori del bullismo

Il bullismo a scuola è un problema diffuso che può avere gravi conseguenze per gli studenti coinvolti. Quando avviene a scuola, il bullismo può essere un fenomeno di gruppo, che coinvolge l'intera classe: per indagare le dinamiche sociali che emergono, è importante prendere in esame i diversi ruoli che vengono assunti, in base alle caratteristiche di ogni individuo e del contesto sociale.

Troviamo:

  • il bullo, caratterizzato da dominanza fisica, distruttività e impulsività. In genere manca di empatia e di altre emozioni morali, come il senso di colpa e la vergogna;
  • la vittima passiva, caratterizzata da debolezza e fragilità: tende a rispondere all'aggressione con il pianto o l'auto-isolamento. Rischia ricadute sociali ed emotive, ma normalmente non presenta problemi nel rendimento scolastico;
  • la vittima provocatrice, che presenta comportamenti esternalizzati, quali iperattività e impulsività. Risponde alle aggressioni del bullo con aggressività, ma in questo modo, invece di allontanare le molestie, peggiora la situazione;
  • il seguace del bullo, cioè la persona che ride alle sue bravate, che lo sostiene, che scova la vittima o la tiene ferma. Può assumere un ruolo passivo (sostegno) o attivo (aiutante);
  • il difensore della vittima, che si schiera dalla sua parte, sia in maniera attiva sia standole vicino. Possiede un elevato grado di competenza sociale;
  • gli spettatori silenziosi ossia tutti coloro che solo apparentemente hanno un ruolo marginale alimentando la dinamica con l’omertà 

Esiste un questionario, chiamato QRP (o, in inglese, Participant Role Scale), che consente di individuare i diversi ruoli. Il principale vantaggio di questo strumento è che fornisce l'opportunità di individuare non solo il bullo e la vittima, ma gli altri attori sociali coinvolti.

Caratteristiche del bullo

Spesso i giovani adulti bulli presentano un comportamento aggressivo, impulsività e inosservanza delle regole. Sono stati riscontrati 4 principali fonti di rischio:

Il bullismo si combatte parlando

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1) il temperamento individuale (irritabilità, iperattività…);

2) fattori socioculturali (le caratteristiche della famiglia, la povertà, l'isolamento…);

3) lo stile educativo genitoriale (e il coinvolgimento dei genitori nell’educazione)

4) i conflitti genitoriali (problemi a casa, disciplina severa, esperienze di abuso e aggressività).

I meccanismi del cyberbullismo

I meccanismi del “cyberbullismo”, di cui spesso si sente parlare, sono simili a quelli del macro-fenomeno: la differenza sta nel fatto che la prevaricazione si avvale di mezzi tecnologici di alta diffusione, che ne magnificano l'effetto e diminuiscono l'attivazione empatica e il rispecchiamento emotivo nel prevaricatore.

È importante affrontare il bullismo in ottica preventiva, portando attenzione anche a piccoli segnali d’allarme, come l’aumento dell’irritabilità, dell’aggressività e dell’intolleranza. Ogni adolescente scopre e costruisce la sua identità nel rapporto con gli altri, quindi subire un episodio di bullismo può avere risvolti devastanti sulla salute mentale. È importante  promuovere in maniera attiva condotte prosociali, far riscoprire il valore dell’empatia e dell’inclusione, intesa come non qualcosa che alcune persone fanno per il bene di un gruppo ristretto, ma che ogni persona può fare per sé stessa e per gli altri.

cyber bullismo

Storie e citazioni sul bullismo

Essere vittima di bullismo è un'esperienza difficile da affrontare. Trovare conforto può essere un passo importante nel processo di guarigione. Leggere storie di bullismo e citazioni di altri ragazzi che hanno vissuto situazioni simili può offrire un senso di comprensione e connessione, aiutando a sentirsi meno soli e ad affrontare meglio le sfide legate al bullismo.

D., ragazza di 20 anni, si presenta per un forte disagio psicologico in seguito alla diffusione non consensuale di proprie immagini all’interno di un gruppo Telegram, dove è stata oggetto di derisione per l’aspetto fisico. Gli episodi di cyberbullismo si sono successivamente intensificati con la creazione e la circolazione di meme offensivi, generando in lei sentimenti di vergogna, ansia sociale e tendenza all’isolamento.

Il percorso terapeutico si è focalizzato sull’elaborazione del trauma relazionale e sul recupero di un’immagine di sé più integra e positiva. In particolare, sono stati approfonditi:

  • la gestione delle emozioni dolorose e del senso di vergogna;
  • l’elaborazione del “lutto” legato alla perdita o al deterioramento di alcune relazioni amicali;
  • lo sviluppo di strategie per la gestione della propria immagine pubblica e digitale;
  • il potenziamento dell’autostima e delle competenze di coping, al fine di ricostruire fiducia nelle relazioni interpersonali.

Si è inoltre suggerito di approfondire, con il supporto di legali o forze dell’ordine, le possibili azioni di tutela personale, anche con l’obiettivo di rafforzare la capacità di chiedere aiuto e di contrastare la tendenza all’isolamento.

Fonti

  • Aureli, Bascelli, Camodeca, Di Sano, Il bambino in classe. Aspetti teorici e strumenti di valutazione, Carrocci, 2008.
  • Formella Z., Ricci A., Bullismo e dintorni: Le relazioni disagiate nella scuola. Bullismo e dintorni, 1-224, 2010.
  • Gallina M. A., Dentro il bullismo. Contributi e proposte socio-educative per la scuola, 2009.
  • Gini G., Albiero P., Benelli B., Relazione tra bullismo, empatia ed autoefficacia percepita in un campione di adolescenti. Psicologia clinica dello sviluppo, 9(3), 457-472, 2005.
  • Senatore M., Bambini digitali: l'alterazione del pensiero creativo e il declino dell'empatia, Il Leone Verde, 2019.
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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