Come dire ai genitori di voler andare dallo psicologo?
Esternare il proprio desiderio di rivolgersi a uno psicologo è una scelta che richiede assoluto rispetto. Ma come dire ai genitori che voglio andare in terapia? Ecco alcune informazioni e strategie utili per affrontare la questione in maniera serena e informata.

Perché voler andare dallo psicologo è una scelta valida
Spesso, accedere a un percorso psicoterapeutico rappresenta una scelta necessaria, che serve a prendersi cura della propria salute mentale. La presenza di stress cronico, ansia, difficoltà relazionali o emotive, sono segnali più che validi, che dovrebbero indurre ogni persona a cercare un supporto professionale. Lo psicoterapeuta, infatti, offre gli strumenti ideali per analizzare pensieri, emozioni e comportamenti, promuovendo benessere e consapevolezza.
Rispetto ai pregiudizi più frequenti, tra cui l'idea che soltanto chi "sta male" debba andare in terapia, la ricerca scientifica evidenzia come il colloquio psicologico sia utile anche a chi desidera indagare alcuni lati del proprio carattere, gestire meglio le emozioni o migliorare le relazioni interpersonali. Superare timori e stigma è il primo passo verso un percorso di auto-scoperta capace di offrire strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane.
Superare paure e pregiudizi
Molti giovani e adulti temono il giudizio del prossimo, oppure si sentono in difetto nel riconoscere di non riuscire a farcela da soli. Questi pregiudizi possono ostacolare la crescita sociale o interiore di una persona. La psicoterapia, invece, aiuta a comprendere che chiedere aiuto è un atto di coraggio, piuttosto che di debolezza, e che l'ambiente terapeutico si basa sul rispetto e sull'ascolto non giudicante, valori garantiti anche dal Codice Deontologico degli psicologi italiani.
Come dire ai genitori che vuoi andare in terapia?
Uno dei timori degli adolescenti o dei giovani adulti che vorrebbero intraprendere un percorso di terapia è la paura del dirlo ai propri genitori. Le ragioni possono essere tante, prima tra tutte un rapporto difficile tra genitori e figli. Comunicare ai propri genitori il desiderio di intraprendere un percorso psicoterapeutico può richiedere una certa pianificazione. È utile scegliere il momento giusto, esprimere con chiarezza i propri sentimenti e spiegarne i motivi senza accusare nessuno.
Si può fare leva sul desiderio di “stare meglio con se stessi” o di “capirsi più a fondo”. È importante rispondere con sincerità alle loro domande e mostrarsi disponibili a coinvolgerli nel proprio percorso di crescita. Se, invece, ci si trova a vivere un forte malessere, sintomi ricorrenti o difficoltà importanti nei rapporti con i coetanei, è fondamentale parlarne con onestà e fiducia. È importante ricordare che un genitore è lì proprio per ascoltare e sostenere un figlio, senza che questo debba temere di allarmarlo.
Strategie per affrontare la conversazione
Come dire ai genitori che voglio andare in terapia? Una strategia efficace consiste nel preparare la conversazione in anticipo, raccogliendo informazioni utili dalle evidenze cliniche: ad esempio, è possibile citare dati che mostrino come il supporto psicologico condizioni in meglio la qualità di vita e l'adattamento di chi ne beneficia.
Mostrare apertura a spiegare in che modo lo psicologo lavora (colloqui, riservatezza, modalità) può aiutare a rassicurare anche eventuali genitori anziani che ignorano tali realtà. In molti casi, la presenza di un adulto di fiducia, come un insegnante o un familiare, può facilitare l'incontro con i genitori.
E se non vuoi dirlo ai tuoi?
Talvolta, possono esservi delle ragioni che fanno sì che un ragazzo non voglia confidarsi con la propria famiglia. In tal caso, ci sono delle alternative:
- Consultori familiari: offrono gratuitamente anche supporto psicologico. Puoi cercare quello più vicino a te nella tua zona.
- Telefono Azzurro: è una linea di ascolto dedicata ai minori di 18 anni. È attiva 24 ore su 24, tutti i giorni, al numero 196 96.
- Sportello psicologico scolastico: molte scuole offrono un servizio di supporto psicologico o possono aiutarti a trovarne uno. Puoi iniziare parlandone con un insegnante di fiducia.
Questi servizi rappresentano un primo passo per ricevere supporto e informazioni. In un secondo momento, però, per intraprendere un vero e proprio percorso psicoterapeutico, sarà comunque necessario il consenso dei genitori.
Opzioni possibili se sei minorenne
In Italia, per accedere in maniera autonoma alla psicoterapia serve aver raggiunto la maggiore età. I minorenni, invece, per intraprendere un percorso psicologico, sia esso in presenza che online, hanno sempre bisogno del consenso informato di chi esercita la responsabilità genitoriale (in genere, di entrambi i genitori). Nel caso di Serenis, ad esempio, è possibile accedere alla psicoterapia individuale dai 14 anni, ma solo con l'approvazione dei genitori.
Cosa possono dire gli psicologi ai genitori?
Gli psicologi possono dire le cose ai genitori? La riservatezza è un principio fondamentale del lavoro dello psicologo, ma nel caso dei minori è sì garantita, ma viene modulata. Fin dall’inizio del percorso, lo psicoterapeuta concorda con il ragazzo e con i genitori quali informazioni potranno essere condivise (art. 3 e 11 del Codice Deontologico).
Lo psicologo è tenuto a tutelare la fiducia del minore, ma anche a informare i genitori in maniera adeguata sull’andamento del percorso, poiché sono loro i responsabili della salute del figlio. In situazioni di particolare gravità, come autolesionismo, anoressia o pensieri suicidari, il terapeuta ha il dovere di coinvolgere i genitori, cercando sempre di favorire un dialogo condiviso con l’adolescente.
La segretezza professionale, quindi, è garantita ma non assoluta: viene gestita con attenzione per proteggere il minore, senza escludere la famiglia dal processo di cura (art. 11 CdD).
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Iniziare un percorso di psicoterapia individuale con Serenis
Se hai tra i 14 e i 17 anni e desideri iniziare un percorso psicoterapeutico con Serenis, il primo passo è compilare il questionario iniziale e scegliere il percorso individuale. Ti verranno richiesti i dati di entrambi i genitori o tutori (nome, cognome e indirizzo email), oppure di un solo genitore, in caso di affidamento esclusivo.
I genitori riceveranno via email la documentazione da firmare, contenente il consenso informato e l’informativa sulla privacy.
Se invece hai più di 18 anni, puoi gestire il percorso in totale autonomia firmando tu stesso il consenso informato. Se desideri comunque informare i tuoi genitori ma ti senti in difficoltà nel farlo, ricorda che puoi parlarne anche direttamente con il terapeuta, che ti aiuterà a trovare il modo migliore per affrontare la conversazione. La psicoterapia è uno spazio sicuro in cui essere ascoltati senza giudizio, e intraprendere questo percorso può essere un passo importante per stare meglio con te stesso e affrontare con più serenità le sfide di ogni giorno.
Fonti:
- Ehmke, R. (2025, April 1). How to talk to your parents about getting help. Child Mind Institute. https://childmind.org/article/how-to-talk-to-your-parents-about-getting-help-if-you-think-you-need-it/
- Harper, C. (2023, October 24). Telling your parents you want therapy. MyWellbeing. https://mywellbeing.com/therapy-101/how-to-talk-to-your-parents-about-therapy