Cos'è l'ippocampo? Anatomia e funzioni

L'ippocampo è una struttura cerebrale che svolge un ruolo rilevante nella formazione delle memorie e nell'apprendimento. Quando subisce danni, possono insorgere problemi di memoria e orientamento.

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Cos'è l'ippocampo?

L'ippocampo è una delle parti più importanti del nostro cervello e il suo nome deriva dal greco hippokampos, che significa cavalluccio marino, per via della sua caratteristica forma ricurva che ricorda questo piccolo animale. 

Seppur di ridotte dimensioni, rappresenta il centro di controllo della nostra memoria e della nostra capacità di orientarci nel mondo. Misura appena 5 centimetri di lunghezza e ha un volume di circa 3-3,5 centimetri cubi per emisfero ed è responsabile di molte delle funzioni cognitive che diamo per scontate ogni giorno. 

Quando funziona correttamente, grazie a questa parte del cervello possiamo formare nuovi ricordi, richiamare esperienze passate, navigare in ambienti familiari e sconosciuti e apprendere nuove competenze con relativa facilità. 

L'importanza dell'ippocampo diventa ancora più evidente quando consideriamo cosa accade quando la struttura viene compromessa. I problemi all'ippocampo possono comportare difficoltà nel formare nuovi ricordi, perdita di memoria per eventi recenti, disorientamento spaziale e problemi nell'apprendimento

È importante sapere che il cervello ha una capacità straordinaria di adattamento e recupero, chiamata neuroplasticità che ci offre concrete possibilità di miglioramento anche in presenza di danni.

Cos'è l'ippocampo

Dove si trova l'ippocampo?

L'ippocampo dove si trova è una domanda fondamentale per comprendere il suo ruolo nel nostro sistema nervoso. È situato nel lobo temporale mediale, precisamente nella parte interna di entrambi gli emisferi cerebrali. Approssimativamente si trova all'altezza delle tue orecchie, in profondità all'interno del cranio, protetto da diversi strati di tessuto cerebrale.

La posizione strategica dell'ippocampo nel lobo temporale non è casuale. Lobo temporale funzioni sono strettamente collegate all'elaborazione della memoria, del linguaggio e delle emozioni, e l'ippocampo si trova al centro di questa complessa rete di connessioni. È come se fosse posizionato in un crocevia neurologico dove può facilmente comunicare con molte altre aree cerebrali, fondamentali per le funzioni cognitive.

L'ippocampo cervello presenta una struttura a forma di C che si estende dall'amigdala, altra importante struttura coinvolta nelle emozioni, fino alla parte posteriore del cervello. La forma particolare è funzionale e la curvatura permette di massimizzare le connessioni con altre aree cerebrali, mantenendo un volume relativamente piccolo. È affascinante pensare che una struttura così piccola possa avere un impatto così grande sulla nostra vita quotidiana.

Anatomia dell'ippocampo

Per comprendere davvero l’influenza dell'ippocampo sulla nostra vita, è importante conoscerne la struttura anatomica. Come un orologio svizzero, ogni componente ha un ruolo specifico e tutti lavorano insieme in perfetta armonia. 

L'anatomia ippocampo può sembrare complessa a prima vista ma, quando la si comprende, diventa chiaro perché la struttura è così efficace nel suo lavoro.

Questa parte di cervello fa parte di quello che i neurologi chiamano formazione ippocampale, un sistema più ampio che include altre strutture. Pensalo come un’area dove ogni edificio ha una funzione specifica e tutti collaborano per lo stesso obiettivo, gestire la memoria e l'apprendimento. 

Tale organizzazione anatomica è il risultato di milioni di anni di evoluzione, che hanno perfezionato un sistema incredibilmente efficiente per la conservazione e il recupero delle informazioni.

La bellezza dell'anatomia ippocampale sta nella sua capacità di integrare informazioni provenienti da tutto il cervello. Attraverso complesse connessioni, l'ippocampo riceve informazioni visive, uditive, tattili, olfattive e gustative, le combina con il contesto emotivo e spaziale e crea ricordi complessi che possono essere recuperati anche anni dopo la loro formazione.

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Macro anatomia

Dal punto di vista della macro anatomia, l'ippocampo si presenta come una struttura organizzata in tre parti principali. La testa è la porzione più voluminosa, situata vicino all'amigdala, particolarmente importante per l'elaborazione delle informazioni emotive e contestuali che accompagnano i nostri ricordi. È qui che spesso si formano quelli più vividi e significativi della nostra vita.

Il corpo, invece, rappresenta la parte centrale e costituisce la porzione più estesa. È la zona più attiva nell'elaborazione quotidiana delle informazioni mnemoniche e svolge un ruolo cruciale nella trasformazione delle esperienze immediate in ricordi duraturi. Quando parliamo di consolidamento della memoria, ci riferiamo principalmente ai processi che avvengono in questa regione dell'ippocampo.

La coda, infine, è la parte più sottile e si estende verso la zona posteriore del cervello. Tale regione è particolarmente coinvolta nell'elaborazione delle informazioni spaziali e nella navigazione. È grazie alla parte terminale che riusciamo a creare e utilizzare mappe mentali degli ambienti che ci circondano, permettendoci di orientarci anche in luoghi complessi.

La disposizione curva dell’ippocampo facilita la comunicazione tra le diverse parti e ottimizza il passaggio di informazioni attraverso i suoi circuiti interni.

Micro anatomia

Scendendo nel dettaglio della micro anatomia, l'ippocampo rivela una complessità ancora maggiore. A livello microscopico, la struttura è organizzata in diverse regioni, ognuna con caratteristiche cellulari uniche. Le aree principali sono denominate CA1, CA2, CA3, dove la sigla CA sta per Cornu Ammonis, il corno di Ammone, e il giro dentato. Ogni area ha un ruolo specifico nel modo in cui vengono processate le informazioni mnemoniche.

L'area CA1 è quella più vicina alla corteccia cerebrale e rappresenta il principale punto di uscita delle informazioni. I neuroni in questa regione sono particolarmente sensibili alla mancanza di ossigeno, il che spiega perché i problemi vascolari possono influire significativamente sulla memoria. Va detto che la sensibilità è anche accompagnata da una notevole capacità di plasticità, che garantisce il recupero funzionale in molte situazioni.

L'area CA2, spesso considerata una zona di transizione tra CA1 e CA3, ha recentemente attirato l'attenzione dei ricercatori per il suo ruolo unico nella memoria sociale e temporale. I neuroni di CA2 sono particolarmente resistenti alla plasticità, il che li rende ideali per mantenere stabili le informazioni contestuali che servono come riferimento per altri ricordi.

L'area CA3 è caratterizzata da una fitta rete di connessioni ricorrenti, che permettono ai neuroni di comunicare intensamente tra loro. Questa caratteristica rende CA3 particolarmente importante per il completamento dei pattern mnemonici: è grazie alle sue funzioni che possiamo ricostruire un ricordo completo partendo da un frammento parziale. Il giro dentato, invece, è una delle poche aree del cervello adulto dove continuano a nascere nuovi neuroni, un processo chiamato neurogenesi adulta che contribuisce alla plasticità dell'ippocampo.

A livello cellulare, l'ippocampo contiene diversi tipi di neuroni, ciascuno con funzioni specifiche. I neuroni piramidali sono le cellule principali e utilizzano il glutammato come neurotrasmettitore per inviare segnali eccitatori e sono organizzati in strati ordinati che ricordano la struttura di un circuito elettronico sofisticato. Gli interneuroni GABAergici, invece, forniscono il controllo inibitorio necessario per mantenere l'equilibrio dell'attività neurale e prevenire l'ipereccitazione.

Qual è la funzione dell'ippocampo?

Le funzioni dell'ippocampo sono molteplici e interconnesse e tutte ruotano attorno al tema centrale della memoria e dell'apprendimento. La funzione più nota è quella di consolidamento della memoria, un processo attraverso il quale le esperienze temporanee vengono trasformate in ricordi duraturi.

Questa parte del cervello è particolarmente importante per la memoria episodica, cioè la capacità di ricordare eventi specifici della tua vita con tutti i dettagli contestuali: dove eri, cosa stavi facendo, chi era con te, come ti sentivi. Non si tratta solo una curiosità neurologica ma di una funzione fondamentale per la tua identità personale. I ricordi episodici formano la narrazione della tua vita e contribuiscono a definire chi sei come essere umano.

Un'altra funzione determinante dell'ippocampo è la navigazione spaziale e la formazione di mappe cognitive. La struttura contiene neuroni specializzati chiamati cellule di posizione (place cells) che si attivano quando ti trovi in posizioni specifiche nello spazio. Grazie a loro puoi orientarti in ambienti familiari, ritrovare la strada di casa o ricordare dove hai parcheggiato l'auto. La capacità di navigazione è strettamente collegata alla memoria e spesso i nostri ricordi sono organizzati attorno ai luoghi dove sono avvenuti gli eventi.

L'ippocampo svolge anche un ruolo importante nell'apprendimento associativo, la capacità di collegare insieme informazioni diverse per formare nuove conoscenze. Quando impari qualcosa di nuovo, l'ippocampo aiuta a integrare le nuove informazioni con quelle già esistenti, creando una rete di conoscenze interconnesse. Questa funzione è particolarmente importante per l'apprendimento scolastico e professionale, ma anche per adattarsi a nuove situazioni nella vita quotidiana.

Le connessioni con il sistema nervoso sono estese e complesse. Attraverso la corteccia entorinale, l'ippocampo riceve informazioni da quasi tutte le aree della corteccia cerebrale, permettendogli di integrare diversi tipi di informazioni sensoriali, cognitive ed emotive. Le sinapsi all'interno dell'ippocampo mostrano una plasticità straordinaria, la capacità di modificare la loro forza in base all'esperienza. La plasticità sinaptica è il meccanismo biologico alla base dell'apprendimento e della memoria.

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Conseguenze dei danni all'ippocampo

Quando l'ippocampo subisce danni, le conseguenze possono essere significative ma è importante ricordare che ogni situazione è unica e che esistono sempre possibilità di miglioramento. 

danni all'ippocampo possono derivare da traumi cranici, ictus, infezioni, epilessia prolungata, stress cronico, o processi degenerativi come l'Alzheimer. Comprendere le conseguenze non deve spaventare ma aiutare a riconoscere i segnali e a intervenire tempestivamente.

La conseguenza più evidente dei danni ippocampali è la difficoltà nella formazione di nuovi ricordi, una condizione chiamata amnesia anterograda. Le persone che riscontrano questo problema possono ricordare chiaramente eventi del passato ma faticano a memorizzare nuove informazioni. Questo dare luogo a dimenticanze frequenti di conversazioni recenti, difficoltà nel ricordare dove si sono messi gli oggetti, o problemi nel seguire nuove routine. È importante sapere che non è una mancanza di volontà o pigrizia mentale ma un problema legato al danno neurologico.

Un'altra conseguenza comune è il disorientamento spaziale. Le persone possono perdersi in luoghi precedentemente familiari, avere difficoltà nel seguire indicazioni stradali o non riuscire a creare mappe mentali di nuovi ambienti. Tutto ciò rende più difficile l'autonomia negli spostamenti e può causare ansia in situazioni sociali o lavorative. Esistono strategie compensative e tecnologie assistive che possono aiutare significativamente in queste situazioni.

I danni all'ippocampo possono anche influire sull'apprendimento di nuove competenze, rendendo più lenta e difficile l'acquisizione di nuove abilità. Le persone possono sentirsi frustrate dal fatto che compiti che prima risultavano semplici ora richiedono molto più tempo e sforzo. È fondamentale in questi casi adattare le aspettative e utilizzare strategie di apprendimento specifiche.

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Problemi psicologici legati ai danni all'ippocampo

I danni all'ippocampo si accompagnano spesso a cambiamenti dell'umore, come depressione o ansia. Questo si verifica sia per le conseguenze dirette del danno neurologico sia per l'impatto psicologico delle difficoltà cognitive. È importante riconoscere che questi cambiamenti emotivi sono una parte normale del processo e che possono essere affrontati efficacemente con il supporto appropriato. La terapia psicologica può essere particolarmente utile per elaborare questi cambiamenti e sviluppare strategie di coping efficaci.

Durante le sedute terapeutiche, lavorare su strategie cognitive specifiche, tecniche di gestione dello stress, e approcci comportamentali mirati stimola la formazione di nuove connessioni sinaptiche e può persino promuovere la neurogenesi adulta nell'ippocampo. Questo significa che la terapia non è solo un supporto emotivo ma un intervento che può produrre miglioramenti concreti a livello neurologico.

Fonti

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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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