Appiattimento affettivo: il disagio di non provare emozioni
L'anedonia può influenzare notevolmente la qualità della vita e può essere trattata attraverso terapie psicologiche, farmacologiche o una combinazione di entrambe, a seconda della causa sottostante e delle esigenze individuali del paziente.

Ti è mai capitato di avere la sensazione di non provare emozioni, che siano emozioni primarie o secondarie? Qualsiasi stato d’animo, positivo o negativo, sembra essere cancellato, e il tuo mondo emotivo rimane imprigionato senza possibilità di essere espresso, nemmeno con le persone che ti sono più vicine.
Questo fenomeno ha un nome: anedonia o appiattimento emotivo. Di seguito scoprirai tutto ciò che vuoi sapere su questo fenomeno, che spesso si accompagna alla perdita di piacere, l’anedonia. Non perdere la speranza: la guarigione è sempre possibile.
Non provare emozioni: che cos’è l’appiattimento emotivo
L'appiattimento affettivo, o "emotional blunting", è una condizione caratterizzata da una significativa riduzione o assenza della capacità di provare e manifestare emozioni, che possono essere sia positive che negative.
Chi soffre di appiattimento affettivo sperimenta un'indifferenza generalizzata, una mancanza di reattività emotiva ai vari stimoli presenti all'esterno che normalmente susciterebbero una reazione.
Non si tratta di una patologia a sé stante, ma piuttosto di un sintomo che può essere associato a diverse condizioni cliniche o situazioni di vita.
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Le cause dell’appiattimento emotivo: da dove deriva il non provare emozioni?
Come già anticipato, l'appiattimento affettivo non è una patologia, ma un sintomo profondo che spesso si manifesta nella depressione. Quando il dolore emotivo diventa insopportabile, la mente può mettere in atto un meccanismo di difesa: la soppressione delle emozioni. Questo intorpidimento inizialmente potrebbe sembrare una cosa positiva: l'assenza di sofferenza permette di mantenere una parvenza di normalità, continuando a lavorare o a frequentare le persone senza il peso del dolore.
Con il tempo, però, si scopre che non soffrire non equivale a essere felici. L'indifferenza prende il posto del piacere, e l'isolamento emotivo rende le relazioni vuote e superficiali. Questa sofferenza interiore è invisibile all'esterno: agli occhi degli altri, la persona appare fredda, distante, e quasi irriconoscibile.
Non provare emozioni: che cosa succede nel cervello?
L’appiattimento affettivo può subentrare per la combinazione di una serie di fattori legati sia alla genetica (esiste, infatti, una familiarità per i disturbi depressivi) che all’ambiente. Le condizioni del contesto sociale e culturale in cui viviamo, infatti, possono influire sul nostro benessere e sono proprio le circostanze avverse a favorire una sofferenza di tipo depressivo.
Ma anche a livello neurobiologico esistono degli eventi che si mettono in moto quando si attiva il meccanismo che induce a non provare emozioni.
Fondamentalmente il problema risiede nel circuito della ricompensa. Si tratta di un insieme di aree della corteccia cerebrale e di altre strutture neuronali che, grazie ai neurotrasmettitori dopamina e serotonina, gestiscono la motivazione ad attuare un comportamento in grado di generare piacere in modo da ottenere una gratificazione. Quando non si provano emozioni, viene a mancare la spinta a ricercare una sensazione positiva, quindi l’area disinteressata dall’attività neuronale è soprattutto quella della corteccia cerebrale prefrontale, che si occupa di pianificare i comportamenti finalizzati a uno scopo. Questi, di conseguenza, non vengono più cercati, dal momento che l’adempimento di un’attività non è più in grado di generare piacere.
Oltre alla depressione, anche una condizione di stress che perdura da tempo, l’aver subito un trauma o il fare abuso di sostanze, possono portare a non provare emozioni e distaccarsi dalla realtà.

Come si supera il problema di non provare emozioni?
Il non provare emozioni è un sintomo che preoccupa molto i pazienti, per via di tutte le conseguenze che comporta ma anche del disagio e del senso di innaturalezza che la persona sente. Se ti stai chiedendo se sia possibile uscirne, sappi che può non essere una questione facile, dal momento che l’appiattimento affettivo è solo un aspetto superficiale di una sofferenza profonda al punto da essere insopportabile e necessitare di essere sedata e messa a tacere.
Chiedere aiuto a un esperto può aprire la strada per una via d’uscita. Noi di Serenis proponiamo ai nostri pazienti percorsi di supporto psicologico o psicoterapia online proprio perché alcuni disagi necessitano di una guida sicura per poter essere superati.
Fonti:
- Silk K. R. (1980). Affective flattening and emotional blunting. The American journal of psychiatry, 137(7), 868. https://doi.org/10.1176/ajp.137.7.aj1377868