Sindrome di cassandra: cos'è e come si supera?

Scopri cosa è la sindrome di Cassandra e perché potresti sentirti come se nessuno ti creda. Questo articolo esplora le cause e i sintomi di questa condizione, offrendo consigli su come affrontare il senso di non essere creduto e trovare il supporto emotivo necessario."

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Sindrome di Cassandra

Spesso, la psicologia attinge dalla ricca tradizione della mitologia greca per descrivere e spiegare complesse dinamiche umane (es. il Complesso di Edipo). Tra queste figure mitologiche, spicca Cassandra, e la sindrome che ne deriva descrive una dolorosa condizione relazionale: l'essere portatori di verità che nessuno vuole o riesce ad ascoltare.

Ragazza che non viene creduta

Cos'è la sindrome di cassandra in Psicologia?

La sindrome di cassandra (o complesso di cassandra) è una metafora utilizzata per descrivere una condizione relazionale in cui una persona esprime legittime preoccupazioni, avvertimenti o intuizioni su potenziali pericoli o esiti futuri, ma viene sistematicamente ignorata, sminuita o non creduta dagli altri. 

Va sottolineato che la sindrome di cassandra non è riconosciuta come patologia nei manuali diagnostici ufficiali.

Il mito greco

L'espressione nasce dal mito greco di Cassandra, figlia di Ecuba e Priamo, Re di Troia:

  • Il dono: il dio Apollo, innamorato di lei, le concesse il dono della preveggenza (la capacità di vedere il futuro).
  • La maledizione: dopo il rifiuto di Cassandra, Apollo, sentendosi offeso, le lanciò una terribile maledizione: avrebbe sempre predetto la verità, ma nessuno avrebbe mai creduto alle sue parole.

Le sue profezie, come l'avvertimento sul Cavallo di Troia e la successiva sconfitta della città, si sono sempre avverate, ma i Troiani rimasero sordi ai suoi consigli, portando alla catastrofe. Trasposta nella vita reale, la sindrome indica l'impossibilità di convincere gli altri riguardo a scomode verità.

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Caratteristiche di chi presenta la sindrome di cassandra

La sindrome di cassandra colpisce spesso individui con qualità innate, che permettono loro di "anticipare" dinamiche o problemi che altri non vedono. Tra le qualità possiamo trovare:

  • Forte intuizione: la capacità di percepire le conseguenze di una situazione o di sentire che "c'è qualcosa che non va" prima che i segnali siano evidenti per tutti.
  • Ipersensibilità/alta sensibilità: una sensibilità emotiva e percettiva elevata, che permette di cogliere sfumature e segnali di rischio che altri ignorano.
  • Intelligenza emotiva: una profonda comprensione delle emozioni, proprie e altrui, che aiuta a leggere le dinamiche interpersonali nascoste.

Queste persone, quando condividono con gli altri il loro intuito o gli avvertimenti, a volte vengono etichettate come pessimiste, ansiose o catastrofiste.

Perché nessuno crede alle Cassandre?

Le persone generalmente sono scettiche perché non sanno ascoltare se stesse e gli altri, quindi quando ricevono avvertimenti o consigli da terzi preferiscono non prendere in considerazione i suggerimenti soprattutto quando sono distanti dal loro desiderio. 

La psicologia sociale ha dimostrato in diversi esperimenti che gli esseri umani tendono a preferire le opinioni che rafforzano le loro convinzioni piuttosto che mettere in dubbio se stessi. Il cambiamento è sempre un'operazione molto difficile e le voci contrarie alla nostra verità vengono generalmente soffocate. Gli psicologi cognitivi spiegano che il nostro cervello fa una distinzione tra gli elementi che vuole trattenere e quelli che rifiuta. Troverà quindi più facile sostenere delle contro-argomentazioni alla tesi di una Cassandra piuttosto che cambiare la propria opinione.

Perché nessuno crede alle Cassandre

Un esempio di sindrome di Cassandra

Chi ha la sindrome di Cassandra con il tempo impara a sviluppare il proprio intuito cercando di stare attento alle emozioni degli altri. Se ad esempio si colgono i segnali di una relazione tossica in cui è potenzialmente coinvolto un amico la tendenza è quella di avvisare del pericolo che sta correndo in quella situazione. 

Una Cassandra è capace di notare quei segnali di rischio che l'altra persona non è in grado di vedere. Purtroppo capita anche che sia molto difficile o addirittura impossibile comunicare la presenza di queste avvisaglie senza ferire gli altri. La conseguenza è che si rischia di spezzare un legame di amicizia a causa di una verità considerata inaccettabile da chi la riceve.

Sindrome di Cassandra: intuizione o ansia?

Un aspetto poco considerato della sindrome di Cassandra riguarda la sottile linea che separa l'intuizione dall'ansia. E' infatti possibile avere la sensazione di essere capaci di cogliere i segnali premonitori di un evento futuro quando in realtà si sta semplicemente vivendo il futuro con eccessiva preoccupazione

Dobbiamo quindi distinguere tra una persona che soffre di ansia e che tende a vedere tutto attraverso questo prisma negativo e una persona che invece sa fare un passo indietro e ascoltare. Nel caso in cui si trattasse di ansia, infatti, potrebbe essere necessario rivolgersi ad un professionista della salute mentale. Se senti la necessità di parlare della sindrome di cassandra, puoi rivolgerti ad uno dei psicoterapeuti del nostro centro medico. Il primo colloquio è gratuito, mentre le sedute successive costano 49 € l'una.

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Come convivere con la sindrome di Cassandra

È vero che non essere ascoltati e non creduti può essere molto doloroso. Tuttavia le persone che hanno un istinto molto sviluppato possono decidere di accettare questo piccolo dono senza imporlo agli altri. La cosa principale in questo caso è chiedere aiuto e sostegno per liberarsi da tutte le emozioni che queste situazioni possono lasciare dietro di sé. Quando si rimane troppo coinvolti dalle persone che si amano c'è il rischio di trovarsi nella condizione di voler aiutare a tutti i costi una persona che non vuole essere aiutata. 

Convivere con la sindrome di Cassandra è possibile se si riesce a trovare un equilibrio interiore. Premonizioni, intuizioni e profezie possono essere estremamente utili quando riguardano la propria esperienza di vita. L'abilità di percepire le conseguenze degli eventi in modo spontaneo e immediato è una grande risorsa che può rivelarsi molto utile quando ci si trova di fronte ad una scelta importante oppure quando si deve anticipare la conseguenza di un'azione. Nelle situazioni che riguardano gli altri invece bisogna porre ascolto e attenzione ad un altro punto di vista se si vuole evitare di essere inascoltati o rifiutati. 

Spesso le persone con la sindrome di Cassandra possono sentirsi incomprese o isolate a causa della loro eccessiva empatia. Può essere dunque molto utile imparare a comunicare in modo efficace con gli altri e cercare il supporto di amici e familiari nei momenti di maggiore difficoltà emotiva. Prendendo in considerazione questi rimedi è possibile trovare modi per vivere in modo più sano la propria condizione e valorizzare le proprie straordinarie risorse interiori.

Una donna di 35 anni riferiva la sensazione di “non essere mai creduta” dai colleghi e familiari, definendosi lei stessa una “Cassandra”. In terapia cognitivo-comportamentale si è lavorato sull’identificazione dei pensieri automatici (“non mi crederanno mai”, “non valgo abbastanza”), distinguendo tra intuizione realistica e ansia anticipatoria. Attraverso tecniche di mindfulness e ristrutturazione cognitiva, la paziente ha imparato a comunicare i propri timori in modo più assertivo, riducendo il senso di isolamento.

Fonti:

  • Coccolini, F., Sartelli, M., Kluger, Y., Pikoulis, E., Karamagioli, E., Moore, E. E., Biffl, W. L., Peitzman, A., Hecker, A., Chirica, M., Damaskos, D., Ordonez, C., Vega, F., Fraga, G. P., Chiarugi, M., Di Saverio, S., Kirkpatrick, A. W., Abu-Zidan, F., Mefire, A. C., Leppaniemi, A., … Catena, F. (2020). COVID-19 the showdown for mass casualty preparedness and management: the Cassandra Syndrome. World journal of emergency surgery : WJES, 15(1), 26. 

     

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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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