Burnout nei liberi professionisti e fondatori di startup

Il burnout rappresenta un rischio concreto per chi lavora in autonomia o fonda un'azienda propria poiché, in presenza di grandi responsabilità, l'ansia e lo stress possono prendere il sopravvento. Tale condizione compromette salute psicofisica e performance, pertanto comprenderne le cause, i segnali e le strategie per venirne fuori è fondamentale.

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Burnout nei liberi professionisti.


Il burnout è uno stato di esaurimento emotivo, fisico e mentale, dovuto da stress lavorativo cronico non gestito adeguatamente. Non è solo legato a grandi responsabilità, ma anche a fattori come sovraccarico di compiti, mancanza di supporto, scarsa autonomia decisionale e conflitti di ruolo. In assenza di meccanismi di recupero, questa condizione può finire per deteriorare la qualità di vita di chi ne è affetto. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il burnout un "fenomeno occupazionale" caratterizzato da esaurimento, distacco emotivo e scarsa efficacia professionale.

La differenza tra stress e burnout
 

Lo stress è una risposta alle pressioni sociali ed emotive, spesso temporanee e superabili. Con il giusto riposo è possibile alleviarne i sintomi più fastidiosi. Il burnout, invece, è una sindrome risultante da stress lavorativo cronico non adeguatamente gestito, caratterizzata da esaurimento, distacco emotivo e percezione di inefficacia professionale.


La sindrome da burnout nei liberi professionisti va affrontata ricorrendo a diverse strategie combinate tra loro, che includano interventi individuali come psicoterapia e coaching, e un equilibrio vita-lavoro. Per venirne fuori è fondamentale riconoscerne i sintomi, prendersi maggiore cura di sé e cercare supporto psicologico.

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Perché i fondatori e i freelance sono più vulnerabili?

Fondatori di startup e liberi professionisti operano spesso sotto pressione, con carichi di lavoro elevati e scarso aiuto esterno. La mancanza di confini chiari tra la vita privata e il lavoro li espone maggiormente al rischio di burnout rispetto a chi lavora in contesti aziendali strutturati. Ma diamo un'occhiata ai principali fattori di rischio.

Fattori di rischio per liberi professionisti e startup founder

Queste persone sono spesso responsabili in modo diretto di numerosi ambiti aziendali, tra cui vendite, gestione, sviluppo del prodotto, marketing, finanza e HR. Questo estremo multitasking causa una pressione costantelunghe ore di lavoroscarse pause ma, soprattutto, l'impossibilità di affrancarsi completamente dagli impegni professionali.

Un sondaggio del 2025 condotto su 138 startup founders ha segnalato che oltre il 54% di costoro ha vissuto episodi di burnout negli ultimi 12 mesi, mentre il 72% ha dichiarato di avere avuto problemi di salute mentale associati alla gestione della propria impresa.

Il mito della produttività senza limiti

Nel mondo delle startup, la cultura della produttività estrema e del sacrificio personale viene percepita come un valore. Tuttavia, la ricerca scientifica evidenzia come impegni troppo intensi e privi di pause non solo causano crolli fisici, ma riducono anche la creatività, la motivazione e la qualità delle decisioni.

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I segnali del burnout da non ignorare

Riconoscere tempestivamente i sintomi di burnout nei founder di startup o nei freelance consente di intervenire prima che il deterioramento della loro qualità di vita diventi irreversibile.

Sintomi fisici, emotivi e comportamentali

Tra i segnali più importanti figurano esaurimento fisico e mentale persistente, senso di affaticamento nervosismo costante. In un secondo momento possono subentrare distacco emotivo, cinismo nei confronti del lavoro e dei propri collaboratori, perdita di motivazione. Talvolta, se le performance professionali calano e le aspettative non corrispondono alla realtà, possono prendere il sopravvento anche una sensazione di inutilità o di non riuscire a fare la differenza, che possono amplificare ansia e frustrazione.

A quanto detto possono unirsi anche disturbi del sonnomal di testa frequentiproblemi digestivi, una riduzione delle difese immunitarie, cali di concentrazionetendenza alla procrastinazione, decisioni affrettate e un aumento degli errori. Il rischio è che il paziente tenda a isolarsi, a diventare irritabile e a perdere il piacere per le attività lavorative o personali.

Sintomi del burnout.

Strategie per prevenire e affrontare il burnout

Il recupero passa attraverso l'adozione di strategie strutturate, che fondono cambi di abitudini e supporto professionale. Affrontare il burnout richiede consapevolezza e interventi mirati. 

Prevenire questo tipo di sovraccarico richiede un approccio multifattoriale: 

  • promuovere abitudini sane
  • definire limiti tra lavoro e vita privata
  • modificare le condizioni di lavoro
  • aumentare il supporto sociale e la consapevolezza
  • ricorrere a percorsi di consulenza psicologica o psicoterapia quando necessario. 

Confini, riposo e supporto psicologico


La brutta notizia è che spesso le singole misure risultano inefficaci: è necessaria, invece, una strategia che integri più aspetti. Innanzitutto, è fondamentale stabilire confini netti tra lavoro e vita privata, programmare pause, weekend off e vacanze prima che la situazione degeneri, delegare compiti e collaborare per ridurre il carico di lavoro personale. Inoltre, può essere utile creare routine regolari, formate da un quantitativo sufficiente di ore di sonno, attività fisica e un'alimentazione sana e bilanciata. Nei casi più gravi, è una buona idea cercare supporto psicologico professionale e frequentare gruppi di confronto.
 

Anche Serenis può rivelarsi una risorsa preziosa da questo punto di vista. La piattaforma offre percorsi di sostegno psicologico online e di coaching dedicati a liberi professionisti e imprenditori. Insieme ai professionisti, è possibile individuare oggettivamente i fattori di stress cronico, e sviluppare strategie personalizzate, tecniche di gestione del tempo e percorsi di supporto focalizzati su stress management, prevenzione del burnout e promozione del benessere psicofisico.


ll burnout nei liberi professionisti rappresenta una sfida seria, che può essere affrontata più efficacemente quando i segnali vengono riconosciuti precocemente e si interviene con strategie adeguate. Identificare i sintomi di burnout nei founder di startup, differenziare tra normale stress e burnout e, soprattutto, implementare confini, deleghe, riposo e supporto psicologico, consente di tutelare la salute personale e la capacità di guidare un progetto imprenditoriale con efficacia. Serenis è un partner competente, in grado di offrire un supporto professionale personalizzato, flessibile e orientato alla sostenibilità psicofisica nel lungo periodo.

Fonti:

  • Edú-Valsania, S., Laguía, A., & Moriano, J. A. (2022). Burnout: A Review of Theory and Measurement. International Journal of Environmental Research and Public Health, 19(3), 1780. https://doi.org/10.3390/ijerph19031780
  • Khammissa, R. A., Nemutandani, S., Feller, G., Lemmer, J., & Feller, L. (2022). Burnout phenomenon: neurophysiological factors, clinical features, and aspects of management. Journal of International Medical Research, 50(9). https://doi.org/10.1177/03000605221106428
  • Manzano-García, G., Ayala-Calvo, J. C., & Desrumaux, P. (2020). Entrepreneurs’ Capacity for Mentalizing: Its influence on Burnout Syndrome. International Journal of Environmental Research and Public Health, 18(1), 3. https://doi.org/10.3390/ijerph18010003
Ultimo aggiornamento: 14 agosto 2025
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Agnese CannistraciPsicologa e Psicoterapeuta
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Dopo la laurea in Psicologia Clinica a Roma, mi sono specializzata in Gruppoanalisi e ho conseguito certificazioni in Psicodiagnostica Giudiziaria e Clinica, Tecniche Psicodrammatiche e Formazione alle Dinamiche Istituzionali. Credo che nel mio lavoro sia fondamentale generare uno spazio relazionale in cui la persona si senta vista e ascoltata, sia dal terapeuta che da se stessa, motivo per cui ho svolto un master in Sustainability Management, con l'intento di integrare gli aspetti clinici con un approccio volto alla promozione di benessere e sostenibilità individuali, organizzativi e sociali.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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