Sindrome dell’abbandono: cause, sintomi, come superarla

La sindrome dell’abbandono è una paura intensa di essere lasciati soli o rifiutati nelle relazioni affettive. Chi ne soffre vive ansia, insicurezza e difficoltà a fidarsi degli altri. Scopri i trattamenti più efficaci per questa sindrome.

|
Primo colloquio gratuito
Primo colloquio gratuito
Sindrome_dell_abbandono_222b6fea5c.jpg

Punti chiave

  • Cos'è la sindrome dell'abbandono: la sindrome dell’abbandono è una condizione di sofferenza psichica caratterizzata dalla paura di perdere chi si ama, può essere l’esacerbazione di vissuti di insicurezza e bassa autostima e, a sua volta, può causare ansia, dipendenza emotiva e difficoltà/impossibilità a costruire relazioni di fiducia.
  • Sintomi e cause principali: i sintomi includono manipolazione, controllo eccessivo, vittimismo e ansia da separazione. Le cause risiedono in modelli di attaccamento insicuro sviluppati durante l’infanzia, soprattutto in assenza di attenzioni costanti.
  • Superare la sindrome dell’abbandono: il superamento richiede lavorare su sé stessi, accettare la paura, valorizzare la solitudine come momento di crescita e circondarsi di persone che accettano senza condizioni.

Che cos’è la sindrome dell’abbandono?

La sindrome dell'abbandono è una condizione psicologica che si manifesta come una paura eccessiva e pervasiva di perdere una persona significativa, di restare soli e di ritrovarsi senza punti di riferimento. Chi ne soffre percepisce un vuoto e un'angoscia che influenza diversi aspetti della vita, in particolare le relazioni interpersonali.

Va specificato che non si tratta di una vera e propria patologia e che dunque non viene riconosciuta come tale.

Che cos’è la sindrome dell’abbandono

Cause della sindrome dell'abbandono

Le cause della paura dell'abbandono sono spesso radicate nelle esperienze dell'infanzia e sono strettamente legate agli stili di attaccamento. Tra le varie cause che si possono individuare per la sindrome dell'abbandono troviamo:

  • Esperienze infantili traumatiche: trascuratezza emotiva o fisica, abusi, la perdita di un caregiver (per morte o, nel caso di genitori, divorzio), o l'assenza emotiva del caregiver possono lasciare nel bambino la sensazione di non essere degno di amore e di non potersi fidare della stabilità delle relazioni.
  • Modelli di attaccamento insicuro: se i caregiver sono stati emotivamente inaccessibili o incoerenti si potrebbe essere sviluppato attaccamento insicuro che si ripercuote poi nelle relazioni adulte, dove la persona fatica a fidarsi e a sentirsi al sicuro.
  • Eventi traumatici in età adulta: anche esperienze come la fine brusca di una relazione tramite ad esempio il ghosting, un lutto improvviso o un licenziamento possono rievocare le paure di abbandono che magari erano presenti in passato e generare ansia e insicurezza.
Traumi ed esperienze infantili.jpg

Quali sono i sintomi della sindrome dell’abbandono?

I sintomi della sindrome dell'abbandono si traducono in schemi comportamentali quali:

  • Aspettative negative nei confronti della persona di cui si teme l’abbandono (“Mi lascerà e sparirà nel nulla”), sensazione di catastrofe imminente e costante tensione di sottofondo, ricerca di continue rassicurazioni, amplificazione di litigi, confronti, feedback vissuti come una disconferma del valore della persona (“Mi ha detto questo e quindi io non valgo niente per lui/lei), attivazione di tecniche ricattatorie e manipolatorie per tenere la persona accanto a sé.
  • Manipolazione, controllo eccessivo e ansia da separazione anche per brevi momenti o periodi; il distacco temporaneo dalla persona amata è vissuto come allontanamento definitivo; inoltre, la distanza fisica è percepita, dalla persona con sindrome dell’abbandono, come distanza affettiva: da qui il costante impulso e bisogno irrinunciabile a essere in contatto con la persona amata.
  • Vittimismo: le persone che soffrono della sindrome dell'abbandono, sviluppano quella che viene chiamata "dipendenza affettiva" e che configura la persona come vittima in modo da attirare l'attenzione del partner.
  • Pressione emotiva: questo comportamento induce la vittima a far sentire responsabile della propria tristezza o infelicità il partner.
  • Eccessivo controllo dell'altro: le persone che soffrono di sindrome dell'abbandono hanno il continuo bisogno di sapere cosa sta facendo l'altro, quali emozioni sta provando o se sta condividendo il suo tempo con qualcun altro.

Alcuni studi hanno rilevato una correlazione tra la sindrome dell'abbandono e disturbi dell'alimentazione, in particolare il binge eating (Patton, 1992). Infine, si possono presentare anche degli crisi di ansia o attacchi di panico nel caso in cui si prospetti la possibilità di una separazione. 

Se riconosci queste situazioni nella tua relazione, puoi pensare di parlarne con uno psicoterapeuta del nostro centro medico. Puoi prenotare un primo colloquio gratuito in cui il terapeuta ti ascolterà senza giudizio, valuterete insieme le tue difficoltà e deciderete se iniziare un percorso terapeutico adatto alle tue esigenze.

Quali sono i sintomi della sindrome dell’abbandono.jpg

Come si supera la sindrome dell'abbandono?

Superare la sindrome dell’abbandono richiede un lavoro costante su sé stessi, in particolare sulla gestione delle emozioni, sulla costruzione dell’autostima e sulla qualità delle relazioni. Il primo passo è riconoscere che la paura di essere lasciati nasce da esperienze passate e non da una reale minaccia presente. Portare alla luce questi meccanismi aiuta a spezzare il ciclo di reazioni impulsive, controllo e dipendenza affettiva.

Tra gli strumenti più efficaci per iniziare un percorso di cambiamento ci sono:

  • Riconoscere i propri schemi emotivi: osserva come reagisci quando temi di essere ignorato o trascurato. Scrivere ciò che provi ti aiuta a prendere distanza dai pensieri automatici.
  • Lavorare sull’autostima: dedica tempo ad attività che rafforzano il senso di valore personale, come coltivare passioni, raggiungere obiettivi piccoli ma concreti o curare la propria routine.
  • Accettare il distacco temporaneo: non tutte le assenze significano abbandono. Abituarsi a tollerare il silenzio o la solitudine è un passo chiave per ridurre l’ansia.
  • Iniziare un percorso psicoterapeutico: un professionista può aiutarti a comprendere le radici della tua insicurezza affettiva e guidarti nel cambiamento, usando tecniche mirate per rafforzare il senso di sicurezza interna.
Come si supera la sindrome dell'abbandono

Come aiuta la psicoterapia per la sindrome dell'abbandono?

La psicoterapia è uno degli strumenti più efficaci per affrontare la sindrome dell’abbandono, perché aiuta la persona a comprendere l’origine della propria insicurezza e a sviluppare nuove modalità di relazione. Molti dei comportamenti legati a questa sindrome, come la gelosia, la paura del rifiuto o la dipendenza affettiva, nascono da esperienze passate non elaborate, spesso legate all’infanzia. In terapia è possibile rielaborare questi vissuti e interrompere gli schemi che si ripetono nelle relazioni attuali.

A seconda delle caratteristiche della persona, possono essere utilizzati diversi approcci terapeutici. Tra i più indicati ci sono:

  • Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta a identificare i pensieri disfunzionali legati all’abbandono e a sostituirli con valutazioni più realistiche e stabili.
  • EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione tramite movimenti oculari): indicato nei casi in cui l’origine del disagio è legata a traumi specifici o abbandoni reali vissuti in passato.

Nel nostro centro medico puoi trovare psicoterapeuti specializzati in queste terapie e potrai prenotare gratuitamente un primo colloquio conoscitivo. Successivamente le sedute costano 49 € l'una.

Fonti:

  • Palihawadana, V., Broadbear, J. H., & Rao, S. (2019). Reviewing the clinical significance of 'fear of abandonment' in borderline personality disorder. Australasian psychiatry : bulletin of Royal Australian and New Zealand College of Psychiatrists, 27(1), 60–63.
  • Watterson, R. L., Crowe, M., Jordan, J., Lovell, S., & Carter, J. D. (2023). A Tale of Childhood Loss, Conditional Acceptance and a Fear of Abandonment: A Qualitative Study Taking a Narrative Approach to Eating Disorders. Qualitative health research, 33(4), 270–283.
Il nostro processo di revisione
Scopri di più
Approfondimento
Coinvolgiamo nella stesura dei contenuti clinici terapeuti con almeno 2.000 ore di esperienza.
Verifica
Studiamo le ricerche sul tema clinico e quando possibile le inseriamo in bibliografia.
Chiarezza
Perfezioniamo gli articoli dal punto di vista stilistico privilegiando la comprensione del testo.
Validano gli articoli
DsMDott.ssa Martina Migliore
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
Leggi la biografia
Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
FRFederico Russo
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Leggi la biografia
Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
SFSusanna Ferreli
Susanna FerreliPsicologa e Psicoterapeuta
Leggi la biografia
Sono la Dott.ssa Susanna Ferreli, sono laureata in Psicologia clinica e sono specializzata in psicoterapia rogersiana, orientamento fenomenologico esistenziale. Nella pratica professionale, mi ritengo un compagno di viaggio che guida la persona verso l'autorealizzazione, in termini di trovare o ritrovare la propria salute psichica, favorire il cambiamento, raggiungere gli obiettivi, conoscersi e/o approfondire la conoscenza di sé, affrontare e superare i momenti critici del ciclo di vita.
Trova un terapeuta
Primo colloquio gratuito
Primo colloquio gratuito