Razzismo: cos'è e conseguenze
La discriminazione razziale si verifica quando una persona o un gruppo viene trattato in modo ingiusto o svantaggiato a causa della loro razza, etnia o origine nazionale. Questa forma di discriminazione può manifestarsi in molteplici contesti, inclusi quelli sociali, lavorativi, educativi e istituzionali.

Secondo la psicologia sociale, il razzismo si può definire come una credenza e una pratica basate sull’idea che determinati gruppi di persone, definiti per caratteristiche fisiche, etniche o sociali, siano superiori o inferiori ad altri.
Il razzismo ha radici profonde nella storia umana e continua a persistere ai giorni nostri. Ancora oggi, infatti, discriminazione, pregiudizi e disparità nei diritti e nel trattamento delle persone rappresentano una piaga sociale che colpisce le società in tutto il mondo, minando la nostra capacità di vivere in armonia e prosperità.
Discriminazione razziale
La discriminazione razziale è un concetto strettamente legato al razzismo, che riguarda l’insieme di azioni, comportamenti e pratiche che trattano in modo sfavorevole persone sulla base della loro origine etnica o razza, indipendentemente dalle convinzioni personali esplicite di superiorità o inferiorità.
Sempre secondo la psicologia sociale, la discriminazione razziale può manifestarsi sia a livello individuale che istituzionale, spesso come risultato di pregiudizi impliciti, stereotipi non consapevoli e norme sociali che perpetuano lo svantaggio del gruppo minoritario rispetto al gruppo dominante.
Come analizza una ricerca sociologica, "a differenza dell'era pre-diritti civili, quando il pregiudizio razziale e la discriminazione erano evidenti e diffusi, oggi la discriminazione è meno facilmente identificabile". Oggi, infatti, il razzismo può manifestarsi in varie forme, sia aperte che nascoste, dirette o indirette. Alcune delle forme più comuni di razzismo sono:
- discriminazione personale: si tratta di azioni dirette contro un individuo o un gruppo sulla base della loro razza o etnia. Questo può includere insultare, minacciare o attaccare fisicamente qualcuno a causa del suo background etnico;
- pregiudizi: si riferisce a giudizi negativi o stereotipi basati sulla razza o etnia di una persona, anche in assenza di informazioni o esperienze personali. Pregiudizi simili possono manifestarsi anche in altre forme di discriminazione, come il sessismo, e influenzare decisioni quotidiane quali l’assunzione di personale o l’erogazione di servizi;
- discriminazione istituzionale: riguarda le pratiche e le politiche di istituzioni o organizzazioni che possono sistematicamente favorire o penalizzare determinati gruppi in base alla loro razza. Ad esempio, le leggi discriminatorie, le politiche di assunzione ingiuste o i sistemi giudiziari parziali possono essere forme di discriminazione istituzionale;
- microaggressioni: sono commenti, azioni o atteggiamenti sottili e spesso involontari che comunicano disprezzo o discriminazione nei confronti di un gruppo etnico. Possono sembrare innocenti o banali, ma possono avere un impatto significativo sul benessere psicologico delle persone che ne sono colpite;
- disuguaglianze socio-economiche: il razzismo può contribuire alla creazione e al mantenimento di disuguaglianze economiche e sociali. Così come accade nella discriminazione di genere, in cui il genere femminile è penalizzato in diversi contesti (pensiamo alla discriminazione di genere sul lavoro), la discriminazione razziale porta i gruppi etnici considerati diversi a essere svantaggiati nell'accesso all'istruzione, al lavoro, ai servizi sanitari e ad altre risorse.

Quando nasce il razzismo
Le origini storiche del razzismo sono generalmente collocate tra la fine del XVII e il XIX secolo, quando il concetto di “razza” viene formalizzato e utilizzato per giustificare la supremazia di alcuni gruppi umani su altri. Durante questo periodo, naturalisti e filosofi europei come Bernier, Linneo e Buffon introducono teorie di classificazione delle razze basate su caratteristiche fisiche ed etniche, consolidando l’idea di gerarchie biologiche.
Naturalmente, il concetto di "razza" non ha basi scientifiche solide tuttavia ha continuato ad attecchire in diversi periodi storici, come ad esempio:
- colonialismo: durante l'era coloniale, le potenze europee hanno intrapreso esplorazioni e conquiste in tutto il mondo. Questo periodo ha visto la nascita di idee gerarchiche basate su concetti di superiorità e inferiorità tra diverse popolazioni. La giustificazione dell'oppressione e dello sfruttamento delle popolazioni indigene spesso si basava su idee razziali;
- schiavitù: nel contesto della tratta atlantica degli schiavi, che ha coinvolto il trasporto forzato di milioni di africani in America, le ideologie razziali sono state utilizzate per giustificare la schiavitù. La creazione di una gerarchia razziale è servita a legittimare l'oppressione di intere comunità;
- nazionalismo etnico: nel corso della storia, il nazionalismo etnico ha portato a conflitti basati su differenze etniche. Questi conflitti hanno spesso contribuito a rafforzare idee di superiorità o inferiorità basate sulla razza;
- divisori politici: in alcune società, leader politici hanno utilizzato il razzismo come strumento per dividere le persone e consolidare il potere. Alimentare la paura e l'odio nei confronti di gruppi etnici specifici può servire a giustificare politiche discriminatorie. Queste ideologie razziali, però, sono state utilizzate spesso per giustificare ingiustizie e mantenere il potere.
Anche se la genesi storica del razzismo è abbastanza recente e collegata allo sviluppo di determinate ideologie basate sulla discriminazione, l'approccio della psicologia sociale evidenzia le radici universali del pregiudizio indipendentemente dalle epoche storiche, concentrandosi sui meccanismi di categorizzazione, ingroup/outgroup, conformismo e pregiudizio, presenti da sempre nei gruppi umani come espressione della tendenza a distinguere e favorire il proprio gruppo rispetto agli altri.
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Differenza tra razzismo e xenofobia
Come abbiamo visto, il razzismo si basa sull’idea di superiorità o inferiorità di gruppi umani definiti per caratteristiche fisiche, etniche o biologiche. Implica la convinzione che esistano “razze” distinte, e che alcune di esse siano superiori ad altre. Produce discriminazione, esclusione e oppressione, spesso istituzionalizzate, e sfocia in azioni o sistemi che mirano a dominare, sfruttare o svalutare gruppi percepiti come “diversi”.
La xenofobia, invece, indica ostilità, paura o avversione verso gli stranieri o chi proviene da altre culture. A differenza del razzismo, la xenofobia non si fonda necessariamente su presunte differenze razziali o biologiche, ma su una generica percezione dello straniero come minaccia per la sicurezza, la cultura o la coesione del gruppo.
In entrambi i casi, le conseguenze psicologiche, sociali ed economiche, possono essere anche di grave entità.
Conseguenze psicologiche del razzismo sulle vittime
Come accennato, il razzismo porta con sé una serie di conseguenze psicologiche che possono influenzare diversi aspetti della vita delle vittime. Il suo impatto può coinvolgere infatti non solo la sfera personale, ma anche quella sociale ed economica. Alcune delle conseguenze principali sulle vittime di razzismo possono essere:
- stress psicologico: le persone che subiscono discriminazione basata sulla razza spesso sperimentano livelli elevati di stress psicologico. La costante paura di essere oggetto di pregiudizi o discriminazione può minare infatti la salute mentale;
- depressione e ansia: il razzismo può contribuire allo sviluppo di problematiche psicologiche come depressione e ansia. Le vittime possono sentirsi isolate, impotenti e costantemente sotto pressione e reagire sperimentando disturbi dell'umore e d'ansia;
- isolamento sociale: la discriminazione può portare all'isolamento sociale e all'evitamento di situazioni in cui potrebbero essere oggetto di discriminazione. Ciò può influire negativamente sulla qualità delle relazioni personali e sulla partecipazione alla vita sociale;
- auto-stigmatizzazione: le vittime di razzismo possono interiorizzare gli stereotipi negativi sul proprio gruppo etnico, con conseguente riduzione dell’autostima e percezione distorta di sé;
- ciclo intergenerazionale: gli impatti del razzismo possono estendersi alle generazioni successive. Le famiglie che affrontano discriminazioni possono trasmettere esperienze di oppressione, stress e limitazioni di opportunità alle generazioni successive;
- disparità educativa: il razzismo può influenzare l'accesso all'istruzione e alle opportunità educative. Le vittime possono trovarsi di fronte a discriminazioni nelle scuole e nell'accesso a risorse educative, limitando così il loro potenziale di apprendimento e di crescita personale e professionale;
- disparità economiche: le vittime di razzismo possono sperimentare disparità economiche significative. La discriminazione nell'ambito lavorativo può limitare le opportunità di carriera, riducendo il reddito e contribuendo alla creazione di disuguaglianze socio-economiche.
Reazioni delle vittime al razzismo
Secondo gli esperti, le reazioni della persona vittima di razzismo possono essere cognitive, emotive o comportamentali.
Alcune persone potrebbero attribuire internamente l'esperienza razzista subita, provando sensi di colpa o negazione, mentre altre potrebbero attribuire esternamente l'esperienza, riconoscendo il comportamento come responsabilità esterna.
Le risposte emotive possono essere rivolte verso l'interno, manifestandosi attraverso sentimenti di vergogna o tristezza, o verso l'esterno, con manifestazioni di empowerment o rabbia.
Le risposte comportamentali possono essere adattive, come l'evitare situazioni di razzismo, o maladattive, come l'iper-vigilanza o la negazione.
| Tipo di reazione | Descrizione |
|---|---|
| Reazioni cognitive | - Attribuzione interna: interiorizzazione dell'esperienza razzista, auto-colpevolizzazione o negazione. - Attribuzione esterna: considerazione dell'esperienza come esterna, immaginando risposte adattive o dispositive. |
| Reazioni emotive | - Rivolte verso l'interno: sentimenti come vergogna o tristezza, spesso legati a percezioni di inferiorità o auto-colpevolezza. - Rivolte verso l'esterno: manifestazioni di empowerment o rabbia, con una forte volontà di difendersi o reagire all'ingiustizia. |
| Reazioni comportamentali | - Adattive: comportamenti mirati ad affrontare o evitare situazioni di razzismo, con l'obiettivo di proteggere la salute mentale e fisica. - Maladattive: comportamenti dannosi come l'iper-vigilanza costante o la negazione dell'esperienza di razzismo, che aumentano lo stress e l'ansia. |
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Vittime di razzismo e psicoterapia
La psicoterapia si rivela spesso un prezioso strumento per affrontare e superare le conseguenze psicologiche del razzismo. Serenis può aiutarti con percorsi di psicoterapia online, offrendoti uno spazio sicuro e riservato per elaborare le tue esperienze e prenderne consapevolezza. I terapeuti specializzati nella gestione del trauma e delle questioni legate alla discriminazione possono aiutare a:
- elaborare le proprie emozioni;
- sviluppare strategie di coping efficaci;
- rafforzare l’autostima;
- superare il trauma.
Avere consapevolezza dell'importanza di chiedere supporto psicologico è il primo passo per superare l'impatto del razzismo e delle conseguenze della discriminazione razziale. Rendere accessibili tali risorse, come facciamo in Serenis, è un passo cruciale verso la costruzione di comunità più resilienti e inclusive. Se pensi di essere stato vittima di razzismo, se hai vissuto esperienze discriminatorie o se conosci qualcuno che ha affrontato tali situazioni, è fondamentale riconoscere l'impatto profondo che queste esperienze possono avere sulla salute mentale e chiedere aiuto.

Contrastare il razzismo
Il contrasto al razzismo richiede un impegno diffuso a livello individuale, comunitario e istituzionale.
Affrontare questa sfida significa affrontare le radici profonde del razzismo, promuovere la consapevolezza e adottare misure concrete per creare società più inclusive e giuste. Cosa possono fare individui e istituzioni per contrastare il fenomeno del razzismo?
Educazione e consapevolezza
Implementare programmi educativi che promuovano la comprensione delle diverse culture, storie ed esperienze.
Questo può avvenire nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nella società in generale.
Campagne di sensibilizzazione contro il razzismo, realizzate attraverso media, eventi comunitari e piattaforme online, contribuiscono a diffondere consapevolezza: questa rappresenta il primo passo per superare i pregiudizi e favorire un ambiente inclusivo.
Promuovere l’inclusività
Adottare politiche anti-discriminatorie nei luoghi di lavoro, nelle istituzioni educative e nelle organizzazioni è un altro passo essenziale. Queste politiche dovrebbero vietare la discriminazione basata sulla razza, etnia, religione, genere e altre caratteristiche personali.
Creare politiche di assunzione che favoriscano la diversità richiede un esame critico dei processi di reclutamento.
L'introduzione di criteri di selezione basati sul merito e la diversità può garantire che le opportunità siano accessibili a tutti.
Fornire un ambiente inclusivo significa non solo adottare politiche, ma anche coltivare una cultura aziendale o comunitaria che valorizzi le differenze. Ciò può includere l'organizzazione di eventi che valorizzano la diversità e la creazione di spazi sicuri per il dialogo aperto.
Combattere la disuguaglianza strutturale
Uno degli aspetti principali per affrontare la disuguaglianza strutturale è esaminare e rivedere le leggi esistenti e le politiche che possono perpetuarla. Questo potrebbe includere una revisione delle leggi discriminatorie, dell'apparato giudiziario e delle normative che possono favorire un trattamento diseguale.
L'obiettivo dovrebbe essere l'eliminazione di barriere legali che ostacolano l'uguaglianza di opportunità.
Ad esempio, si potrebbe lavorare su leggi che riguardano l'accesso all'istruzione, al lavoro e ad altri servizi pubblici per garantire che siano equamente accessibili a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine etnica, socio-economica o altro.
Un'altra strategia potrebbe essere quella di promuovere la partecipazione economica attraverso politiche di inclusione, come la promozione di programmi di affittanza accessibili, l'accesso al credito per comunità svantaggiate e l'implementazione di misure per combattere la discriminazione economica.
Responsabilità individuale
La responsabilità individuale nel contrastare il razzismo è un passo fondamentale verso la creazione di comunità più inclusive e giuste.
Questo implica un impegno personale a esaminare criticamente le proprie convinzioni, pregiudizi e privilegi, e ad adottare azioni concrete per contribuire al cambiamento sociale. Ecco alcuni aspetti attraverso cui questo processo può essere compreso e messo in pratica:
- incentivare l'auto-riflessione ed esaminare consapevolmente i propri pregiudizi e stereotipi culturali. Spesso, questi possono essere radicati in esperienze personali, insegnamenti culturali o influenze sociali: prenderne consapevolezza di tali pregiudizi aiuta da affrontarli;
- riconoscere e comprendere i propri privilegi, che possono derivare da fattori come la razza, il genere, l'orientamento sessuale o il proprio status socio-economico. La consapevolezza di questi privilegi permette di comprendere meglio le disparità esistenti e di lavorare verso una maggiore equità.
Ciò può comportare, ad esempio, una maggiore attenzione alle voci marginalizzate e un sostegno attivo per iniziative di giustizia sociale.
Esperienza reale
Con K., giovane donna vittima di microaggressioni sul posto di lavoro, ho utilizzato la psicoeducazione per distinguere tra discriminazione esterna e auto-colpevolizzazione. Attraverso tecniche CBT di ristrutturazione cognitiva, K. ha imparato a riconoscere i pensieri auto-svalutanti e a sostituirli con interpretazioni più realistiche, sviluppando strategie di coping assertive per affrontare situazioni discriminatorie senza interiorizzare stereotipi negativi
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