Venlafaxina: cos'è, come funziona ed effetti collaterali

La venlafaxina è un antidepressivo SNRI ampiamente utilizzato nel trattamento della depressione e dei disturbi d'ansia. Comprenderne funzioni, benefici, dosaggi ed effetti collaterali è essenziale per un uso consapevole.

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Cos'è la venlafaxina?

La venlafaxina è un principio attivo appartenente alla classe degli antidepressivi noti come inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI). In campo medico, viene considerata una molecola efficace nel trattamento di diverse condizioni psichiatriche, con particolare riferimento ai disturbi dell'umore e dell'ansia. Nella letteratura scientifica internazionale è indicata con il nome venlafaxine, mentre in alcune varianti ortografiche non corrette, ma frequentemente ricercate e utilizzate, può comparire come venlafaxin, venlaflaxina, venflaxina, venlafaxins o velafaxina.

Si tratta di un farmaco disponibile in diverse forme farmaceutiche: compresse a rilascio immediato, venlafaxina compresse a rilascio prolungato e capsule. I dosaggi più comuni sono venlafaxina 37,5 mg, venlafaxina 75 mg e venlafaxina 150 mg, utilizzati in base alle indicazioni del medico curante, alle necessità cliniche e alla risposta del paziente.

Introdotta nel 1993 e approvata inizialmente nella cura della depressione maggiore, col passare del tempo è stata utilizzata per trattare di un'ampia gamma di disturbi.

A cosa serve la venlafaxina?

Sono tantissimi i pazienti che si chiedono venlafaxina a cosa serve, spesso con l'obiettivo di comprendere a fondo le indicazioni terapeutiche. La venlafaxina è prescritta in caso di:

  • disturbo depressivo maggiore (DDM). Venlafaxina è uno degli antidepressivi più utilizzati per il trattamento degli episodi depressivi moderati o gravi. Numerosi studi clinici hanno dimostrato la sua efficacia nel migliorare l'umore, l'energia e la motivazione. Una meta-analisi del 2012 ha evidenziato come la venlafaxina sia più efficace rispetto ad altri antidepressivi di uso comune come fluoxetina e paroxetina nella cura della depressione maggiore, ma meno del bupropione. Molto studiate sono anche le associazioni con altri antidepressivi, al fine di aumentarne l'efficacia nei pazienti che non traggono beneficio dai trattamenti con altri farmaci: diversi studi hanno sottolineato l'efficacia della combinazione venlafaxina - mirtazapina, così come ci sono prove che venlafaxina e aripiprazolo assunti insieme garantiscano risultati incoraggianti
  • Disturbo d'ansia generalizzata (GAD). La molecola riduce l'ansia persistente e i sintomi somatici ad essa correlati, tra cui tensione muscolare, insonnia e irritabilità.
  • Disturbo da panico. La venlafaxina aiuta a ridurre la frequenza e l'intensità degli attacchi di panico
  • Fobia sociale (disturbo d'ansia sociale). Alcuni studi supportano l'uso della venlafaxina nel ridurre ansia sociale e disagio durante le interazioni quotidiane

Non mancano ulteriori utilizzi off-label. In alcuni casi, ad esempio, può essere prescritta in presenza di dolore neuropatico o di sintomi vasomotori in menopausa. Anche in questi casi, il paziente deve attenersi scrupolosamente alle indicazioni dello specialista. Inoltre, in virtù della sua azione sui sistemi serotoninergico e adrenergico, la venlafaxina è usata (in modo off-label) anche per limitare gli episodi di cataplessia, debolezza muscolare che può comparire in pazienti affetti da narcolessia. 

Studi recenti ne suggeriscono una buona efficacia nell'utilizzo off-label per la cura del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), del disturbo ossessivo-compulsivo e del disturbo post-traumatico da stress.

Non sorprende che alcuni pazienti descrivano la propria esperienza con frasi come "venlafaxina mi ha salvato" o "venlafaxina è miracolosa". È importante ricordare, tuttavia, che l'efficacia del farmaco varia da individuo a individuo: "venlafaxina funziona sempre?" è una domanda molto frequente, ma la verità è che tutto dipende dalla risposta personale, dalla diagnosi e dal dosaggio.

A cosa serve la venlafaxina

Quali farmaci contengono la venlafaxina?

La venlafaxina ha vari nomi commerciali, tra cui:

  • EfexorEfexor XR
  • Vandral
  • Zarelis
  • Faxine

È comune trovare riferimenti locali, quali venlafaxina Torrino, che possono alludere a esperienze o descrizioni fornite da siti web o punti vendita. Trattandosi di un farmaco generico, la qualità e la bio-disponibilità sono garantite dai requisiti regolatori europei.

Come funziona la venlafaxina?

Il meccanismo d'azione della venlafaxina è ben documentato scientificamente. La molecola agisce principalmente inibendo la ricaptazione di due neurotrasmettitori chiave, ovvero la serotonina (5-HT) e la noradrenalina (NA). A dosaggi più elevati, può avere un effetto lieve anche sulla ricaptazione della dopamina. Questi neurotrasmettitori sono coinvolti nella regolazione dell'umore, del sonno, dell'ansia, del comportamento e della motivazione.

Aumentandone la disponibilità nelle sinapsi cerebrali, la venlafaxina contribuisce a migliorare il tono dell'umore, a ridurre ansia e apprensione, a favorire la regolazione del ciclo sonno-veglia, a stabilizzare le emozioni e a ridurre i sintomi somatici dell'ansia (palpitazioni, tensione muscolare, insonnia, etc).

Dopo quanto tempo fa effetto la venlafaxina?

Una delle domande più frequenti è "venlafaxina dopo quanto fa effetto". In genere, i primi benefici possono comparire dopo una o due settimane dall'inizio della cura, ma gli effetti antidepressivi si manifestano pienamente soltanto dopo quattro-sei settimane. In alcune persone può servire più tempo, oppure può essere necessario un aggiustamento del dosaggio in corso d'opera.

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Come si assume la venlafaxina?

La venlafaxina è disponibile in diversi dosaggi, tra cui:

  • venlafaxina 37 5 / venlafaxina 37,5 mg
  • venlafaxina 75 / venlafaxina 75 mg
  • venlafaxina 150 / venlafaxina 150 mg

Venlafaxina dosaggio minimo

Il dosaggio iniziale più frequente è 37,5 mg, essendo considerato quello minimo per avviare una cura efficace. Tale posologia viene impiegata soprattutto in presenza di disturbi d'ansia. Il dosaggio può essere aumentato gradualmente sotto stretto controllo medico.

Modalità di assunzione

Il farmaco deve essere assunto una volta al giorno in caso di formulazioni a rilascio prolungato, oppure due volte al giorno in presenza di formulazioni immediate. Venlafaxina va presa con il cibo, in modo da ridurre la sensazione di nausea ed eventuali fastidi gastrointestinali.

Le capsule e le compresse a rilascio prolungato vanno ingerite intere e non masticate, né aperte. L'emivita della molecola è relativamente breve, pertanto i pazienti debbono rispettare intervalli e tempi di somministrazione in maniera rigorosa, evitando di dimenticare anche una singola dose. Saltare una sola assunzione potrebbe innescare sintomi da astinenza.

Modalità di assunzione

Interruzione della terapia

L'interruzione improvvisa del trattamento può causare sintomi da sospensione. Questi ultimi variano a seconda della persona, ma possono includere disturbi simil-influenzalivertiginiansiairritabilitàinsonniadisturbi gastrointestinali, e nei casi più gravi, psicosiconvulsioni o un aumento della pressione sanguigna. È fondamentale procedere con una riduzione graduale della dose, secondo indicazione medica, e non staccare la cura in maniera improvvisa.

Effetti collaterali della venlafaxina

Sebbene il farmaco sia considerato sicuro, può provocare alcuni effetti indesiderati da tenere presenti. Tra quelli segnalati più di frequente figurano

  • nausea
  • insonnia o sonnolenza
  • aumentata sudorazione
  • agitazione e tremori
  • riduzione dell'appetito
  • stitichezza
  • secchezza delle fauci
  • aumento della pressione sanguigna (soprattutto in presenza di dosi elevate)
  • confusione
  • irritabilitàansia.

Una cosa importante

Le informazioni che trovi in questo articolo hanno uno scopo divulgativo, e non sostituiscono il parere di un medico. Ogni persona reagisce in modo diverso ai farmaci, e questo vale anche per gli eventuali effetti collaterali.

Per capire cosa è meglio per te, parla con un medico e leggi bene il foglietto illustrativo.

Venlafaxina fa ingrassare?

Non sono pochi i pazienti che si chiedono se venlafaxina faccia ingrassare o meno. Dagli studi disponibili non sono emersi elementi che facciano supporre un aumento ponderale significativo nel breve periodo. Tuttavia, alcuni pazienti riferiscono di aver sperimentato un aumento di peso nel lungo periodo, soprattutto quando la depressione migliora e torna l'appetito. Tuttavia, anche in questo caso gli effetti variano da individuo a individuo.

Venlafaxina 75 mg effetti collaterali

Il dosaggio da 75 mg è spesso ben tollerato, sebbene in qualche caso possa comportare nauseainsonniasudorazione abbondante e un aumento moderato della pressione. A causa del dosaggio più elevato, venlafaxina 150 può causare disagi più marcati. In virtù degli effetti sul sistema noradrenergico, il farmaco può provocare un aumento dei valori pressori se impiegato con dosaggi superiori a 200 mg al giorno.

Venlafaxina effetti collaterali a lungo termine

Gli effetti più evidenti sono quelli che tendono a manifestarsi nel lungo periodo. Possono, infatti, verificarsi possibili variazioni di peso, una lieve riduzione della libido, un non trascurabile rischio di dipendenza fisiologica (non psicologica), con possibili sintomi da sospensione in caso di brusca interruzione del trattamento.

Sono molto rari, invece, gli effetti cardiovascolari, che tendono a comparire soltanto in persone già predisposte. Ancora meno comuni, ma purtroppo segnalati (nell'1% dei casi o meno), sono altri effetti avversi, quali: aritmie cardiacheaumento del colesterolo cattivograve sensazione di confusioneattacchi di panicoreazioni allergichetremoripsicosipancreatiteazioni o pensieri di tipo omicida e suicidaallucinazioni. Gli aspetti elencati richiedono un monitoraggio medico regolare e scrupoloso.

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Controindicazioni del farmaco venlafaxina

La venlafaxina non è adatta a tutti. Le principali controindicazioni riguardano l'uso concomitante con MAO-inibitori (MAOI). È fondamentale rispettare un intervallo di almeno 14 giorni tra l'uso di venlafaxina e MAOI. Inoltre, si sconsiglia l'uso del prodotto in caso di allergia nota al principio attivo.

Come accennato in precedenza, a dosaggi elevati può aumentare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. Venlafaxina andrebbe assunto con molta cautela anche in caso di malattie epatiche o renali, che richiedono particolare attenzione e un possibile aggiustamento della dose. Infine, va segnalato che, come avviene con altri antidepressivi, può precipitare i soggetti predisposti in una fase maniacale.

Interazioni farmacologiche

La venlafaxina può interagire con: anticoagulanti; antinfiammatori (aumentato rischio di sanguinamenti); altri psicofarmaci; alcol, che può amplificarne gli effetti sedativi. Tutte queste condizioni richiedono supervisione medica.

Venlafaxina: benefici e opinioni

Molti pazienti riferiscono che assumendo venlafaxina i benefici ottenuti siano stati significativi. Tra questi si segnalano un netto miglioramento dell'umore, una riduzione dell'ansia persistente, una diminuzione degli attacchi di panico e un miglioramento della qualità della vita.

Le ricerche su venlafaxina e sulle opinioni delle persone che ne hanno fatto uso mostrano come l'esperienza sia soggettiva e tenda a variare da individuo a individuo. È importante ricordare che testimonianze positive come "venlafaxina mi ha salvato" o affermazioni simili non costituiscono certezza di efficacia per tutti; allo stesso modo, la presenza di esperienze negative non vuol dire inefficacia generale.

Fonti:

Bibliografia

Venlafaxine's therapeutic reference range in the treatment of depression revised — A systematic review and meta-analysis

Lense, X., Hiemke, C., Funk, C., Havemann-Reinecke, Hefner, G., U., Menke, A., Mössner, R., Riemer, T., Scherf-Clavel, M., Schoretsanitis, G., Gründer, G. & Hart, X.

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FRFederico Russo
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
DsMDott.ssa Martina Migliore
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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