Ansia e disturbi d'ansia: sintomi, cause e cura.
L'ansia è un'emozione di base indispensabile che ha una funzione cruciale per la sopravvivenza, attivando l'organismo (reazione "attacco o fuga") di fronte a una minaccia percepita. È normale e utile, ma quando diventa persistente e sproporzionata, si trasforma in un disturbo d'ansia, manifestandosi con intensi sintomi fisici e mentali che richiedono un trattamento specialistico da parte di uno psicoterapeuta.

Cos'è l'ansia?
L'ansia è uno stato emotivo che comprende preoccupazione, tensione e apprensione verso una minaccia futura, che può essere reale o percepita. Questo stato emotivo è caratterizzato da sintomi fisici come tachicardia, sudorazione e respiro affannato.
L'ansia è un meccanismo adattivo che permette alla persona di prepararsi ad un eventuale pericolo, ma nel momento in cui diventa eccessiva, persistente e interferisce con la vita quotidiana allora diventa un disturbo. I disturbi d'ansia sono accomunati da sensazioni di paura eccessiva e ansia eccessiva e si differenziano per l'oggetto o la situazione che scaturisce queste emozioni.

Incidenza dei disturbi d'ansia
Secondo l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), più del 4% della popolazione mondiale convive con un disturbo d’ansia: parliamo di circa 284 milioni di persone. Il report sottolinea come i disturbi d’ansia siano quelli più diffusi nella popolazione femminile, negli adolescenti e giovani adulti
La pandemia da COVID-19 ha notevolmente peggiorato il quadro generale: da diverse ricerche emerge come “i tassi giornalieri di infezione da SARS-CoV-2 e le riduzioni della mobilità umana, sono stati associati a una maggiore prevalenza di disturbi d'ansia” con “76,2 milioni di casi di disturbi d'ansia a livello globale (un aumento del 25,6% rispetto alla situazione prepandemica)”.
Quali sono i sintomi dell'ansia?
I sintomi dell'ansia si dividono in tre categorie: sintomi fisici, sintomi psicologici e sintomi comportamentali. Queste aree si influenzano a vicenda: ciò che pensiamo aumenta l’attivazione fisica, e ciò che facciamo (per esempio evitare o controllare) può mantenere l’ansia nel tempo.
Sintomi fisici dell'ansia
L'ansia è caratterizzata da sintomi fisici che creano disagio o possono anche essere percepiti come minacciosi. Fra questi sintomi troviamo:
| Sistema corporeo | Sintomi fisici |
| Cardiovascolare | Palpitazioni, tachicardia (battito accelerato), sensazione di nodo alla gola o dolore al petto. |
| Respiratorio | Dispnea (fame d’aria), respiro affannoso o accelerato, sensazione di soffocamento. |
| Gastrointestinale | Nausea, mal di stomaco, sindrome del colon irritabile, bocca secca. |
| Neurologico | Tremori, vertigini o sensazione di sbandamento, debolezza, mal di testa. |
| Muscolo scheletrico | Forte tensione muscolare, in particolare a livello di collo, spalle e schiena. |
| Dermico/autonomico | Sudorazione eccessiva, vampate di calore o di freddo, brividi, formicolio. |
Se sintomi come dolore al petto, svenimenti o difficoltà respiratoria sono nuovi, intensi o dubbi, è importante escludere cause mediche con il proprio medico o il pronto soccorso.
Sintomi psicologici dell'ansia
Queste manifestazioni riguardano la sfera cognitiva ed emotiva, e influenzano il modo in cui la persona percepisce e interpreta la realtà. Tra i principali sintomi troviamo:
- Preoccupazione eccessiva e incontrollabile: pensieri catastrofici e ripetitivi sugli eventi futuri o passati. Rimuginio, pensieri ricorsivi "e se..." orientati al peggio difficili da interrompere.
- Alterazioni cognitive: difficoltà di concentrazione, nervosismo e irrequietezza, problemi a ricordare informazioni nei momenti di forte stress.
- Catastrofizzazione: tendenza a immaginare lo scenario più pericoloso e a sottovalutare le proprie risorse.
- Attenzione selettiva al pericolo: la mente ‘scannerizza’ costantemente segnali di minaccia (interni o esterni).
- Emozioni di paura e senso di minaccia: la persona si sente in allerta, come se ‘dovesse succedere qualcosa.
In alcuni casi si possono riscontrare anche depersonalizzazione e derealizzazione, cioè sentirsi distaccati dal proprio corpo o sensazione che l'ambiente circostante sia strano o "irreale".
Sintomi comportamentali dell'ansia
Questi comportamenti sono tentativi (spesso disfunzionali) di ridurre l'attivazione ansiosa nel breve termine. Tuttavia, nel lungo periodo, tendono a mantenere e peggiorare il disturbo d'ansia. Tra i principali sintomi comportamentali legati all'ansia troviamo:
- Evitamento: questo comportamento consiste nell'evitare attivamente situazioni, luoghi oggetti o persone che sono state associate all'ansia o alle crisi di ansia.
- Comportamenti protettivi: controllare ripetutamente, cercare rassicurazioni, monitorare il corpo.
- Irrequietezza e agitazione psicomotoria: incapacità di stare fermi, muovere le gambe o camminare avanti e indietro.
- Iperattività e ipervigilanza: la persona tende a stare sempre attenta all'ambiente e agli eventuali segnali di pericolo.
- Modifiche nel ritmo sonno veglia: l'ansia può causare difficoltà ad addormentarsi e insonnia a causa del rimuginio costante e dei pensieri su eventuali pericoli del futuro.

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I disturbi d'ansia: quali sono?
Il DSM-5 elenca diverse disturbi di ansia, che hanno in comune paura/ansia e comportamenti di evitamento, ma differiscono per ciò che viene temuto e per i sintomi prevalenti:
- Disturbo d'ansia generalizzato (DAG): è una forma cronica di disturbo d’ansia caratterizzata da preoccupazioni eccessive, pervasive e difficili da controllare, che riguardano molteplici ambiti della vita quotidiana, come il lavoro, la salute, la famiglia e le responsabilità personali. Queste preoccupazioni devono perdurare per più di 6 mesi per poter parlare di ansia generalizzata.
- Disturbo d’ansia da separazione: è un disturbo che si manifesta frequentemente nell’infanzia ed è caratterizzato da ansia eccessiva e persistente riguardo alla separazione dalle principali figure di attaccamento, come i genitori o altre persone di riferimento significative.
- Mutismo selettivo: è classificato come un disturbo d'ansia strettamente correlato all'ansia sociale, che si manifesta principalmente nell'infanzia. La sua caratteristica fondamentale è l'incapacità costante di parlare in specifiche situazioni sociali nonostante il bambino riesca a parlare normalmente in altri contesti.
- Fobia specifica: è una paura marcata e immediata verso oggetti/situazioni specifiche (animali, altezze, sangue/iniezioni, volo, spazi chiusi), con evitamento e interferenza significativa con le abitudini quotidiane, con una durata superiore ai 6 mesi.
- Disturbo d’ansia sociale: l’ansia deriva dal timore di essere giudicati/umiliati in situazioni sociali o prestazionali. Le persone con disturbo d’ansia sociale spesso hanno una bassa considerazione di sé e interpretano le proprie manifestazioni fisiche di ansia come prove della propria insicurezza o incapacità di gestire le situazioni sociali.
- Disturbo di panico: chi sperimenta questo disturbo vive attacchi di panico più o meno frequenti, che si caratterizzano per essere improvvisi e talvolta invalidanti. In questo disturbo è centrale la preoccupazione persistente di averne altri e/o il cambiamento di comportamento (evitamento, controllo del corpo, ricerca di sicurezza)

Perchè nasce il disturbo d'ansia?
I disturbi d'ansia nascono dall’interazione tra vulnerabilità biologica, storia personale, stress attuali e modalità con cui la persona interpreta e gestisce la minaccia
- Sul piano biologico sono coinvolti sistemi di risposta allo stress e circuiti cerebrali dell’allarme, più che uno squilibrio chimico conta come questi sistemi si attivano e si regolano nel tempo.
- predisposizione e vulnerabilità biologica: secondo alcuni studi, i disturbi d’ansia possono avere una componente ereditaria. Anche degli studi condotti sui gemelli hanno mostrato come la predisposizione genetica possa aumentare il rischio di incorrere in un disturbo d'ansia;
- fattori ambientali e sociali: le persone che hanno subito un trauma, un abuso o un episodio di bullismo sono più esposte all’ansia, così come quelle che sono state educate in modo duro, apprensivo, negligente o anaffettivo.
Esiste poi una differenza di genere per fattori biologici e socioculturali: l'incidenza dell'ansia è più alta tra le donne, eccetto che per il disturbo d’ansia sociale.
Infine, anche l’assunzione di alcune sostanze o farmaci come l'alcol, il tabacco, gli oppioidi e gli stimolanti, possono causare o peggiorare l'ansia.
Test per l'ansia
In ambito clinico si usano diversi test di screening tra cui un test chiamato GAD-7, che si è dimostrato efficace per valutare la presenza e la gravità dei disturbi d'ansia. Questo test non è uno strumento di autovalutazione: per avere valore diagnostico, deve essere esaminato da psicologi, psicoterapeuti, psichiatri o medici.
Se lo farai in autonomia, non scoprirai se soffri d'ansia: avrai solo un'indicazione dell'eventuale presenza di alcuni sintomi, che potrebbero dipendere da cause del tutto diverse.
Trattamento dei disturbi d'ansia
La cura dei disturbi d'ansia richiede principalmente l'intervento psicoterapeutico con l'eventuale supporto farmacologico. L'obiettivo principale del trattamento dell'ansia è aiutare il paziente a gestire l'emozione, riconoscere i pensieri disfunzionali e affrontare le situazioni temute.
Psicoterapia per l'ansia
La psicoterapia è il trattamento principale per i disturbi d'ansia. In particolare la terapia cognitivo comportamentale si è rivelata molto efficace ed è considerata un gold standard nella cura dei disturbi d'ansia. Questa terapia si concentra su:
- Ristrutturazione cognitiva: identificare e modificare i pensieri catastrofici e distorti (componente cognitiva dell'ansia).
- Esposizione graduale: affrontare progressivamente e sistematicamente le situazioni temute per ridurre l'evitamento e disinnescare la paura (componente comportamentale).

Trattamento farmacologico dell'ansia
L'uso di farmaci per la cura dei disturbi d'ansia può essere associato alla psicoterapia, soprattutto nei casi di ansia severa o attacchi di panico frequenti.
I farmaci più comuni includono:
- Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI): spesso usati come farmaci di prima linea, agendo per stabilizzare l'umore e ridurre i sintomi ansiosi.
- Benzodiazepine: utilizzate per un sollievo rapido dai sintomi acuti e dalle crisi d'ansia, ma generalmente prescritte per brevi periodi a causa del potenziale rischio di dipendenza.
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