Prosocialità: cosa è?

Assumere comportamenti prosociali significa essere capaci di sostenere e assistere il prossimo senza per questo aspettarsi ricompense o riconoscimenti particolari

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Che cosa significa prosocialità?

La prosocialità è la capacità di mostrare interesse per il prossimo, di interagire e di comunicare adottando un atteggiamento che si basa interamente sul lavoro di squadra e sulla collaborazione. Inoltre, la prosocialità sembrerebbe strettamente legata alla crescita della fiducia in se stessi e della propria identità.

Che cosa ci spinge ad adottare un comportamento prosociale?

Per parlare di abilità prosociali è importante considerare la relazione che intercorre tra i tratti individuali e le circostanze che dobbiamo affrontare ogni giorno. Infatti, può capitare che, in alcuni casi, si manifestino tutte le nostre abilità sociali positive, mentre in certe situazioni queste ultime appaiano decisamente meno evidenti.

Generosità, compassione e intelligenza emotiva possono rappresentare solo in parte le nostre competenze sociali verso il prossimo. È importante tenere in considerazione anche il concetto di intelligenza sociale, il quale implica la capacità di apprendere, comprendere e comunicare le proprie emozioni, contribuendo così al miglioramento delle competenze cognitive e relazionali.

Tutto questo, come diretta conseguenza, porterà allo sviluppo di interazioni sociali più costruttive e salutari.

Il comportamento prosociale nella letteratura scientifica

In psicologia, i comportamenti prosociali vengono contrapposti a quelli antisociali, ovvero uno schema di condotte che prevede azioni pericolose oppure ostili nei confronti delle persone e della società in generale.

Si tratta di un tema non indifferente dal punto di vista sociale e, per questo motivo, sono molti gli studi che si sono occupati di approfondire il tema dei comportamenti prosociali e che hanno esaminato la loro dimensione relazionale, evolutiva e psicologica, focalizzandosi sulle dinamiche che li contraddistinguono e sugli effetti della prosocialità nella sfera emozionale, identitaria, relazionale e intellettiva.

Come abbiamo accennato, i comportamenti prosociali possono manifestarsi attraverso precise condotte di altruismo nei confronti del prossimo, per esempio dando il sostegno fisico e verbale a chi ne ha bisogno, dimostrandosi solidali o generosi.

Le scoperte degli studi scientifici svolti in questo ambito hanno condotto a una conclusione evidente: questo schema comportamentale offre la possibilità di sfruttare tutte le alternative migliori ai comportamenti più aggressivi, facilitando lo sviluppo di relazioni sane, capaci di farci stare meglio e di supportare la crescita dell’autostima.

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La prosocialità nei bambini

L’educazione alla prosocialità è un tema che supera l’insegnamento della collaborazione: non è sufficiente avere un obiettivo comune e agire nella stessa direzione, ma è importante educare i più piccoli a non aspettare che siano gli altri a muovere il primo passo e a non attendere sempre l’arrivo di una ricompensa.

Proprio per questo motivo, gli adulti di riferimento dovranno essere parte integrante dello sviluppo della prosocialità nel bambino, ponendosi come figure da emulare.

In questo modo, anche i bambini potranno imparare a capire le emozioni degli altri, sviluppando l’empatia e tutti i suoi meccanismi. Infine, è importante rinforzare i comportamenti funzionali, attraverso il rinforzo positivo di elogi e complimenti, ogni volta in cui i bambini assumeranno un comportamento prosociale.

Queste particolari attenzioni indurranno con tutta probabilità il ripetersi di azioni prosociali.

Il comportamento prosociale in ambito scolastico

Gli ambienti educativi rappresentano i contesti principali in cui vengono sviluppate e messe alla prova le prime abilità prosociali apprese.

Ma è anche importante sottolineare come lo sviluppo di iniziative volte a favorire la prosocialità tra i banchi di scuola richieda sempre il coinvolgimento attivo degli educatori che, a loro volta, dovranno adottare un approccio incentrato sull’accoglienza e sulla promozione di un clima di ascolto e dialogo all’interno della classe.

A livello pratico, l’insegnamento degli atteggiamenti prosociali si traduce in una serie di attività che coinvolgono diverse materie nel curriculum scolastico, incoraggiando al contempo lo sviluppo di competenze interpersonali atte a stimolare l’adozione di comportamenti volti al bene comune. In tal modo, vengono rafforzati anche il senso di competenza, l’autostima e la motivazione al successo scolastico.

In una visione più ampia, l'opportunità di ricevere senza l'aspettativa di restituire favorisce la creazione di legami basati sulla considerazione reciproca e sulla condivisione, principi che trovano eco nella convivenza rispettosa delle diversità durante l'età adulta e nel rispetto delle norme sociali.

L'aula scolastica diventa così una vera e propria comunità all’interno della quale gli alunni possono interagire con consapevolezza delle dinamiche sociali, raggiungendo l'obiettivo comune di preservare i legami e mantenere un clima di apprendimento positivo e costruttivo.

I benefici di un atteggiamento prosociale

Assumere comportamenti prosociali significa essere capaci di sostenere e assistere il prossimo senza per questo aspettarsi ricompense o riconoscimenti particolari. I motivi alla base di queste azioni coinvolgono quindi anche la dimensione intenzionale e motivazionale. Per esempio, dedicarsi al volontariato è indubbiamente un’espressione della prosocialità, mentre effettuare donazioni per un tornaconto fiscale non lo è.

Quindi, possiamo intuire quanto sia importante l’incoraggiamento alla prosocialità, soprattutto se consideriamo la natura individualista della società odierna. Favorire azioni di supporto tra i membri di una comunità comporta la possibilità di offrire una validissima alternativa al declino relazionale che stiamo attraversando negli ultimi anni e promuovere un ambiente sociale decisamente più armonioso.

Essere persone prosociali significa avere un atteggiamento e un pensiero orientati al benessere, specialmente perché questa caratteristica implica la capacità di riconoscere gli altri distaccandosi dalla sfera egocentrica che, invece, è legata ai primi stadi di sviluppo individuale.

Il ruolo della psicoterapia e dello psicoterapeuta

Dopo aver individuato nella famiglia e nella scuola i principali luoghi di apprendimento ed espressione della prosocialità, sarebbe riduttivo trascurare il ruolo della psicoterapia in un contesto relazionale e di cambiamento, pensando che queste condotte generose si possano apprendere solo da bambini.

Al contrario, durante un percorso psicologico si ha la possibilità di approfondire tutti i processi mentali alla base delle modalità con cui tendiamo ad affrontare molte situazioni della nostra vita, che siano sociali o potenzialmente in grado di produrre in noi un disagio.

In questo modo, la psicoterapia potrà favorire ulteriormente i comportamenti prosociali affiancando le persone nel loro percorso di crescita personale e nello sviluppo di relazioni sociali più soddisfacenti.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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