Disturbo disforico premestruale: cos'è e come si cura
Il disturbo disforico premestruale è una forma grave di sindrome premestruale che causa sintomi debilitanti come sbalzi d'umore e irritabilità. Scopri le cause, i sintomi e i trattamenti per affrontare efficacemente questa condizione e migliorare la qualità della vita.

Punti chiave
- Cos’è il Disturbo Disforico Premestruale (PMDD): è una forma severa della sindrome premestruale che colpisce il 3-9% delle donne in età fertile. I sintomi sono ciclici, legati al ciclo mestruale e possono compromettere seriamente la qualità della vita.
- Sintomi: il PMDD include sintomi psicologici intensi come umore depresso, ansia, irritabilità e sbalzi d’umore, insieme a sintomi fisici come gonfiore, crampi, nausea e tensione mammaria, con un forte impatto sulla quotidianità.
- Trattamento: il trattamento può includere psicoterapia, farmaci come antidepressivi SSRI e contraccettivi ormonali per ridurre l’intensità dei sintomi.
Cosa si intende per disturbo disforico premestruale?
Il disturbo disforico premestruale (PMDD) è una forma aggravata della sindrome premestruale. L'incidenza di questo disturbo è tra il 3% e il 9% delle donne che sono in età fertile. I sintomi, in particolar modo quelli psicologici, possono raggiungere intensità molto elevate al punto da essere invalidanti per la donna che li subisce.
Sintomi del disturbo disforico premestruale
I sintomi del disturbo disforico premestruale si dividono in sintomi psicologici e fisici. Entrambi i gruppi di sintomi si presentano ciclicamente nella fase premestruale e possono variare in intensità da persona a persona. Di seguito analizzeremo nel dettaglio le due categorie.
Sintomi psicologici
Nel PMDD i sintomi psicologici sono frequenti e intensi. Tra i più comuni troviamo:
- Umore depresso: la persona può sentirsi triste per lunghi periodi, senza motivo apparente. È presente una sensazione di vuoto, disperazione o perdita di interesse per le attività quotidiane.
- Ansia: si manifesta come uno stato costante di tensione, agitazione o allerta, anche in assenza di situazioni concrete che giustifichino queste emozioni.
- Irritabilità: la soglia di tolleranza si abbassa. Reazioni di rabbia o fastidio diventano frequenti, anche per motivi minimi, creando conflitti con partner, amici o colleghi.
- Sbalzi d’umore: si alternano rapidamente emozioni opposte, come passare dalla tristezza alla rabbia o dal pianto alla frustrazione, senza un evento scatenante.
- Difficoltà cognitive: concentrazione e memoria risultano compromesse. La persona può sentirsi confusa o avere difficoltà a seguire conversazioni, leggere o prendere decisioni.
- Apatia: si avverte una forte mancanza di energia e motivazione. Anche compiti semplici come vestirsi, cucinare o uscire di casa possono sembrare troppo impegnativi.
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Sintomi fisici
Oltre agli aspetti emotivi, si presentano sintomi fisici simili a quelli della sindrome premestruale ma con maggiore intensità:
- Dolori premestruali: crampi addominali o dolore pelvico possono comparire anche 7-10 giorni prima dell’arrivo del ciclo.
- Gonfiore addominale: si ha una sensazione di pienezza o pesantezza all’addome, spesso accompagnata da ritenzione idrica.
- Nausea: il disturbo può alterare la digestione, provocando nausea, senso di stomaco chiuso o difficoltà a mangiare.
- Spotting: piccole perdite di sangue scuro possono comparire nei giorni che precedono il ciclo mestruale.
- Tensione al seno: il seno può apparire gonfio, sensibile o dolorante al tatto, soprattutto nei giorni prima delle mestruazioni.
- Cambiamenti nell’appetito: si può avvertire un forte desiderio di cibi ricchi di zuccheri o carboidrati, spesso legato alla variazione dei livelli ormonali, in particolare del progesterone.
Cause del disturbo disforico premestruale
Le cause principali della PMDD includono:
- Sbalzi ormonali: l'aumento e la diminuzione dei livelli di estrogeni e progesterone possono influenzare la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina che regola l'umore. Le donne con PMDD potrebbero avere una risposta alterata a questi sbalzi che porta a sviluppare sintomi più intensi;
- Predisposizione genetica: esiste la possibilità che una predisposizione genetica come ad esempio una storia familiare di disturbi dell'umore possa rendere alcune donne più vulnerabili allo sviluppo di PMDD;
- Fattori psicologici e ambientali: lo stress, le esperienze traumatiche e altre condizioni di salute mentale preesistenti come l'ansia o la depressione possano amplificare la sensibilità agli sbalzi ormonali causando i sintomi del PMDD.
Diagnosi e trattamento del disturbo disforico premestruale
La diagnosi del PMDD si basa sull’osservazione dei sintomi psicologici e fisici che compaiono ciclicamente durante la fase detta "luteale" del ciclo mestruale, cioè nei 10-14 giorni prima dell'inizio delle mestruazioni. Per confermare la diagnosi, i medici coinvolti seguono dei criteri diagnostici ben definiti che sono:
- Presenza di almeno cinque sintomi tra quelli psicologici e fisici, con almeno uno di tipo emotivo (umore depresso, irritabilità, ansia, sbalzi d’umore).
- Ciclicità dei sintomi: i sintomi devono comparire nella fase premestruale e migliorare nei pochi giorni successivi al ciclo per poi scomparire alla fine del ciclo mestruale.
- Ripetitività: i sintomi devono manifestarsi per almeno due cicli mestruali consecutivi.
- Impatto funzionale: i sintomi devono interferire in modo evidente con il lavoro, la scuola, le attività sociali o le relazioni interpersonali, interferendo dunque in modo significativo con lo svolgimento delle azioni quotidiane.
Gli strumenti principali che vengono utilizzati per la diagnosi del disturbo disforico premestruale sono:
- Diario dei sintomi: si invita la paziente a registrare quotidianamente l’andamento dei sintomi per almeno due o tre mesi.
- Valutazione clinica: i medici devono escludere tutte le altre altre condizioni psicologiche o fisiche (come disturbi d’ansia o depressione maggiore) che potrebbero spiegare i sintomi.
- Questionari specifici: possono essere usati strumenti come il DRSP (Daily Record of Severity of Problems) per valutare frequenza e intensità dei sintomi.
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Trattamento del PMDD
Il trattamento di questo disturbo ha l'obiettivo di ridurre i sintomi e di permettere alle donne che ne soffrono di migliorare la loro qualità di vita.
Gli interventi principali riguardano il trattamento psicologico e nei casi in cui i sintomi fossero troppo intensi anche il trattamento farmacologico.
La psicoterapia offre un ambiente sicuro in cui la paziente può esprimersi e può aiutarla a sviluppare delle strategie pratiche per affrontare l'ansia, l'irritabilità e gli altri sintomi psicologici del disturbo disforico premestruale.
Inoltre la psicoterapia può aiutare a:
- riconoscere i pensieri negativi che si presentano durante la fase premestruale.
- modificare reazioni emotive e comportamenti disfunzionali.
Se soffri di questo disturbo e senti hai bisogno di un supporto psicologico, i nostri terapeuti in Serenis possono supportarti nel tuo percorso di guarigione. Per poter prenotare un primo colloquio gratuito, ti basta compilare il nostro questionario. Le sedute successive costano 49 € l'una.
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica del PMDD si basa sul trattamento dei sintomi che hanno una forte intensità durante il periodo premestruale. I principali farmaci utilizzati per il trattamento del disturbo disforico premestruale sono:
- Antidepressivi SSRI (come fluoxetina, sertralina, paroxetina): sono tra i farmaci più efficaci. Possono essere assunti tutti i giorni o solo nella fase premestruale. Agiscono sulla serotonina, migliorando umore, ansia e irritabilità.
- Contraccettivi ormonali combinati: aiutano a stabilizzare i livelli ormonali e ridurre le fluttuazioni che scatenano i sintomi.
- Antinfiammatori (FANS): come l’ibuprofene, alleviano dolore, gonfiore e mal di testa.

Fonti:
- Di Scalea, T. L., & Pearlstein, T. (2019). Premenstrual dysphoric disorder. Medical Clinics of North America, 103(4), 613–628.
- Hofmeister, S., & Bodden, S. (2016). Premenstrual Syndrome and Premenstrual Dysphoric Disorder. American family physician, 94(3), 236–240.
- Endicott, J., Nee, J., & Harrison, W. (2005). Daily Record of Severity of Problems (DRSP): reliability and validity. Archives of Women S Mental Health, 9(1), 41–49.