Criminalità ambientale
La criminalità ambientale rappresenta una delle più gravi minacce per il nostro pianeta, con le eco-mafie al centro di attività illecite come il traffico di rifiuti tossici, la deforestazione illegale e il bracconaggio.

Cos'è la criminalità ambientale?
La criminalità ambientale riguarda tutte le azioni che danneggiano l’ambiente, violando leggi specifiche. Questi reati comprendono, ad esempio, l’inquinamento di aria, acqua e suolo, l’abbandono illecito di rifiuti, la gestione non corretta di materiali pericolosi e la mancata bonifica di aree contaminate. Rientrano anche il disastro ambientale, che provoca gravi danni agli ecosistemi, e il traffico illegale di sostanze nocive. Questi gesti compromettono la salute delle persone e la tutela della natura, e sono puniti dalla legge con sanzioni penali e amministrative.

Cosa rischia chi commette reati di criminalità ambientale?
Chi commette reati ambientali rischia sanzioni penali che variano in base alla gravità del reato e ai danni causati. Le pene principali comprendono:
- Reclusione, che può andare da 1 fino a 15 anni, a seconda del tipo di illecito e delle sue conseguenze.
- Ammende economiche, spesso molto elevate, che possono arrivare a decine di migliaia di euro.
- Confisca di beni e mezzi utilizzati per commettere il reato o che ne derivano.
- Misure cautelari e interdittive, come il divieto di esercitare determinate attività o di frequentare certi luoghi.
Inoltre, il giudice può applicare aggravanti se il reato è commesso in aree protette o se provoca un danno grave alla salute pubblica o all’ambiente. La legge prevede anche la responsabilità amministrativa per le aziende coinvolte.
Psicoterapia per chi commette reati ambientali
Chi commette un reato ambientale resta responsabile delle proprie azioni. Tuttavia, intraprendere un percorso di psicoterapia può aiutare a comprendere meglio le motivazioni personali e gli effetti delle proprie scelte sull’ambiente e sulla comunità.
Oltre al beneficio personale, questo impegno può avere riflessi positivi anche sul piano legale. Il giudice può considerare il percorso terapeutico come un segnale di responsabilità e volontà di cambiamento, valutandolo in modo favorevole ai fini della pena. Per questo, è importante presentare documentazione chiara che certifichi la partecipazione e i progressi nel trattamento.
Per far valere in tribunale il percorso di psicoterapia, è fondamentale presentare documenti precisi e aggiornati. Questi includono:
- Certificati rilasciati da uno psicologo o psicoterapeuta, che attestino la data di inizio e la frequenza delle sedute.
- Relazioni periodiche che descrivano i progressi fatti e l’impegno dimostrato durante il trattamento.
- Eventuali lettere esplicative che collegano il percorso terapeutico al comportamento illecito.
Noi di Serenis offriamo psicoterapia individuale con professionisti iscritti all'albo che possono supportarti con il tuo percorso di consapevolezza personale e, se necessario ai fini legali, fornirti i documenti di cui hai bisogno. Il primo colloquio è gratuito: ti basta compilare il nostro questionario.
In sede giudiziaria, il giudice può riconoscere attenuanti e ridurre la pena quando valuta positivamente l’impegno dimostrato nel percorso terapeutico. Inoltre, la psicoterapia può facilitare l’accesso a misure alternative alla detenzione, come la sospensione condizionale della pena o la messa alla prova.

Fonti
- Walters, R. (2013). Eco mafia and environmental crime. In Crime, justice and social democracy: International perspectives (pp. 281-294). London: Palgrave Macmillan UK.
- Bonzanni, L. (2019). Ecomafie, oggi: l’inversione della rotta dei rifiuti. Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, (39, 3).