Cos'è l'ascolto attivo e come praticarlo
L'ascolto attivo è essenziale per vivere sereni e raggiungere i propri obiettivi: che cosa è e come si mette in pratica

Che cos’è l’ascolto attivo
L'ascolto attivo, termine coniato dagli psicologi Carl Rogers e Richard Farson nel 1957, è la capacità di prestare attenzione consapevole e intenzionale non solo alle parole (messaggi verbali), ma anche ai segnali non verbali (gesti, espressioni, tono di voce) di chi parla.
Chi pratica l'ascolto attivo riesce a:
- Comprendere pienamente il messaggio dell'interlocutore.
- Far sentire l'altra persona ascoltata e compresa.
- Instaurare una comunicazione consapevole, riducendo i malintesi.
- Andare oltre il semplice sentire, per capire il punto di vista altrui.
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Perché l’ascolto attivo è importante
Praticare l'ascolto attivo, spesso chiamato anche ascolto empatico, ha un impatto diretto e positivo su ogni tipo di relazione (colleghi, amici, partner) e sullo sviluppo personale.
Tra i benefici dell'ascolto attivo possiamo trovare:
- Migliora la qualità delle relazioni interpersonali.
- Aumenta la comprensione dei punti di vista altrui, senza giudizio.
- Sviluppa l'empatia, permettendo di riconoscere le emozioni dell'altro.
- Consente di rispondere in modo più adeguato e costruttivo.
- Aiuta a superare le sole parole per cogliere motivazioni ed emozioni profonde.
L'ascolto attivo si basa su empatia, accettazione e cooperazione, migliorando anche il nostro benessere psicologico e la nostra apertura verso gli altri.

Come si ascolta attivamente?
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Work and Organizational Psychology spiega che il processo di ascolto attivo è diviso in 3 fasi principali:
- comprensione: bisogna essere sicuri di capire cosa ci dice l'altro e tranquillizzare chi abbiamo di fronte, magari con parole e frasi come "mh-mh" e "sì continua, che mi interessa";
- ricezione e memorizzazione del messaggio: non dobbiamo farci distrarre dall’ambiente che ci circonda perché tutto il nostro interesse deve essere rivolto a chi ci parla;
- riformulazione: in questa fase prende la parola chi era in ascolto per assicurarsi di aver capito e memorizzato il messaggio. Si tratta del momento ideale per fare domande e chiedere chiarimenti su ciò che non si è capito. In questo modo chi ci ha parlato si sente ascoltato e ha anche la certezza di aver trasmesso il messaggio nel modo corretto.
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Quali sono le sette regole dell'ascolto
Marianella Sclavi, pioniera in Italia delle teorie dell’ascolto attivo, della gestione creativa dei conflitti, della facilitazione e progettazione partecipata, ha elencato le “sette regole dell’arte di ascoltare”, piccoli gesti che possiamo praticare tutti i giorni per imparare questo importante processo di ascolto:
- non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca;
- quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva;
- se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché;
- le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico;
- un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze;
- un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti;
- per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica.

Cosa ci impedisce di ascoltare attivamente?
Ci sono diversi fattori che ci impediscono di ascoltare attivamente. Tuttavia, possiamo riassumerli in:
- Le barriere ambientali: rumori, distrazioni, connessioni scarse, ambienti affollati. Purtroppo molte volte di fronte a limiti come questi possiamo fare ben poco, ma in altre situazioni ci sono modi per gestirli, per esempio andando in un luogo dove il nostro telefono prende meglio.
- Le barriere fisiologiche: problemi di salute, stanchezza, mal di testa, cali di attenzione.
- Le barriere psicologiche sono forse le più complesse perché sono quelle che portano a maggiori problemi nella disponibilità e nella capacità mentale di ascoltare. Ti basti pensare ai pregiudizi, per esempio, che potrebbero farci ascoltare le argomentazioni di qualcun altro ma concentrandoci esclusivamente sui suoi punti deboli e ignorando quelli di forza.
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Come superare queste barriere nell'ascolto attivo?
Per essere in grado di ascoltare attivamente è prima di tutto importante essere consapevoli dei propri bisogni e stati d’animo. Una capacità che in alcuni casi si rinforza attraverso l’auto-osservazione, magari riflettendo per qualche minuto sugli scambi avuti durante la giornata, a come ci hanno fatto sentire e così via, oppure affidandosi a una consulenza psicologica.
Il motivo è molto semplice: più siamo consapevoli di ciò che è dentro e intorno a noi, più riusciamo a non proiettarlo sul nostro interlocutore e, anzi, diventiamo capaci di distinguere in modo chiaro e onesto il nostro vissuto per fare spazio a quello dell’altro.
Se senti la necessità di superare queste barriere e vuoi parlarne con uno psicoterapeuta, puoi rivolgerti al nostro centro medico. Il primo colloquio con uno dei nostri terapeuti è gratuito, mentre le sedute successive costano 49 € l'una.
C. 48 anni, estremamente perfezionista e razionale, mi dice che le capita di non essere assertiva quando l’altro le porta una cosa che è totalmente opposta al suo modo di essere e che quindi non riesce né ad ascoltare la posizione dell’altro, né a maggior ragione ad accettarla perché la classifica come illogica e non degna di ragionamento, lei che ha fatto del metodo scientifico il suo stile di vita. In sostanza, salta completamente la fase dell’ascolto attivo perché perde ogni interesse per il confronto. Le faccio presente che è nel confronto che conosciamo l’altro e che questa sua chiusura le preclude la possibilità di apprendere nuovi punti di vista e, soprattutto, di approfondire le relazioni. Mi chiede quindi come potrebbe superare questa barriera psicologica all’ascolto attivo e le faccio presente che il metodo scientifico non può essere scevro dalla curiosità e dalla sospensione del giudizio, altrimenti i ricercatori non creerebbero in continuazione nuovi esperimenti. L’averle dato un punto di vista alternativo, facendo leva su qualcosa che conosceva bene e che sentiva in linea col proprio modo di essere, l’ha aiutata a superare la barriera psicologica che le impediva di mettere in atto l’ascolto attivo e l’ha resa più disponibile al confronto.
Bibliografia
Active listening. — Chicago, IL: Industrial Relations Center of the University of Chicago
Rogers, C. R., Farson, R. E. (1957)
Your Perfect Right: A Guide to Assertive Behavior
Robert E. Alberti, Michael L. Emmons (1970)
Can holding a stick improve listening at work? The effect of Listening Circles on employees’ emotions and cognitions — European Journal of Work and Organizational Psychology, 26:5, pp. 663-676
Guy Itzchakov, Avraham N. Kluger (2017)
